Emorroidi: un problema solo quando fanno parlare di sé

Emorroidi: un problema solo quando fanno parlare di sé

Editato da: Alice Cattelan il 15/12/2022

Le emorroidi sono delle strutture anatomiche presenti fin dalla nascita contenute nelle pareti del canale anale come ispessimenti a forma di cuscinetti. Hanno una funzione di natura meccanica in quanto ammortizzano il trauma quotidiano del passaggio delle feci verso l’esterno; contribuiscono per un 15%, ad impedire la fuoriuscita involontaria di feci e gas

Quando le emorroidi diventano un problema?

Parliamo di malattia nel momento in cui le emorroidi perdono il loro contatto con la parete del canale anale e tendono a prolassare verso l’esterno con la comparsa dei sintomi come fastidio, bruciore, dolore, prurito, perdite, sanguinamento, prolasso. Peraltro tali sintomi possono essere causati da altre patologie del canale anale e del colon-retto, ed è pertanto necessaria una diagnosi precisa ed accurata al fine di escludere la presenza di ragadi, fistole, ascessi, trombosi, infiammazioni, tumori.

Quali sono le fasi della malattia?

Si distinguono 4 gradi di malattia. Nei primi due gradi le emorroidi pur gonfiandosi e cominciando a farsi sentire con prurito, fastidio, perdite e sanguinamento, tendono a rimanere nel canale anale. Nei gradi 3° e 4° le emorroidi tendono a rimanere prolassate all’esterno determinando una serie di sintomi che possono, nei casi più gravi, peggiorare la qualità di vita: può comparire dolore oltre a perdite di muco e sangue, prurito, fino all’incontinenza con necessità di proteggersi con pannolino.

Come avviene la diagnosi e come possono essere curate le emorroidi?

Per la diagnosi di malattia emorroidaria è indicato sottoporsi ad una visita specialistica Proctologica completa, nel corso della quale verranno effettuate, oltre all’esame clinico, una rettoscopia ed una anoscopia.

La cura prevede innanzitutto la dieta ricca di fibre e le modificazioni dello stile di vita, indicate in tutti i gradi di malattia. Favorire un’evacuazione senza spinte eccessive, evitando “visite al bagno” ripetute e/o prolungate. Mantenere una moderata attività fisica e idratarsi costantemente assumendo liquidi durante l’intero arco della giornata.

Quando si sia giunti ad una precisa diagnosi di malattia emorroidaria ed i sintomi non tendono a non recedere con i presidi sopradescritti, allora è necessario iniziare una terapia medica.  I farmaci più comunemente impiegati sono quelli che agiscono sulla componente vascolare delle emorroidi: vene e arterie; cosiddetti flavonoidi, derivati anche da piante e frutti. Localmente si impiegano creme, unguenti e gel a scopo lenitivo e stimolante la guarigione dei tessuti. Sono inoltre utili le fibre ed i lassativi emollienti e osmotici al fine di ottenere feci compatte e soffici.

L’impiego di cortisonici, anestetici ed antinfiammatori/antidolorifici è consigliato solo per brevi periodi, quando compare dolore e importante infiammazione.

Quando è necessaria la terapia chirurgica?

La terapia chirurgica della malattia emorroidaria si rende necessaria in una percentuale che non supera il 20% dei gradi 3° e 4°; prima di arrivarci, oltre alla terapia medica, abbiamo a disposizione una serie di terapie ambulatoriali. La legatura elastica e la sclerosi sono i trattamenti ambulatoriali più comunemente impiegati per la cura nei primi stadi della malattia emorroidaria.

L’asportazione chirurgica delle emorroidi è l’intervento più radicale con percentuali di successo intorno all’95%. Tuttavia questa procedura è gravata da tempi di guarigione definitiva piuttosto lunghi, intorno ai 30, con perdite di siero, sangue e dolore da moderato a grave.

Altri interventi meno invasivi, che non prevedono l’asportazione delle emorroidi ma la loro conservazione, prevedono il riposizionamento delle strutture prolassate all’interno del canale anale. Questi interventi sono più accettati perché meno dolorosi, con tempi di guarigione più contenuti e più rapido ritorno alle normali attività della vita quotidiana e al lavoro. Tra questi gli interventi più eseguiti in regime di Day Surgery sono l’Anopessia secondo Longo e la legatura dei vasi che portano sangue alle emorroidi più la legatura del prolasso (THD). Questa tipologia di interventi tuttavia se da un lato prevedono tempi di recupero più brevi e meno dolore, sono gravati da una percentuale più elevata di recidiva dei sintomi e/o della malattia emorroidaria con necessità di dover poi intervenire di nuovo con tecniche ambulatoriali e nei casi più gravi con intervento chirurgico di asportazione delle emorroidi.

Chirurgia Generale a Padova