La durata di un impianto protesico di ginocchio e di anca: vecchie e nuove prospettive
La chirurgia protesica del ginocchio e dell’anca ha subito notevoli progressi negli ultimi decenni, trasformando la qualità della vita di milioni di pazienti in tutto il mondo. Tuttavia, uno dei principali interrogativi che i pazienti si pongono riguarda la durata dell’impianto protesico. Con questo articolo il il Dott. Andrea Cochetti vuole fare luce su come sono cambiate le prospettive nel tempo, introducendo anche le innovazioni che sta adottando nel suo centro, in particolare l’uso delle tecniche robotiche, per garantire una maggiore precisione e una durata più lunga delle protesi.
Le vecchie prospettive sulla durata degli impianti
Negli anni passati, le protesi di ginocchio e anca erano considerate soluzioni temporanee, destinate soprattutto a pazienti anziani. La durata media di un impianto protesico, infatti, veniva stimata intorno ai 10-15 anni. Dopo questo periodo, si riteneva probabile dover affrontare un intervento di revisione, soprattutto in pazienti più giovani e attivi, nei quali l’usura dei materiali e il rischio di fallimento protesico erano più elevati.
Le protesi utilizzate in passato, pur rappresentando una soluzione rivoluzionaria, presentavano una serie di limitazioni. La tecnica chirurgica basata sull’esperienza visiva e manuale del chirurgo, infatti, poteva portare a piccoli errori di posizionamento che, nel tempo, contribuivano all’usura precoce dell’impianto e a una minore durata complessiva.
Le nuove prospettive: protesi più durature
Grazie ai progressi tecnologici e all’innovazione nei materiali, oggi la durata degli impianti protesici è significativamente migliorata. Gli studi più recenti dimostrano che le protesi di ultima generazione non hanno più una data di scadenza e possono tranquillamente durare anche 25 anni o più, soprattutto se l’intervento viene eseguito con tecniche all’avanguardia e materiali di qualità.
Uno dei fattori determinanti è il miglioramento dei materiali protesici, come l’uso di polietilene ad alta densità per le superfici di contatto, ceramica e leghe di metallo altamente resistenti. Questi materiali riducono notevolmente l’usura, che era una delle principali cause di fallimento precoce degli impianti nelle generazioni precedenti.
Tecniche robotiche: un nuovo standard per la chirurgia protesica
Nel nostro centro stiamo adottando tecniche all’avanguardia per migliorare ulteriormente la precisione e la durata delle protesi, e l’uso della chirurgia robotica è uno degli sviluppi più significativi. Grazie alla tecnologia robotica possiamo infatti garantire un posizionamento estremamente accurato delle componenti protesiche, riducendo il rischio di errori che potrebbero compromettere la durata dell’impianto. Il sistema robotizzato Mako ne è un esempio.
Le tecniche robotiche offrono ulteriori vantaggi:
- Precisione millimetrica: la robotica permette di pianificare e realizzare l’intervento con una precisione che va oltre la capacità manuale del chirurgo, tale da ridurre l’usura asimmetrica dell’impianto e prolungare la sua durata.
- Personalizzazione: con la robotica possiamo adattare l’intervento alle esigenze anatomiche specifiche di ogni paziente, migliorando la stabilità dell’impianto.
- Minor rischio di complicanze: una maggiore precisione nella fase chirurgica riduce le probabilità di dover ricorrere a interventi di revisione protesica in futuro.
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Conclusione
Grazie ai progressi nella progettazione degli impianti e all’uso di tecnologie avanzate come la chirurgia robotica, le prospettive per i pazienti che necessitano di una protesi di ginocchio o anca sono notevolmente migliorate. Se in passato si parlava di 10-15 anni di durata, oggi è possibile aspettarsi che le protesi di ultima generazione non abbiano una scadenza, soprattutto se posizionate con tecniche chirurgiche precise come quelle robotiche.