Coronarografia: sai che cos’è?

Coronarografia: sai che cos’è?

Editato da: Cecilia Ghidotti il 09/11/2023

Devi sottometterti ad una coronarografia ma on sai di cosa si tratta? Il Dott. Riccardo Turri i spiega in questo articolo come avviene e cosa aspettarsi dallo strumento di diagnostica più utilizzato in ambito cardio vascolare

Che cos’è la coronarografia?

La coronarografia è un esame invasivo che permette al medico di visualizzare direttamente le coronarie, che sono le arterie che portano il sangue al cuore.

Come funziona la coronarografia?

Viene eseguita una puntura a livello dell’arteria radiale (l’arteria presente sul polso), o nel 10% dei casi a livello dell’arteria femorale (l’arteria presente sull’inguine), e con un piccolo catetere si procede fino a raggiungere le arterie del cuore. Mediante l’iniezione di mezzo di contrasto iodato e l’utilizzo di raggi X, il medico può quindi vedere se all’interno delle coronarie sono presenti dei restringimenti.

Fa male? Si viene addormentati?

L’esame viene eseguito da svegli mediante anestesia locale ed in genere non provoca grossi dolori o disturbi. È possibile somministrare se necessario un blando sedativo, ma in genere il paziente non viene mai completamente addormentato sia per ridurre i rischi dell’intervento, sia perché il medico può spiegare l’andamento dell’esame e dell’intervento man mano che viene eseguito concordando con il paziente la strategia terapeutica migliore.

È un esame pericoloso?

La coronarografia è un esame eseguito di routine ed i rischi sono molto bassi. I rischi aumentano nel caso in cui venga eseguito anche un trattamento delle coronarie (angioplastica), ma in tal caso il rischio dipende più dalla situazione preesistente (e quindi dalla gravità della patologia del paziente) che non dall’intervento di per sé; in ogni caso, i rischi sono molto contenuti. Il rischio più frequente (2-5% dei casi) è quello di una complicanza a livello del punto di inserzione dei cateteri (polso o inguine), ma in genere sono complicanze di facile diagnosi e rapidamente risolvibili.

È necessario il ricovero?

Nel caso in cui venga eseguita solo la coronarografia diagnostica e non sia necessario procedere mediante angioplastica coronarica, il paziente viene dimesso dopo poche ore di osservazione. Se invece viene eseguita l’angioplastica, è necessario un ricovero di 2 o 3 giorni.

Come funziona invece l’angioplastica coronarica?

Se il medico riscontra il restringimento di una o più coronarie, attraverso il catetere utilizzato per l’esame viene fatto scorrere un piccolo filo sul quale passa poi un palloncino, utilizzato per dilatare l’arteria ristretta. Viene poi successivamente applicata una piccola retina (stent) che serve a ritardare il più possibile un nuovo restringimento dell’arteria.

Cardiologia a Mirano