Tunnel carpale e fisioterapia: come funziona?
Scopriamo l’importanza della fisioterapia per intervenire sulla sindrome del tunnel carpale, approfondendone le caratteristiche, le cause e i sintomi
Sindrome del tunnel carpale: che cos’è?
La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia periferica che consiste nella compressione del nervo mediano del polso. Infatti, attraverso il tunnel carpale passa il nervo mediano, fondamentale per la funzionalità degli arti superiori, e quando vi sono delle lesioni a carico dei nervi delle estremità, si compromette il passaggio di informazioni tra il sistema nervoso periferico e quello centrale.
Tale patologia colpisce il 3-6% della popolazione generale, soprattutto di genere femminile.
Quali sono le cause più comuni?
Quando la sindrome del tunnel carpale è una patologia primaria significa che non è il risultato di altre condizioni morbose; invece se è secondaria significa che deriva da patologie già esistenti, reumatiche o non reumatiche, oppure relazionate alle attività ripetute che si realizzano in alcuni contesti professionali.
Alcune delle cause di questa sindrome includono:
- Diabete
- Artrite reumatoide
- Traumi
- Attività manuali ripetitive
- Disfunzione tiroidea
- Predisposizione ereditaria
- Gravidanza
- Menopausa
Come si manifesta?
La sintomatologia consiste in:
- Dolore
- Formicolio
- Intorpidimento di mano e polso
- Sensazione di debolezza e bruciore
Questi sintomi potrebbero accentuarsi durante la notte a causa delle particolari posizioni assunte dalla mano e dal polso.
Diagnosi e trattamenti: in che cosa consistono?
Per diagnosticare la sindrome del tunnel carpale sono necessari l’anamnesi e alcuni test specifici per individuare l’ampiezza con cui si irradia il dolore.
Questi ultimi includono:
- Manovra di Phalen
- Manovra di Tinel
- Square Wrist Sign
- Diagramma dei sintomi della mano
Per determinare la gravità della patologia si impiegano gli studi di conduzione nervosa e l’Elettromiografia.
Per quanto riguarda la terapia, se il disturbo non è grave si può adottare un trattamento conservativo che prevede l’utilizzo di tutori o uno splintaggio, riducendo tutti quei movimenti che contribuiscono ad aumentare i sintomi.
Si possono assumere anche farmaci antinfiammatori non steroidei e corticosteroidi ma risultano efficaci per la gestione a breve termine del disturbo, mentre l'iniezione locale di corticosteroidi può migliorare i sintomi per un periodo più lungo.
Un ruolo fondamentale è ricoperto dalla fisioterapia che utilizza terapie fisiche e manuali.
Tra le terapie fisiche si trovano:
- Laserterapia: il calore riduce l’infiammazione e dà una sensazione di sollievo;
- Tens: si produce un effetto analgesico grazie alla corrente pulsata;
- Tecarterapia: mediante il calore si stimolano i naturali processi di guarigione e velocizza il recupero;
- Ionoforesi: si somministrano farmaci con alta precisione attraverso l’elettricità.
Invece, per le terapie manuali, si possono consigliare:
- Mobilizzazioni dei muscoli molli
- Kinesio-taping
- Massoterapia