Neuropatia diabetica: cos’è e quanti tipi ci sono

Neuropatia diabetica: cos’è e quanti tipi ci sono

Editato da: Francesco Fusi il 21/06/2023

La neuropatia diabetica è una patologia che colpisce soltanto le persone affette da diabete e in cui il livello eccessivo di zuccheri nel sangue danneggia le cellule nervose causando pericolose disfunzioni se non addirittura la morte

La neuropatia è l’affezione del nervo periferico. Quest’ultimo rappresenta l’espansione delle cellule nervose del centro (encefalo, midollo spinale e gangli) tramite un prolungamento detto assone che attraversa i tessuti periferici. Gli assoni sono contenuti entro un sistema di rivestimento cilindrico cavo composto da cellule dette mieliniche, vasi e tessuto connettivo. Quando il nervo periferico si ammala senza che la malattia provenga dalla cellula nervosa (neuronopatia o gangliopatia), si presume che i responsabili della patologia nervosa siano da cercare nei disordini dell’ambiente circostante al nervo, ovvero il tessuto entro cui il nervo decorre.

Cosa causa la sofferenza dei nervi?

Praticamente quindi tutte le malattie che coinvolgono i tessuti biologici, ossia traumi, infezioni, disturbi della nutrizione, deficit di sostanze essenziali, tumori benigni e maligni, deficit di vascolarizzazione, sono potenzialmente responsabili di sofferenza dei nervi che attraversano i detti tessuti. Il diabete è una malattia del metabolismo che coinvolge il principale dispositivo di approvvigionamento energetico dei tessuti viventi “moderni”, cioè eucarioti, ossia dipendenti dall’ossigeno per trarre energia dal glucosio. Senza entrare nei particolari molecolari di quest’importantissimo sistema ormonale, diviene intuitivo pensare che un tessuto vivente, normalmente “abituato” ad un certo regime di lavoro in termini di acquisto, consumo e scarto di sostanze, nel momento in cui viene a mancare il principale motore produttivo, produca per sopravvivere una serie di sostanze “inquinanti” nell’ambito del suo terreno. Questi “inquinanti” sono la base della sofferenza dei nervi che attraversano il terreno stesso.

Quali sono le distinzioni importanti da fare sul piano clinico-diagnostico?

A) Essendo il nervo una struttura, a guisa di un ramo di una piantina, si suddivide progressivamente in ramoscelli sempre più fini, la malattia che proviene dal “terreno” in cui è immerso sarà progressivamente più intensa nell’estrema periferia, tendendo a risalire verso l’alto e coinvolgendo così le ramificazioni iniziali (“prossimali”). Questo è il concetto di polineuropatia, quindi tendenzialmente “distale” e “simmetrica”, ossia di uguale gravità tra i due lati del corpo. Questo tipo di neuropatia, tipica del diabete, tende infatti a presentarsi nei distretti innervati dai nervi più lunghi, ossia i piedi, per poi risalire alle gambe, fino alle cosce e al tronco.

