Chirurgia prenatale
Che cos’è la chirurgia prenatale?
La chirurgia prenatale include una serie di tecniche e procedure utilizzate per trattare i difetti congeniti dei feti. Si tratta di un campo della medicina in crescita, che mira a trattare i casi con condizioni che sarebbero troppo avanzate al momento della nascita del bambino.
A cosa serve?
In passato la chirurgia prenatale veniva presa in considerazione solo nei casi in cui il feto presentava una condizione che ne metteva in pericolo la vita. Tra queste vi possono essere:
- Tumori che rappresentano una minaccia per il cuore e l’apparato cardiovascolare
- Teratoma sacro-coccigeo, un tumore che si sviluppa sul coccige e che può privare il feto di sostanze nutritive essenziali
- Ernia diaframmatica congenita, un difetto congenito che ostacola lo sviluppo dei polmoni
- Sindrome da trasfusione feto-fetale, una condizione con un alto tasso di mortalità in cui uno dei gemelli non riceve sangue a sufficienza dalla placenta condivisa
- Ostruzione delle vie urinarie
Tuttavia, la chirurgia prenatale viene attualmente utilizzata per trattare una serie di patologie che non costituiscono un pericolo per la vita. Questo è il risultato di un numero crescente di ricerche che hanno messo a confronto gli esiti per i bambini sottoposti ad intervento chirurgico prima e dopo il parto. In alcune condizioni l’esecuzione dell’intervento chirurgico prima del parto ha ridotto drasticamente il rischio di disabilità fisiche o mentali e ha migliorato di molto la qualità della vita.
L’esempio più importante è quello della spina bifida, in cui la colonna vertebrale non è riuscita a chiudersi in modo completo, causando la fuoriuscita del midollo e del liquido cerebrospinale. In assenza di trattamento tale condizione può portare alla paralisi permanente e a problemi alla colonna vertebrale.
In cosa consiste?
Vi sono tre tipi principali di chirurgia prenatale.
- Chirurgia prenatale a cielo aperto, che consiste nell’incisione dell’addome e dell’utero (isterotomia) per operare sul feto. Tale tecnica comporta un rischio maggiore sia per la madre che per il bambino e viene, pertanto, evitata attualmente in caso siano disponibili opzioni meno invasive.
- Chirurgia fetoscopica, un tipo di intervento mininvasivo che prevede l’inserimento di una sonda in fibra ottica nell’utero e l’utilizzo di vari strumenti speciali per operare sul feto. In alcuni casi la chirurgia fetoscopica può essere eseguita in anestesia locale.
- La procedura EXIT (Ex Utero Intrapartum Treatment), che consiste nell’eseguire un taglio cesareo mantenendo il feto attaccato al cordone ombelicale e alla placenta durante l’intervento chirurgico.
- Infine, dato che la chirurgia prenatale può spesso causare la contrazione dell’utero, vengono generalmente somministrati tocolitici per prevenire il travaglio.
La chirurgia prenatale comporta rischi sia per la madre che per il bambino, tra cui infezioni, emorragie e complicanze derivanti dall’impiego dell’anestesia. Il medico discuterà dei rischi prima che venga raccomandata qualsiasi procedura e darà alla paziente la possibilità di cambiare idea in qualsiasi momento. Tuttavia, le tecniche della chirurgia prenatale continuano a migliorare ed è probabile che verranno adottate in futuro per il trattamento di altri difetti congeniti.