I trapianti d’organo nell’era dei robot

I trapianti d’organo nell’era dei robot

Editato da: il 13/04/2024

La Chirurgia Robotica è sempre più diffusa in ambito medico. Il Dott. Alessandro Giacomoni, esperto in Chirurgia Generale a Milano, ci spiega i vantaggi di questa tecnica, usata anche per il prelievo d’organo

La chirurgia robotica: cos’è?

Il prelievo di organi utilizzando il Robot Da Vinci riguarda, al momento attuale, il prelievo di rene da donatore vivente a scopo di trapianto.

Negli Stati Uniti, ormai il 50% dei trapianti di rene è da donatore vivente e circa la totalità dei prelievi avviene utilizzando la tecnica mininvasiva laparoscopica tradizionale. La tecnica laparoscopica, utilizzata anche per numerosi e differenti interventi di chirurgia addominale, consiste nel gonfiare la cavità addominale con anidride carbonica e nel far passare attraverso la parete addominale stessa dei cilindri (trocar), al cui interno scorrono gli strumenti operatori e la telecamera. Gli strumenti chirurgici laparoscopici e la videocamera sono impugnati direttamente dai chirurghi.

La chirurgia robotica è una chirurgia mininvasiva: l’addome viene gonfiato anche in questo caso con anidride carbonica, vengono posizionati i trocar, ma gli strumenti chirurgici vengono attaccati a delle braccia meccaniche gestite in piena autonomia dal chirurgo, che sta comodamente seduto a una consolle staccata dal tavolo operatorio.

Quali sono i vantaggi della chirurgia robotica?

Rispetto alla tradizionale laparoscopia, la visione robotica è stabile e tridimensionale, gli strumenti sono estremamente snodati, precisi, stabili e facili da usare. Il robot annulla eventuali tremori del chirurgo. La posizione del primo operatore è ergonomica e comoda: ciò consente di potere mantenere la concentrazione a lungo e il gesto tecnico non risente della fatica e delle posture obbligate tipiche della laparoscopia.

Per questi motivi, manovre chirurgiche come la dissezione delle strutture anatomiche, l’annodare o il suturare risultano più facili con il robot. E dove le procedure sono più facili, il livello di sicurezza per il paziente aumenta.

Laparoscopia e robotica sono tecniche chirurgiche mininvasive. Il paziente beneficerà di tali tecniche rispetto alle tecniche open, in cui si opera aprendo l’addome attraverso un’incisione, in termini di:

  • Minore dolore post operatorio;
  • Minore degenza;
  • Migliore cosmesi;
  • Tempi di recupero più brevi.

Il robot rispetto alla laparoscopia fornisce al chirurgo un setting più facile in cui operare, che può tradursi in interventi più rapidi ma soprattutto più sicuri per il paziente.

Il Robot Da Vinci

Nell’immaginario collettivo, associamo la parola robot ad un macchinario simile all’uomo dotato di autonomia. Nel caso del sistema Da Vinci, il robot può essere considerata un’interfaccia meccanica di cui si serve il chirurgo. Il robot non ha alcuna iniziativa. Tutti i movimenti degli strumenti e della telecamera sono decisi ed eseguiti dal chirurgo.

Chirurgia robotica e trapianti

Nei trapianti d’organo da donatore vivente, il robot viene prevalentemente usato nel prelievo di rene con serie numericamente significative in USA, Francia, Italia, Olanda e India.

Nel trapianto di fegato da donatore vivente, il robot può anche essere utilizzato nel prelievo di lobo epatico sinistro ed emifegato destro, anche se il suo utilizzo in queste procedure è lontano dall’essere routinario.

Al Niguarda abbiamo iniziato nel 2009 il programma di prelievo di rene robotico da donatore vivente, mutuando l’esperienza dai colleghi dell’University of Illinois a Chicago, dove sono stato per apprendere le tecniche chirurgiche robotiche. Ad oggi abbiamo eseguito 124 prelievi robotici. La degenza media dei donatori è stata di 4 giorni e tutti sono tornati in breve alle loro attività lavorative e sociali.

Un altro aspetto interessante è quello del trapianto di rene col robot che viene già eseguito in alcuni centri, e può avere un razionale scientifico in pazienti selezionati quali i pazienti obesi.

Chirurgia robotica: le aspettative per il futuro

Credo che nel futuro il chirurgo si interfaccerà sempre di più con la tecnologia, che permetterà di utilizzare la cosiddetta “realtà aumentata”: il chirurgo potrà operare facendo affidamento su speciali navigatori che lo guideranno fra le strutture anatomiche, proprio come ora il navigatore ci guida nel traffico!

Già adesso il robot fa la parte del gigante nella chirurgia urologica, ma lo si usa anche per interventi ginecologici, nella chirurgia bariatrica, nella chirurgia del canale alimentare e nella chirurgia epatobiliopancreatica. Lo stesso robot che adesso usiamo verrà sempre più migliorato e, quando i costi di questi macchinari diventeranno sostenibili, soppianterà probabilmente la laparoscopia tradizionale.

 

Editor Karin Mosca

 

Chirurgia Generale a Milano