B) il “terreno inquinato” del paziente diabetico non intacca solo la fragile struttura dei nervi. Come primo evento, il diabete corrompe la bontà del flusso di sangue che dalle arterie fino ai capillari (altro esempio di piantina ramificata) e raggiunge le cellule dei tessuti dell’organismo. Quando per via dello scarso flusso di sangue avviene una discrepanza tra richiesta di sangue e consumo del tessuto, si verifica un fenomeno acuto, più o meno localizzato ed esteso, che chiamiamo “ischemia”. L’ischemia che si protrae oltre un certo periodo di tempo porta alla morte delle cellule private di sangue, fenomeno che storicamente si chiama “infarto”, oppure, meglio, “necrosi ischemica”. Siccome nel tessuto vivente la quota di maggior fabbisogno di energia e di ossigeno è rappresentata proprio dai costituenti del nervo, è facile che in una condizione di cattiva vascolarizzazione (che si chiama microangiopatia diabetica) sia proprio il tronco nervoso a farne le spese. I tronchi nervosi che possono essere più facilmente vittime di necrosi ischemica localizzata, sono quelli che già vengono “penalizzati” dalle loro condizioni anatomiche, perché eccessivamente tortuosi o facilmente oggetto di conflitti meccanici. Per questo motivo, in corso di diabete è più probabile che alcuni tronchi nervosi (il nervo abducente dell’occhio, il nervo faciale, il nervo radiale, il nervo peroneo) vadano incontro a fenomeni di necrosi ischemica focale, corrispondente ad improvvisa paralisi dei muscoli innervati con eventuale perdita di sensibilità. In questi casi si parla di mononeuropatia focale ischemica. Il coinvolgimento dei nervi destinati ai visceri può in certi casi provocare dei quadri acuti piuttosto pericolosi, dalle aritmie cardiache alla paralisi intestinale.

c) il diabete può essere cagione di un sovvertimento della risposta immunitaria, così come come può essere conseguenza di quest’ultima (soprattutto il diabete di I tipo). In rari casi accade che la presenza del diabete possa sollecitare una risposta autoimmunitaria diretta contro il costituente non neuronale del nervo, ossia il suo rivestimento mielinico (che nel nervo è rappresentato dalla cellula di Schwann). In queste situazioni la distribuzione della neuropatia assume caratteristiche atipiche (nervi toraco-addominali, nervo femorale) e che i rilievi diagnostici siano diversi da quelli che si riscontrano abitualmente dagli esami di elettrofisiologia (vedi in seguito). Sono casi di neuropatia demielinizzante connessi al diabete, che trovano una collocazione diversa soprattutto sul piano terapeutico.

d) abbiamo accennato alla modalità anatomica di distribuzione del nervo entro i tessuti dell’organismo, paragonandola alla ramificazione di una piantina. Alla stregua di quest’ultima, infine alla ramificazione troviamo l’estrema finalizzazione dell’innervazione: l’assone proveniente dal centro si libera del rivestimento mielinico ed entra in stretta congiunzione con l’estrema periferia del tessuto innervato. Parliamo dell’innervazione vegetativa, che è l’interfaccia del sistema nervoso con le funzioni vitali del tessuto: nutrizione, apporto di sangue (“vasomozione”), movimenti dei muscoli viscerali (bronchi, intestino, cuore, reni e vie urinarie, organi genitali, ghiandole endocrine ed esocrine), attività immunitaria, regolazione della coagulazione e dell’attività trombotica. Il sistema nervoso vegetativo per definizione regola tutto ciò che non è sotto il controllo dell’attività cosciente, infatti gli anglosassoni lo chiamano “sistema nervoso autonomo”. La progressione della polineuropatia, ossia il primo tipo di sindrome connessa al diabete qui enumerato, teoricamente dovrebbe sempre essere preceduta da una sindrome “disautonomica”, vista la sua progressione in risalita “per li rami”. In realtà capita che tale inizio non sia così percepibile o che, più probabilmente, i disturbi connessi a questa condizione non siano facilmente distinguibili da uno stato di “malessere generale” che il paziente racconta ma che spesso il medico non attribuisce al diabete. Sta di fatto che talora la ricerca standard della neuropatia diabetica, pur sussistendone alcuni sintomi, soprattutto neuro-sensoriali, fallisce come rilievo strumentale. È stato quindi coniato il termine di “neuropatia delle piccole fibre”, per indicare un coinvolgimento selettivo delle ramificazioni sottili delle fibre nervose, quelle in cui non è presente il rivestimento mielinico (fibre amieliniche o fibre C). Oggi è possibile diagnosticare una neuropatia delle piccole fibre solo attraverso tecniche speciali di colorazione di prelievi di cute, pratica usualmente poco disponibile sul territorio.

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