La leggenda vuole che il tè sia nato migliaia di anni fa in oriente, quando a un sultano caddero per caso delle foglie dentro la sua tazza di acqua calda, trasformandola in un elisir magico e salutare. Verità o fantasia, fatto sta che la pianta da cui si produce il tè, la Camellia sinensis, è molto comune in Cina e nel resto dell’Oriente. Per quanto riguarda i suoi poteri “magici e salutari” oggi se ne hanno sempre più conferme dagli studi scientifici.
Può annientare i radicali liberi
Ne parliamo con la Prof.ssa Graziella Bruno, esperta in Dietologia, Diabetologa e in Medicina Interna. Una premessa è doverosa! Il tè si ricava da una sola pianta. I colori diversi dipendono dalla lavorazione delle foglie (dalla loro ossidazione). Quando si raggiunge la fermentazione si hanno i tè rossi (che in Occidente chiamiamo neri), se non c’è fermentazione si ottengono quelli verdi, i blu (detti anche Oolong) e i gialli (semifermentati). I tè bianchi si ottengono dalle gemme e dalle prime foglie con fermentazione parziale.
Tutti però concordano con il fatto che sia una bevanda dall’effetto rilassante quasi immediato. Ma c’è di più! È stato dimostrato che il tè contiene i flavonoidi, sostanze antiossidanti che lo rendono un toccasana: hanno azione antinfiammatoria, anti-invecchiamento e di prevenzione delle malattie cardiovascolari, neurodegenerative, del diabete e perfino di alcuni tipi di neoplasie. “Tra i polifenoli ci sono le catechine e l’EGCG (epigallocatechina gallato), che potenzialmente hanno un effetto anti-neoplastico. Tale azione, evidenziata su cellule di tumore del polmone, della mammella, del colon-retto, si esplicherebbe attraverso diversi meccanismi: azione antiossidante, in grado di neutralizzare i radicali liberi che quotidianamente si formano; azione pro-ossidante, favorevole al processo di “morte programmata” delle cellule “difettose”; e arresto del ciclo cellulare di replicazione, in grado di fermare l’espansione di una patologia”, afferma la Prof.ssa Bruno.
Un aspetto forse poco conosciuto di questa antica bevanda è il fatto di essere utile al dimagrimento: “dal momento che le catechine interferiscono con i processi immunitari, che sappiamo essere a loro volta coinvolti nell’obesità, è verosimile pensare a un effetto benefico del tè nella riduzione o nel mantenimento del peso corporeo. Sappiamo che la caffeina stimola il metabolismo basale, che trasforma il cibo introdotto non in adipe ma in energia, e che l’assunzione di tè riduce l’appetito”.
Quanto tè è consigliabile assumere?
Certo, non bisogna esagerare! Meglio valutare il livello di tollerabilità individuale, nei confronti delle sostanze, anche eccitanti, contenute al suo interno. Una tazza di tè (150 ml) contiene 28 mg di caffeina (a confronto degli 85 mg di una tazzina di caffè), ma questa quantità varia in base al tempo di infusione (se è superiore a 2 minuti può aumentare). Per questo è consigliabile assumere al massimo 2 tazze al dì e non più tardi delle 17, perché altrimenti, stimolando il sistema nervoso, potrebbe provocare insonnia.
Numerosi utilizzi nella cosmesi
“Altri effetti collaterali possono essere di tipo gastroenterico, come nausea, irritabilità, insonnia e interferenza con l’assunzione di calcio e ferro. Non sembrano esserci effetti negativi sulla vista. Anzi, recenti studi scientifici rivelano che bere questa bevanda tutti i giorni porti a una riduzione significativa, più del 70%, di rischio glaucoma”.
Ma il tè anche numerosi utilizzi nella cosmesi. “Se il venir meno con gli anni del senso della sete accelera il processo di invecchiamento, una tazza di tè bevuta al pomeriggio idrata e protegge la pelle da secchezza e rugosità”. Nonostante sia bello pensare che una tazza di tè al giorno ci aiuti a sembrare più giovani, non bisogna aspettarsi da questa bevanda effetti miracolosi, se non inseriti in un piano generale di benessere fisico e mentale, che comprende astensione dal fumo, attività fisica, alimentazione adeguata, meglio se con il suggerimento del nutrizionista nelle diverse fasi della vita.
Lascia una recensione