Fratture vertebrali? Curale con la cifoplastica percutanea!

Fratture vertebrali? Curale con la cifoplastica percutanea!

Editato da: Marta Buonomano il 04/06/2020

Che cos’è la cifoplastica e a cosa serve? Ce lo dice il nostro esperto in Chirurgia mininvasiva della colonna vertebrale (Neuroradiologia Intervenzionale) a Milano, il Prof. Giuseppe Bonaldi

Fratture vertebrali: da cosa possono essere causate?

donna con dolore alla schienaLe vertebre possono fratturarsi o collassare a causa della riduzione della resistenza meccanica del tessuto osseo conseguente a una diminuzione della sua calcificazione (durezza). L'osteoporosi primaria è la causa principale della fragilità ossea, ed è soprattutto frequente nella donna in menopausa. Tuttavia, queste non sono le uniche condizioni responsabili della riduzione del tessuto osseo. Essa può essere determinata anche da patologie concomitanti, quali ipertiroidismo, tumori benigni e maligni (in particolare il mieloma multiplo), trattamenti di chemioterapia e radioterapia, immobilità prolungata, malnutrizione, ecc. Anche particolari trattamenti farmacologici, quali l'utilizzo prolungato di corticosteroidi, possono contribuire alla riduzione della massa ossea e dunque ad un incremento del rischio di frattura vertebrale (osteoporosi secondaria).

Quali sono i sintomi di una frattura vertebrale?

Il dolore è il sintomo principale che si è verificata una frattura vertebrale. Se si manifesta in maniera persistente per diversi giorni, si consiglia di consultare il proprio medico per identificarne le cause e stabilire l’iter terapeutico da intraprendere. Ovviamente se il dolore è intenso e insorge acutamente dopo una caduta bisogna recarsi immediatamente in un pronto soccorso. Il dolore aumenta con il carico e si riduce a riposo. La sua localizzazione tende a corrispondere al livello vertebrale fratturato (collo, dorso, regione lombare, sacro); esso può tuttavia irradiarsi a distanza, come alle regioni delle coste o agli arti. Nei casi peggiori il dolore è invalidante e resistente alle terapie farmacologiche.

Nel lungo periodo, anche con dolore modesto o in assenza di dolore, è importante eseguire controlli periodici della statura e della postura del paziente. Tale verifica diviene essenziale in presenza di fattori di rischio, quali l'osteoporosi o sospetta tale. Questo tipo di fratture può infatti provocare un collasso vertebrale e, di conseguenza, una riduzione della statura, oltre ad un’accentuazione della cifosi dorsale (conosciuta anche come “gobba della vedova”). Tale curvatura convessa può pronunciarsi a tal punto da compromettere l’equilibrio del paziente e comprimere la cavità toracica, causando difficoltà respiratorie, inappetenza ed insonnia.

Come si formula la diagnosi?

Si consiglia di contattare tempestivamente il proprio specialista in caso di insorgenza di dolori insoliti alla schiena. La diagnosi precoce può offrire infatti più opzioni terapeutiche. Per rilevare la presenza di una frattura vertebrale da compressione, saranno necessari un esame obiettivo e l’esecuzione di esami strumentali (es. radiografia). L’esame più importante è la Risonanza Magnetica, che non solo visualizza perfettamente tutti i cedimenti vertebrali eventualmente presenti, ma soprattutto distingue quelli recenti (da trattare) da quelli vecchi, ormai guariti spontaneamente (e quindi da non trattare, perché ormai asintomatici).

Quali sono le indicazioni all’intervento di cifoplastica?

Le principali indicazioni all’intervento di cifoplastica sono rappresentate dalle fratture vertebrali. La frattura vertebrale da compressione si verifica quando il corpo della vertebra collassa (si riduce in altezza), per traumatismi di modesta entità, oppure anche di assenza di traumi noti. La fragilità ossea (osteoporosi) è il fattore che con più frequenza può causare delle fratture vertebrali da compressione.

