La Chemioterapia Neoadiuvante (NAC) nel Trattamento Integrato delle Neoplasie della Mammella

La Chemioterapia Neoadiuvante (NAC) nel Trattamento Integrato delle Neoplasie della Mammella

Editato da: Marta Buonomano il 16/09/2020

Il nostro esperto in Chirurgia Generale a Bologna, il Dott. Riccardo Ferrarini, ci parla del ruolo della chemioterapia neoadiuvante nella terapia per il tumore al seno

donnaTumore al seno: come si sta evolvendo la terapia?

Il trattamento delle neoplasie maligne della mammella ha subito recenti cambiamenti, in particolare per le nuove conoscenze maturate in ambito biologico molecolare. Questo ha comportato un’integrazione sempre più profonda dei tre principali ambiti terapeutici senologici: la chirurgia, la radioterapia ed i trattamenti oncologici.

Che cos’è la chemioterapia neoadiuvante?

La chemioterapia neoadiuvante (NAC) consiste in una terapia oncologica sistemica eseguita prima del trattamento locoregionale della neoplasia. Molte situazioni cliniche possono predisporre ad un trattamento neoadiuvante preoperatorio. Oltre ai casi emblematici delle neoplasie infiammatorie e delle forme localmente avanzate, la NAC trova oggi indicazione in neoplasie caratterizzate da particolari parametri biologici, quali le forme triplo negative e le HER 2 positive.

Quali sono gli obiettivi della chemioterapia neoadiuvante?

Il trattamento chemioterapico neoadiuvante si propone di perseguire fondamentalmente i seguenti obiettivi:

  • Ridurre la massa tumorale al fine di permettere l’operabilità di lesioni all’esordio non trattabili chirurgicamente, oppure di consentire un approccio chirurgico conservativo laddove si valuti opportuna l’indicazione ad un intervento demolitivo in prima istanza;
  • Nelle pazienti con quadri biologici particolari, ovvero nei casi HER2 positivi e triplo negativi, l’impiego della NAC si prefigge di ottenere percentuali significative di risposte patologiche complete, che si correlano con un miglioramento della sopravvivenza libera da malattia e della sopravvivenza globale;
  • Ottenere informazioni sulla efficacia della farmacoterapia e sulla prognosi;
  • Ampliare le conoscenze circa la biologia ed il trattamento ottimale delle diverse tipologie di neoplasie mammarie, nell’ambito di studi clinici controllati.

Come sapere se un paziente si può sottoporre alla NAC?

donnaUn percorso adeguato per la selezione ed il trattamento ottimale delle pazienti candidabili a NAC prevede sempre una valutazione diagnostica strumentale con mammografia ed ecografia mammaria associata ad accurato esame clinico ed agobioptico. Fondamentale è la stadiazione preoperatoria mediante radiografia del torace ed ecografia dell'addome superiore, eventualmente completata da scintigrafia ossea previa valutazione ecografica dello stato linfonodale ascellare.

L’indicazione ad eseguire un trattamento chemioterapico neoadiuvante scaturisce sempre dopo attenta valutazione multispecialistica e multidisciplinare. Il ricorso ad una RNM mammaria pretrattamento ed al termine dei cicli di terapia risulta fondamentale per documentare il grado della risposta strumentale alla terapia.

Che intervento si potrà seguire dopo la NAS?

Relativamente al trattamento chirurgico successivo alla NAC, la tipologia dell’intervento può variare in funzione di numerosi fattori ed in particolare dai risultati dell’imaging successivo al trattamento neoadiuvante, dalla focalità e centricità tumorale osservata all’esordio, dall'imaging post CTNA ed infine dalla scelta consapevole ed informata delle pazienti.

Dai dati desumibili dalla letteratura esistente, il sempre più frequente ricorso alla NAC si è tradotto in un incremento della chirurgia conservativa con percentuali prossime al 30%.

In quali casi è invece indicata la radioterapia?

Per quanto riguarda infine il trattamento radioterapico adiuvante, risulta indicato in tutti i casi sottoposti a chirurgia conservativa, mentre la radioterapia mammaria post-mastectomia e l’irradiazione linfonodale regionale solo in casi selezionati.

 

In conclusione quindi la chemioterapia neoadiuvante si è dimostrata uno strumento fondamentale per lo studio “in vivo” dell'efficacia delle diverse terapie oncologiche, mentre alcuni punti restano ancora da approfondire circa la selezione delle pazienti sulla base delle caratteristiche molecolari della neoplasie, al trattamento da riservare alle pazienti non rispondenti alla terapia, al ruolo ed all’estensione della radioterapia adiuvante.

Chirurgia Generale a Bologna