Cosa fare quando il mal di schiena diventa insopportabile?
Il mal di schiena può diventare una condizione invalidante, ma prima di operare si deve intraprendere un percorso terapeutico basato su fisioterapia e ginnastica posturale. Il Prof. Alessandro Frati, esperto in Neurochirurgia a Roma, spiega quando operare e quali sono le tecniche ad oggi disponibili
Perché viene il mal di schiena?
Il dolore lombare cronico, più comunemente chiamato mal di schiena, è una condizione alquanto invalidante e rappresenta la principale causa di astensione dal lavoro nel mondo occidentale. Questo dolore è un sintomo causato dall’invecchiamento della colonna vertebrale e in particolar modo del disco intervertebrale, che è formato principalmente da acqua: con il passare del tempo il disco perde gradualmente la sua idratazione e si assottiglia. A causa di questa condizione le vertebre tendono a muoversi troppo e le faccette articolari, ovvero le articolazioni che garantiscono la mobilità della colonna, iniziano a strusciare l’una contro l’altra e, infiammandosi, provocano dolore.
Cosa succede quando la patologia peggiora?
Pazienti affetti da dolore lombare cronico soffrono di attacchi di mal di schiena violentissimi e a volte paralizzanti (il cosiddetto colpo della strega) che possono portare a rimanere bloccati a letto per diverse settimane. È possibile che questi episodi si verifichino anche due o tre volte l’anno, andando a compromettere notevolmente la qualità di vita delle persone. Un classico esempio è quando il disco vertebrale si assottiglia e si abbassa a causa della perdita della sua normale idratazione. In questo caso le strutture vertebrali si infiammano e insorge la cosiddetta sindrome faccettale, ovvero quando i ganci che permettono alle vertebre di rimanere attaccate fra loro si muovono troppo e le infiammano, causando la produzione di un liquido che stimola i nervi e provoca dolore al paziente. Si può quindi affermare che il dolore lombare cronico è associato all’instabilità vertebrale.
Quando è necessario operare?
Se i pazienti non hanno tratto beneficio dalle terapie conservative (fisioterapia, ginnastica posturale…), ovvero quelle tecniche che rinforzano e allungano i muscoli addominali e lombari contribuendo a rendere più stabile la colonna, sarà allora necessario intervenire chirurgicamente. La chirurgia ha da un lato l’obiettivo di bloccare le vertebre e dall’altro quello di correggere i difetti di curvatura vertebrale (come le scoliosi degenerative) o lo sbilanciamento della colonna sul piano sagittale, la cosiddetta rettilineizzazione. La colonna vertebrale, infatti, deve presentare una curvatura a convessità anteriore nella zona lombare perché questo è il sistema migliore per scaricare il peso del corpo. Quando la colonna perde tale curvatura e si rettilineizza, lo stress sulle strutture vertebrali aumenta favorendo l’insorgenza di episodi di mal di schiena.
Perché sottoporsi all’intervento chirurgico?
La chirurgia può essere quindi la risposta definitiva a questa problematica e grazie alle tecniche mininvasive, senza perdite di sangue e senza incisioni open, il paziente potrà tornare velocemente alle sue attività quotidiane. La maggior parte delle persone che soffre di dolore lombare cronico e mal di schiena riferisce di sentire un peso sulla colonna, di sentirsi molto contratto e irrigidito: tuttavia molto spesso gli stessi pazienti sono terrorizzati dall’idea che viti, barre o gabbie all’interno delle proprie vertebre possano portare ad una maggior rigidità della schiena. In realtà, è la condizione di instabilità vertebrale e di discopatia degenerativa che rendono i muscoli posteriori della colonna più contratti, per cui i pazienti dopo l’operazione si sentiranno molto meno rigidi rispetto a prima dell’intervento.