Che cos’è la cifoplastica?

uomo con mal di schienaIn presenza di una frattura vertebrale, solitamente il primo trattamento è di tipo conservativo, cioè non chirurgico: busto rigido, immobilità con allettamento prolungato, terapia medica antalgica. Questi trattamenti presentano diversi svantaggi: i busti sono spesso mal tollerati, l’allettamento peggiora l’osteoporosi e la respirazione, la terapia medica può non essere sufficiente a controllare il dolore. Soprattutto, bisogna considerare il rischio di una progressione della frattura, che può esitare in gravi deformità, che alterano sia la postura, sia la biomeccanica del rachide causando una predisposizione ad ulteriori fratture. Per tale motivo sono state proposte diverse soluzioni chirurgiche, ma le più efficaci e sicure si sono dimostrate la vertebroplastica, in uso dai primi anni ’80, e la cifoplastica, introdotta alla fine degli anni ’90. La vertebroplastica si utilizza nei casi più semplici: consiste nell’iniezione all’interno del corpo vertebrale fratturato, sotto guida radioscopica, di cemento acrilico (biocompatibile, e utilizzato in ortopedia da molti decenni). La procedura è percutanea, cioè eseguita senza tagli chirurgici ma semplicemente utilizzando aghi di opportune dimensioni. Il cemento solidifica in pochi minuti e consolida la frattura, impedendo la progressione del cedimento ed eliminando la sintomatologia dolorosa.

Come si esegue la cifoplastica?

La cifoplastica è un po’ più complessa della semplice vertebroplastica, ma presenta alcuni significativi vantaggi. È anch’essa una procedura percutanea, e può essere eseguita sia in anestesia generale, sia in semplice sedazione. Le cannule introdotte nel corpo vertebrale fratturato sono di dimensioni lievemente maggiori. Attraverso queste ultime, prima dell’iniezione del cemento si introducono nel corpo vertebrale sistemi ad espansione, che possono essere rappresentati sia da palloncini gonfiabili a parete rigida, sia da cricchetti meccanici. L’espansione di questi sistemi consente una ricomposizione dei frammenti ossei di frattura e soprattutto un recupero dell’altezza del corpo vertebrale, in precedenza schiacciato dal cedimento osseo. Inoltre, i sistemi di espansione, soprattutto i palloncini, creano un vuoto a bassa pressione dove si raccoglie il cemento iniettato, limitando così il rischio di fughe dello stesso in direzioni indesiderate (al di fuori della vertebra). Quindi la cifoplastica, anche se un po’ più complessa della vertebroplastica, è più sicura e consente di ottenere un migliore risultato clinico: eliminazione del dolore, recupero dell’altezza della vertebra con miglioramento della postura, minor rischio di fratture successive da alterata biomeccanica della colonna vertebrale.

Come si presenta il recupero post-intervento?

Il recupero è solitamente molto rapido: il paziente si alza il giorno stesso dell’intervento e può essere dimesso già il giorno successivo. Anche il sollievo dal dolore è solitamente rapido, al massimo in pochi giorni ma più spesso immediato. Le complicanze possibili esistono ma, con esperienza, una buona tecnica e buone apparecchiature chirurgiche, sono molto rare: principalmente infezione o embolia di cemento, soprattutto in direzione del polmone. Personalmente non ho mai osservato complicanze gravi negli oltre tremila casi da me trattati.

radiografia colonna vertebrale

FRATTURE VERTEBRALI

Le frecce indicano una frattura recente del corpo di L2: la frattura è fresca perché il segnale di risonanza magnetica indica la presenza di edema. Due livelli sopra anche il corpo di D12 è ridotto in altezza, ma il segnale RM è normale, quindi la frattura non è recente (si è riparata spontaneamente). Per L2 vi è indicazione a cifoplastica, non per D12.

radiografia colonna vertebrale

CIFOPLASTICA

Immagini riprese durante l’intervento. A sinistra recupero dell’altezza dei corpi vertebrali con espansori meccanici e riduzione delle fratture; a destra dopo iniezione del cemento che ingloba gli espansori e fissa il risultato, ridando solidità all’osso.

Neurochirurgia a Milano