Diagnosi Integrata del Tumore alla Prostata: un esempio di come l’approccio diagnostico multiplo sia essenziale

Diagnosi Integrata del Tumore alla Prostata: un esempio di come l’approccio diagnostico multiplo sia essenziale

Editato da: il 20/06/2023

Il tumore alla prostata si sviluppa molto raramente negli uomini sotto i 40 anni ma aumenta sensibilmente tra una volta superati i 65 anni. Il Dott. Carlo Bellorofonte, esperto in Urologia a Milano, spiega come la Diagnosi Integrata aiuti ad individuare in maniera accurata questo tumore

Cos’è la Diagnosi Integrata?

La Diagnosi Integrata si basa sull’esecuzione di molteplici esami con diverse metodiche al fine di ottenere una diagnosi quanto più accurata nell’individuazione del carcinoma alla prostata.

PSA o Antigene Prostatico Specifico

Il PSA è un enzima prodotto dalle cellule prostatiche, non dalla neoplasia, e da esse può essere rilasciato nel sangue. Un elevato valore di questo marcatore può essere indice di un tumore della prostata. Tuttavia può essere alterato anche in caso di infezione (prostatite) o Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB). Il PSA è stato quindi associato ad altri parametri ottenendo così due differenti indicatori diagnostici: PSA VELOCITY e PSA DENSITY. Il primo valuta l’incremento dei valori dell’enzima in un determinato lasso di tempo: è dimostrato come negli uomini affetti da tumore della prostata questo valore cresca rapidamente. Il PSA DENSITY invece mette in rapporto il PSA con le dimensioni della ghiandola prostatica.
Comunque il PSA non basta per effettuare la diagnosi di tumore alla prostata.

Diagnostica Elettromagnetica

La diagnostica elettromagnetica è una moderna tecnica per la diagnosi dei tumori della prostata creata per evitare i disagi delle più invasive indagini tradizionali. A differenza di queste ultime, infatti, la sonda viene applicata esternamente all’area da analizzare ed è in grado di esaminare, tramite l’emissione di onde elettromagnetiche, la ghiandola prostatica. Questa tecnologia non solo non è invasiva ed ha tempistiche molto ridotte (pochi minuti), ma si rivela inoltre accurata nel 90% dei casi nel riscontrare anche lesioni piccolissime.

Esplorazione Rettale (DRE)

L’Esplorazione Rettale consiste nella palpazione della prostata per via rettale. È uno dei metodi diagnostici più invasivi e fastidiosi e, benché utile per verificare la presenza di un indurimento della ghiandola, rimane ad oggi poco accurata poiché non consente neppure l’esplorazione completa della ghiandola prostatica.

Uroflussometria

Attraverso questo esame si misura il flusso di urina al momento della minzione. Questa analisi si esegue con un flussometro che registra e presenta in maniera grafica il flusso di urina. La qualità del flusso urinario è importante nella decisione terapeutica di questa patologia.

Ecografia Prostatica Transrettale (TRUS)

L’Ecografia Prostatica Transrettale è un’altra tecnica indicata per rilevare possibili carcinomi della prostata. L’indagine prevede l’uso di una sonda ecografica che inserita nella cavità rettale utilizza ultrasuoni per produrre immagini dell’area prostatica. Con l’ausilio di questa apparecchiatura si eseguono anche le biopsie prostatiche ed è possibile calcolare il PSA DENSITY.

L’Antigene 3 del tumore prostatico (PCA3)

Il test dell’Antigene 3 del tumore prostatico si basa sull’individuazione del marcatore tumorale dell’Antigene 3 o PCA3, una macromolecola che non può essere sintetizzata in proteina dal nostro corpo. Se individuato attraverso il test, le probabilità di tumore vengono stimate intorno al 95%.

Risonanza Magnetica Multiparametrica

La Risonanza Magnetica Multiparametrica Prostatica (mpMRI) è utile nei soggetti con elevato sospetto di tumore alla prostata, soprattutto se già con precedenti biopsie risultate negative. Il macchinario si basa sull’uso di campi magnetici per creare immagini della ghiandola prostatica. Con particolari sequenze usate per l’analisi del tessuto prostatico si possono localizzare aree maggiormente sospette per malattia neoplastica.

Biopsia prostatica transrettale ecoguidata tradizionale

La biopsia tradizionale si effettua in ultima battuta solo dopo che il percorso di diagnostica integrata ha mostrato un ragionevole dubbio di presenza di malattia tumorale prostatica. Sotto guida ecografica si raccolgono campioni casuali di tessuto dell’intera ghiandola e si inviano per un’analisi istologica. Il processo di raccolta non richiede più di 20-30 minuti ed i risultati sono disponibili generalmente dopo una settimana.
Le nuove tecnologie permettono la fusione delle immagini di risonanza magnetica ed ecografiche al fine di eseguire biopsie prostatiche mirate (Biopsia FUSION) e prelevare campioni soprattutto dalle aree più sospette della ghiandola prostatica.

Urologia a Milano