Stimolazione magnetica transcranica (TMS)
Che cos’è la stimolazione magnetica transcranica (SMT)?
La stimolazione magnetica transcranica, conosciuta anche con l'abbreviazione TMS (Transcranial Magnetic Stimulation), è una procedura conosciuta da quasi 40 anni, non invasiva e praticamente indolore, ed è utilizzata per il trattamento di:
- depressione
- ansia
- disturbo ossessivo compulsivo (DOC)
- dipendenze
- demenze
- Parkinson
La TMS impiega campi magnetici per produrre effetti benefici sul cervello.
Perché si esegue?
La TMS viene eseguita su pazienti con depressione, ansia, DOC, insonnia dipendenze, demenze ed altre patologie del sistema nervoso, che non hanno risposto ai farmaci o la terapia tradizionale, ma viene anche offerta in sinergia a terapie classiche, per potenziarne gli effetti.
In che cosa consiste?
Durante una sessione di TMS viene posizionata una bobina elettromagnetica sul cuoio capelluto vicino alla fronte, oppure in altre posizioni della testa, a seconda della patologia trattata.
Il dispositivo invia per qualche minuto brevissimi impulsi magnetici attraverso il cranio, stimolando le cellule nervose nella regione del cervello correlata ai sintomi o alla patologia che si vuole trattare. Si tratta di una procedura indolore.
Esistono circa 19.000 articoli sulla TMS, dal 1985 ad oggi, e la letteratura scientifica attuale suggerisce che la TMS esercita quattro azioni principali sul cervello:
- produzione di plasticità cerebrale, quindi di formazione di nuove connessioni cerebrali;
- rilascio di sostanze chimiche cerebrali quali, ad esempio, la dopamina: riduzione di molecole legate all’infiammazione cerebrale e aumento della circolazione ed ossigenazione cerebrale.
Spesso la TMS viene utilizzata quando le opzioni di trattamento precedenti hanno fallito, ossia quando il paziente non desidera più assumere farmaci, o quando i farmaci causano effetti collaterali non tollerati dal paziente.
Normalmente, quando ci si sottopone alla TMS, si va incontro ad una serie di trattamenti, con durata che varia dai 3 ai 20 minuti e con frequenza di alcune settimane a seconda della patologia.
Durante il trattamento il paziente è seduto comodamente su una poltrona.
La procedura dura dai 10 ai 30 minuti, e durante la seduta il paziente può addormentarsi oppure guardare il proprio smartphone, leggere e così via.
Preparazione alla stimolazione magnetica transcranica
La stimolazione magnetica transcranica verrà utilizzata solo in seguito ad esame obiettivo e a valutazione psichiatrica.
Vi sono delle circostanze particolari per cui la TMS potrebbe non essere adatta come in caso di:
- anamnesi di convulsioni od epilessia
- impianto di dispositivi metallici nel cranio (placche metalliche, ecc.)
- aneurismi cerebrali o malformazioni artero-venose
Cosa aspettarsi dopo una sessione di TMS
Dopo una sessione di TMS è possibile ritornare immediatamente alle proprie attività. Infatti molti atleti usano TMS prima della performance sportiva.
Nella maggior parte dei casi, se la TMS è eseguita in centri altamente qualificati, sarà possibile percepire un miglioramento dei sintomi entro pochi giorni dall’inizio delle stimolazioni. Ma in genere occorrono almeno quattro settimane di trattamento, perché i miglioramenti percepiti possano durare nel tempo, per mesi o anni.
Secondo gli studi eseguiti negli ultimi 38 anni sulla TMS, si è dimostrato che gli effetti collaterali del trattamento sono minimi e molto più leggeri di quelli in genere riferiti con i farmaci tradizionali. Infatti, gli effetti collaterali più comuni e transitori sono:
- cefalea
- lieve fastidio nella area cutanea della stimolazione (ad esempio area frontale della cute)
- vertigini
Trattamenti alternativi
Come accennato sopra, oltre 12 milioni di persone hanno tratto beneficio dalla TMS dal 1985 ad oggi. Tanti studi in tutto il mondo, realizzati anche da alcune delle Università più prestigiose a livello mondiale quali Harvard e Stanford, hanno dimostrato che il successo terapeutico della TMS è statisticamente superiore a quello delle terapie farmacologiche (fino al 92%).
Molti pazienti la preferiscono alle terapie farmacologiche tradizionali per la presenza minima di effetti collaterali e per l’intensità del miglioramento percepito, molto superiore a quello delle terapie farmacologiche.
Altri la abbinano alle terapie farmacologiche tradizionali, per ridurre i dosaggi dei farmaci e quindi diminuire gli effetti collaterali della terapia farmacologica.