Cancro al colon-retto: quando e come si interviene chirurgicamente
Il tumore del colon-retto è una delle neoplasie più frequenti in Italia, ma grazie agli screening e ai progressi della chirurgia, le possibilità di guarigione sono oggi molto più elevate rispetto al passato. In questo contesto, la chirurgia rappresenta il trattamento principale, specialmente quando il tumore è localizzato e resecabile. Negli ultimi anni, le tecniche mini-invasive hanno profondamente modificato l’approccio chirurgico, migliorando i risultati e la qualità della vita post-operatoria
Perché la chirurgia è spesso il primo passo
Quando un tumore del colon o del retto viene diagnosticato in fase localizzata, la resezione chirurgica rappresenta il trattamento cardine. L’obiettivo è rimuovere completamente la porzione intestinale colpita, insieme ai linfonodi circostanti, per valutare l’estensione della malattia.
La chirurgia può essere:
- Curativa, nei casi in cui il tumore è confinato;
- Palliativa, per migliorare i sintomi in stadi avanzati (es. ostruzione intestinale);
- Profilattica, nei soggetti con predisposizione genetica (es. poliposi familiare).
Laparoscopia e robotica: il futuro è già presente
Oggi, molte resezioni del colon-retto vengono eseguite in laparoscopia o con assistenza robotica. Questi approcci mini-invasivi offrono vantaggi clinici significativi rispetto alla chirurgia tradizionale a cielo aperto:
- Tagli più piccoli;
- Meno dolore post-operatorio;
- Recupero più rapido;
- Minor rischio di complicanze infettive;
- Migliore risultato estetico.
Inoltre, in mani esperte, l’efficacia oncologica è sovrapponibile a quella della chirurgia open.
Chirurgia del retto: una sfida di precisione
Il trattamento chirurgico del retto richiede un’elevata precisione tecnica. In particolare, la resezione anteriore del retto con mesorectectomia totale è lo standard per i tumori situati nella parte medio-bassa del retto. La chirurgia robotica è particolarmente utile in questa sede per la possibilità di operare in uno spazio ristretto con maggiore controllo.
In alcuni casi selezionati, la chirurgia transanale (TaTME) consente di evitare una colostomia permanente, migliorando la qualità della vita del paziente.
Dopo l’intervento: cosa aspettarsi
Il decorso post-operatorio dipende dal tipo di intervento e dalle condizioni generali del paziente. La ripresa della funzione intestinale avviene in genere entro pochi giorni. La dimissione può avvenire entro una settimana nei casi non complicati.
La sorveglianza post-operatoria, inclusa l’eventuale chemioterapia adiuvante, viene definita in base allo stadio della malattia e al risultato dell’esame istologico.
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