Gravidanza a rischio: prendersi cura della mamma e del bambino

Gravidanza a rischio: prendersi cura della mamma e del bambino

Editato da: Antonietta Rizzotti il 19/09/2023

Il Dott. Giovanni Di Vagno, esperto in Ginecologia e Ostetricia a Bari, ci parla della figura del perinatologo e degli strumenti di diagnosi utilizzati nei casi di gravidanze ad alto rischio

Cos’è la Perinatologia?

La perinatologia (dal greco peri=intorno; logos=che tratta di; ed dal latinonatus=nato), definita anche Medicina Materno-Fetale, si occupa della cura della madre e del feto con profili di rischio superiori alla norma per malattie durante il periodo perinatale. Il periodo perinatale, come da definizione, comincia dalla 20°-28° settimana di gravidanza e termina al 7°-28° giorno di vita del neonato, pertanto la perinatologia dovrebbe essere considerata una superspecializzazione dell’Ostetricia e della Pediatria. In realtà viene vista come una branca di Ostetricia e la sua controparte pediatrica è denominata Neonatologia. Un neonato ad alto rischio di patologia dovrebbe quindi essere seguito da un perinatologo prima del parto e da un neonatologo dopo la sua nascita.

Quali sono i maggiori fattori di rischio in una gravidanza?

Sono da considerarsi Indicatori di Gravidanze ad alto rischio le seguenti condizioni: età materna inferiore a 16 o superiore a 35 anni, malattie croniche (es. diabete), preeclampsia (pressione arteriosa alta), isoimmunizzazione materno-fetale da fattore Rh negativo, pregressi aborti, ritardi di crescita intrauterina, gravidanze multiple o pretermesse (2 settimane oltre il termine) e segni di incompetenza cervico-istmica del collo uterino.

Perinatologia: l’importanza dell’ecografia

L’ecografia è uno strumento importante in quanto gli ultrasuoni permettono una diagnosi precoce di malformazioni e determinano la corretta anatomia fisiologica. L’ecografia è un’analisi non invasiva, non dolorosa, né pericolosa per la madre e per il feto ed è applicabile in qualsiasi epoca gestazionale. Esistono due tipi di ecografia ostetrica: la Transaddominale che richiede il riempimento vescicale, e la Transvaginale in cui viene inserita una sonda nella vagina facendo assumere alla paziente una posizione distesa. Le principali funzioni dell’ecografia sono: diagnosi precoce della gravidanza e sua corretta datazione, osservazione del Battito Cardiaco Fetale (BCF) e degli atti respiratori fetali, diagnosi di morte fetale endouterina (MEF), di malformazioni/anomalie fetali o malposizioni e patologie placentari, Studio della quantità del Liquido Amniotico (AFI), ecc.

Perinatologia: Tracciato Cardiotocografico e Amniocentesi

È importante anche valutare il tracciato cardiotocografico CTG (Non Stress Test) dopo la 38º settimana di gravidanza per analizzare la frequenza cardiaca fetale (risultano rassicuranti le accelerazioni insieme ai movimenti fetali). Tra le cause di tracciati CTG anomali ricordiamo: posizioni fetali anomale, feti multipli, distocia di spalla, prolasso del cordone ombelicale, distacco di placenta e chiusura prematura del dotto arterioso fetale. Presso la U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Paolo di Bari, si esegue inoltre Amniocentesi. L’Amniocentesi consiste nel prelievo di liquido amniotico con un ago inserito attraverso la parete addominale ed uterina. È utile per le analisi genetiche, per determinare la maturità polmonare fetale (eventualità meno frequente) e, in caso di dubbio, per determinare la AFP (Alfa Feto Proteina) potenzialmente correlata a problemi di chiusura del tubo neurale (spina bifida, ecc.).

Il profilo biologico in Perinatologia

Il profilo biofisico rappresenta un profilo composto da 5 variabili di valutazione:

  • Movimenti respiratori fetali (ecografia);
  • Movimenti fetali del corpo o degli arti;
  • Tono fetale (estensione e flessione delle estremità);
  • Volume del liquido amniotico
  • Non Stress Test reattivo con attività motoria

Il punteggio del profilo biofisico somma ogni variabile con punteggio 2 o 0 (non intermedio), rispettivamente se normale o anomalo: il punteggio desiderato è tra 8-10. Lo Stress Test valuta la funzione e la riserva “respiratoria” della placenta, inoltre è possibile verificare la reattività del feto mediante lo studio della sua frequenza cardiaca.

Quali sono le principali patologie feto-placentari in gravidanza?

Nell’insufficienza placentare la placenta non è in grado di supportare il feto con una sufficiente quantità di nutrienti e di rimuovere i rifiuti metabolici tossici. Quando la placenta non cresce e non è più in grado di soddisfare queste necessità, il feto non può più crescere e svilupparsi normalmente. Più precocemente avviene questa insufficienza placentare, più grave è il problema. Se tale condizione perdura può portare ad un’Insufficienza di Crescita Fetale Intrauterina (IUGR). Il Distress Fetale è invece una condizione di carenza d’ossigeno con incremento di anidride carbonica che porta ad una condizione di ipossia e acidosi. Alcuni segni di sofferenza fetale sono: diminuzione dei movimenti o iperattività fetale, presenza di Meconio nel liquido amniotico e tachicardia o bradicardia fetale. La sofferenza fetale può spesso richiedere un parto urgente che implica sia l’induzione del travaglio, sia l’espletamento del parto per taglio cesareo (nei casi più urgenti).

Quali sono i maggiori rischi di parto pretermine?

Il centro di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Paolo i Bari, della ASL BA, è particolarmente orientato alla presa in carico del Parto Pretermine Tardivo (Quasi a Termine o Late Preterm Birth). Con il termine di Parto Pretermine Tardivo si intende il parto che avviene in una epoca gestazionale compresa tra le 34 e le 36 settimane di gravidanza. I parti che avvengono tra le 34 e le 36 settimane rappresentano il 71% della totalità dei parti.


Le caratteristiche delle donne a maggior rischio per parto pretermine sono:

  • Storia di pregressi parti pretermine
  • Complicanze mediche/Condizioni preesistenti
  • Gravidanza indesiderata
  • Etnia Materna
  • Età materna estrema
  • Pregressi Tagli Cesarei
  • Età gestazionale: 34, 35, 36 settimane
Ginecologia e Ostetricia a Bari