Cosa fare di fronte ad un neonato affetto da piede torto congenito?

Cosa fare di fronte ad un neonato affetto da piede torto congenito?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 04/02/2021

Il Piede Torto Congenito (PTC) è una deformità complessa del piede evidente alla nascita e quindi sviluppatasi in età gestazionale. Ne parla il Dott. Gaetano Pagnotta, esperto in Ortopedia Pediatrica a Roma

Come si presenta il PTC?

Il PTC si presenta con una serie di deformità sui propri assi - sia longitudinali sia trasversali – caratterizzati da una variabileNeonato rigidità. Per semplificare il PTC si presenta in equino, in supinazione e in adduzione (Immagine). La causa del PTC è duplice. Ad una componente pluri-genetica, si associa un fattore ambientale legato a condizioni precarie nella vita e nell’alimentazione della gestante. Ma di là da quanto detto il PTC è frequente, anche se con minore incidenza, nell’opulenta società occidentale con una frequenza di 1.2/1.3 su 1000 nati. Per dare un’idea della sua frequenza (secondo solo alle malattie cardiache congenite) basta ricordare che al mondo ogni tre minuti nasce un bambino con PTC. Nel sesso maschile si riscontra con una frequenza maggiore rispetto al sesso femminile.

Il PTC, grazie all’indagine ecografica prenatale, è stato osservato già alla quindicesima settimana di vita intrauterina, quando, per motivi sconosciuti, si manifesta una perdita di sincronia tra la crescita scheletrica e quella muscolare della gamba. Va inoltre ricordato che nel 10% dei casi si riconosce una causa neurologica (spina bifida, malattie neuro-muscolari) per cui in occasione della valutazione ecografica prenatale si ricorda sempre di controllare l’integrità della colonna lombare e la motilità in utero degli arti inferiori del bambino. Proprio in virtù della diagnosi ecografica prenatale siamo oggi in grado di programmare le modalità di parto (per esempio stabilire un cesareo in presenza di Spina Bifida o nel dubbio di malattia neuro-muscolare nel feto), ma specialmente siamo in grado di iniziare precocemente il trattamento terapeutico del PTC ben consapevoli che esso, con il tempo, tende ad irrigidirsi e a rendere più difficile la guarigione.

Che cosa fare dunque di fronte ad un neonato affetto da PTC?

La prima cosa è valutare la rigidità delle deformità. Come già detto precedentemente essa è molto variabile, probabilmente in virtù dell’eterogeneità dei geni coinvolti, ma comunque il trattamento terapeutico deve essere il più precoce possibile. A proposito di questo dobbiamo fare una precisazione, Il PTC è conosciuto sin dall’antichità per cui i metodi di trattamento sono stati molteplici e tutti sostenuti da successo. Succedeva però spesso che il trattamento fosse troppo robusto tanto da alterare la normale motilità del piede. Ecco perché nel tempo si è sempre più diffuso un metodo, quello ideato dal chirurgo spagnolo Ignazio Ponseti, naturalizzato americano, caratterizzato da un approccio molto meno aggressivo e riducendo la chirurgia ad un semplice allungamento del tendine d’achille per mezzo di una tenotomia, spesso condotta per via percutanea. Il trattamento consiste in una serie di gessi atti a correggere le varie deformità del piede che devono essere sostituiti settimanalmente, proprio per ottenere una correzione graduale ed evitare, ovviamente, compressioni in virtù della rapida crescita del bambino in questa fascia di età. Quando tutte le componenti della deformità sono state corrette, solitamente a circa due mesi di vita - sempre che il trattamento si sia intrapreso alla nascita - si affronta l’ultima deformità che è la più ostica a risolvere con i soli apparecchi gessati: l’equinismo con la retrazione achillea. Come detto essa si risolve con l’allungamento del tendine cui segue un ciclo di gessi per mantenere la correzione ottenuta. Se s’inizia alla nascita, e il metodo Ponseti è condotto da mani competenti ed esperte, a cinque mesi il bambino è molto frequentemente guarito. Senz’altro un risultato rimarchevole! Naturalmente bisogna ora attivarsi perché non ci sia una perdita di correzione o peggio una recidiva della deformità. È questo un aspetto che merita un approfondimento.

Il PTC è una deformità con un alto tasso di recidiva, forse perché sono diversi i geni responsabili, alcuni più deboli nella loro virulenza e presto esauritisi ed altri più persistenti. Inoltre non dimentichiamo il 10% di genesi neurologica che non sempre si acclara alla nascita. Ecco perché è importante la vigilanza da parte dei genitori ed un controllo stretto dell’ortopedico almeno fino a tre anni di età. Ignazio Ponseti è stato ben consapevole di tale rischio tanto da ideare un metodo di tutela della correzione e prevenzione della recidiva utilizzando un sistema notturno di sandali mantenuti in extrarotazione: il tutore di Denis-Browne. Esso va mantenuto fino ai ¾ anni sempre e solo di notte, insistendo presso i genitori sulla necessità di controlli periodici, sempre ricordando loro il rischio di perdita di correzione che si può manifestare in maniera subdola e poco appariscente tanto da dover ricorrere spesso ad una ripresa di trattamento gessato. Agendo in questo modo si può ottenere una correzione stabile e duratura permettendo al nostro bambino qualunque attività ludica e sportiva.

Ortopedia Pediatrica a Roma