Meditazione: il viaggio verso il silenzio interiore

Meditazione: il viaggio verso il silenzio interiore

Editato da: Cecilia Ghidotti il 19/08/2021

La pratica della meditazione è un’abitudine che ci permette di raggiungere uno stato di pace e armonia attraverso la ricerca del silenzio interiore. Perché dovremmo tutti iniziare questo percorso verso il silenzio? Ce lo spiega il nostro esperto in Psicoterapia a Roma, il Dott. Humberto Zanetti

Che cos’è il silenzio e perché ne abbiamo bisogno?

Come ben sappiamo, il silenzio è una parola ricca di sfumature e significanti differenti: il silenzio può essere una pausa nel mezzo di una conversazione o un momento comunicativo vero e proprio. La parola silenzio viene usata in ambito musicale come sospensione momentanea del suono e, più banalmente, può significare l’assenza di rumori esterni. Siamo abituati ad evitarlo, cercare distrazioni sonore che ci permettano di sfuggire al flusso di pensieri che ci rimandano alla nostra interiorità, ai nostri dolori e alle nostre preoccupazioni. Il silenzio dovrebbe essere un elemento necessario nelle nostre vite, soprattutto il silenzio interiore, per poter iniziare un processo di guarigione profonda. Nell’assenza di rumore, infatti, impariamo ad abbracciare la nostra essenza e la nostra natura più nascosta e cupa, imparando ad amare semplicemente la compagnia di noi stessi.

La pratica del silenzio può essere considerata una novità per il genere umano?meditazione cascata

Nel corso della storia dell’umanità abbiamo avuto diversi esempi religiosi e non che hanno fatto della pratica del silenzio la ragione principale della propria esistenza e del raggiungimento più alto della spiritualità. È quindi un bisogno riconosciuto e presente da sempre nell’uomo.

Monaci cristiani, monaci buddisti e monaci induisti sono l’esempio più palese di una vita dedicata alla ricerca interiore, così come per figure non religiose come gli eremiti.

Perché ci risulta così difficile?

La nostra epoca è l’epoca del rumore. Il silenzio viene minato dalla socialità forzata, il constante vociferare di fondo dei programmi televisivi, la musica, i rumori della città… Anche le reti sociali e l’esigenza di stare sempre collegati, irrompono fortemente come una forte distrazione e allontanamento dalla nostra interiorità.

Quindi, come possiamo mettere in pratica il silenzio?

Dobbiamo sperimentare, trovare il nostro modo per ricollegarci con noi stessi: allontaniamoci da fonti di disturbo, troviamo luoghi e posizioni comode, rilassiamoci. Da lì iniziamo a viaggiare nella nostra testa, prendiamo coscienza dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. Passiamo poi al respiro e portiamo la nostra attenzione su tutte le sensazioni che possiamo percepire, anche le più piccole: un soffio di aria fresca, lo scricchiolio leggero del pavimento, il calore di una parte del corpo o una qualsiasi piccola tensione. Una volta visualizzate lasciamole andare, svuotiamoci di tutto e restiamo semplicemente in silenzio, dentro e fuori.

Quanto tempo dedicare alla meditazione?

La meditazione dovrebbe essere praticata ogni giorno per avere risultati tangibili. Ovviamente la durata dipende da ciascuno di noi, dalla nostra capacità di concentrazione. L’ideale sarebbe ritagliarci dai 20 ai 40 minuti, ovviamente più ci allunghiamo con la meditazione, più benefici otterremo nel nostro processo di guarigione.

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