Infiltrazioni: le tue articolazioni ti ringrazieranno

Infiltrazioni: le tue articolazioni ti ringrazieranno

Editato da: Jennifer Verta il 04/04/2019

Le infiltrazioni rappresentano uno strumento terapeutico importante per gestire il dolore in patologie articolari quando non si hanno risultati soddisfacenti con farmaci e fisioterapia o proprio per migliorare il risultato della fisioterapia stessa. Il Dott. Guido Antonini, specialista in Ortopedia e Traumatologia e direttore dell’U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale San Carlo Borromeo a Milano, ci spiega quali sostanze farmacologiche possono essere impiegate nella terapia infiltrativa e le loro proprietà.

Terapia infiltrativa: quando si usa?

Si parla di terapia infiltrativa quando un farmaco viene iniettato direttamente nel tessuto dell’area che lo necessita. In questo modo il farmaco arriva direttamente al bersaglio: maggiore efficacia con minori effetti collaterali rispetto all’assunzione del farmaco per bocca o a livello intra muscolare o endovena. Una pratica quindi veloce (l’infiltrazione stessa dura pochi secondi), sicura, poco o nulla dolorosa, se eseguita correttamente. In ambito muscolo-scheletrico a beneficiare di questa terapia sono le articolazioni (anca, ginocchio, spalla, fra tutte), ma anche i tendini e le strutture periarticolari, ossia attorno alle articolazioni. La patologia che più si presta ad essere trattata con la terapia infiltrativa è l’artrosi, la malattia cronica di degenerazione delle articolazioni (soprattutto ginocchio, anca, spalla e mano), ampiamente diffusa, specialmente dopo una certa età. Le infiltrazioni, infatti, consentono di ritardare la possibile protesi e migliorare la vita quotidiana con ottimi risultati, diminuendo il dolore e rallentando l’usura delle articolazioni. Le infiltrazioni sono però utili anche nel caso di sportivi amatoriali, quando le articolazioni sono sottoposte a un sovraccarico funzionale che in alcuni casi può essere dannoso alla cartilagine e portare a una degenerazione della stessa. In questo caso, nel quadro di una più generale prevenzione la terapia infiltrativa può alleviare il dolore e facilitare il recupero delle articolazioni. Ricordiamo che, alcune infiltrazioni, come quelle all’anca, devono essere ecoguidate: la mano del chirurgo, in questo caso, si muove visualizzando attraverso l’ecografo la direzione dell’ago così da introdurre la sostanza con estrema precisione e diminuire il rischio di effetti collaterali.

Qualsiasi sia la sostanza farmacologica da infiltrare, non bisogna dimenticare che vanno rispettate le regole di asepsi per evitare la complicanza più temibile: l'infezione. Lo specialista, inoltre, deve sempre verificare che il paziente non presenti allergie alle sostanze impiegate. Il paziente, da parte sua, dovrebbe sempre informarsi sulle indicazioni e le controindicazioni delle sostanze impiegate, nonché sugli effetti collaterali. In caso di soggetti in terapia anticoagulante lo specialista deve valutare il rapporto tra rischio e beneficio poiché la formazione di un ematoma può annullare i benefici dell’infiltrazione. I cicli infiltrativi, infine, cambiano a seconda della sostanza infiltrata e della risposta terapeutica.

Terapia infiltrativa: quali sostanze?

Farmaci

In passato l’unica possibilità a disposizione erano i farmaci derivati da antinfiammatori ed immunospressori e iniettati con l’intento appunto di diminuire l’infiammazione e il dolore articolare, evitando effetti collaterali al resto dell’organismo. Ancora oggi vengono utilizzati per la forte attività antinfiammatoria sia a livello intrarticolare sia tendineo. Possono però indebolire la cartilagine e il tessuto tendineo, sono controindicati in caso di diabete e va monitorata la pressione arteriosa. Sono in genere utilizzati per il trattamento di articolazioni infiammate in acuto.

Acido ialuronico

Un’ulteriore arma disponibile è l’acido ialuronico, una sostanza normalmente prodotta dal nostro corpo con lo scopo di proteggere e nutrire i nostri tessuti. Non ha effetti collaterali, ma produce benefici immediati sulle articolazioni del paziente, diminuendo il dolore e migliorandone le prestazioni. La funzione dell’acido ialuronico è infatti quella di visco-supplementare l’articolazione, ovvero migliorare le proprietà viscoelastiche del liquido sinoviale, un fluido sottile che come un velo protegge e nutre le cartilagini. La ricerca ha portato alla produzione di diversi tipi di acido ialuronico, che hanno differenti funzioni a livello articolare: alcuni si distinguono per proprietà visco-induttive, ovvero inducono le cellule sinoviali a produrre altro acido ialuronico endogeno, altri hanno una funzione di protezione dagli stress meccanici, una sorta di lubrificazione.In base alla problematica patologica si utilizzano acidi a peso più o meno alto, di conseguenza saranno necessarie quantità diverse di infiltrazioni: se a basso peso da 3 a 5, una sola per acidi invece ad alto peso in articolazioni già molto compromesse.

Collagene: proteggere i tessuti

Il collagene è una proteina già presente nel nostro organismo, ne costituisce quasi un terzo del totale proteico ed è fondamentale per cute, tendini, articolazioni e matrice extracellulare. Sono disponibili formulazioni di collagene per iniezioni sia intra sia periarticolari con lo scopo di andare a ricostituire il collagene danneggiato e proteggere i tessuti. In questo caso, in genere, le infiltrazioni necessarie sono più numerose rispetto all’acido ialuronico e possono arrivare sino a 10.

P.R.P., ovvero il plasma ricco di piastrine

Un'altra categoria di infiltrazioni comprende le sostanze derivate dal sangue o da tessuti dello stesso paziente. Rientra in questa categoria il P.R.P., ovvero il plasma ricco di piastrine, chiamato anche gel piastrinico o plasma ricco di fattori di crescita. È un derivato del sangue del paziente, centrifugato per estrarre le piastrine. Il concentrato ottenuto è ricco di proteine note come fattori di crescita, in grado di stimolare la proliferazione e differenziazione cellulare. Si tratta di sostanze che promuovono la riparazione dei tessuti danneggiati stimolando anche la neoformazione di vasi sanguigni. Questa metodica è disponibile già da diversi anni e viene utilizzata in ambito di medicina sportiva, ortopedica, vascolare, per il trattamento di differenti lesioni, da cutanee, come ulcere, a tendinee o cartilaginee. Pur essendo una terapia molto promettente, in letteratura i risultati sono ancora controversi, ciò è dovuto anche al fatto che esistono diverse metodiche con risultati sul prodotto finale molto differenti. Il vantaggio del PRP è che richiede una singola infiltrazione, eventualmente ripetibile a distanza di qualche mese.

Cellule Mesenchimali: l’ultima frontiera?

L'infiltrazione di cellule mesenchimali, estratte da tessuto adiposo, è oggetto di ricerche, ma sembrerebbe efficace per il trattamento di lesioni a tendini, legamenti cartilagini e osso, soprattutto in zone in cui il corpo è lento a rigenerarsi a causa della mancanza di flusso di sangue. Con questa metodica il tessuto adiposo vieni micro frammentato fornendo cellule mesenchimali attivate con proprietà anti-infiammatorie e in grado di poter promuovere la rigenerazione del tessuto danneggiato. Anche in questo caso, come per il PRP; la terapia è mono somministrazione.

Ortopedia e Traumatologia a Milano