Infezioni alle vie urinarie: come curarle?
Un giusto approccio sullo stile di vita, sulle proprie abitudini, nutrizione e il modo di urinare dei pazienti può prevenire l’insorgere delle infezioni delle vie urinarie, nell’uomo e nella donna. La Dott.ssa Gabriella Mirabile, esperta in Urologia a Roma, ci spiega come il nostro corpo riesca a difendersi e quali sono gli accertamenti corretti da fare
Quali sono i meccanismi che il nostro organismo mette in atto per difendersi dalle infezioni?
In primis il flusso urinario che determina un continuo lavaggio delle vie urinarie. In secondo luogo la composizione dell’urina stessa, il suo pH, osmolarità, la presenza di urea e di acidi organici limitano la proliferazione dei patogeni, la presenza di proteine dotate di proprietà battericide (alfa e beta defensine, catelicidina) e di immunoglobuline (IgA) - riducono adesione e invasione dei patogeni. Come ultimo ma fattore estremamente importante è l’integrità e la caratteristica dell’urotelio.
La parete vescicale è un “organo” estremamente complesso, un infinità di studi scientifici ogni anno incrementano le nostre conoscenze a riguardo. Esistono 3 strati muscolari, un subepitelio e urotelio caratterizzato da strati di cellule particolari, la cui struttura architettonica fornisce caratteristiche di distensibilità e permeabilità uniche nell’organismo. Lo strato più superficiale inoltre è ricoperto da una complessa struttura barriera di glicosamminoglicani (coating) che “proteggono” gli strati sottostanti dall’adesione dei germi, dalla formazione di microscristalli e fungono da “cancello” per la permeabilità o meno delle sostanze nocive piuttosto che nutrienti.
Tutti questi strati sono fittamente in comunicazione l’uno con l’altro in un “sensory web”. E il danneggiamento degli strati a seguito di stimoli nocivi può determinare i complessi sintomi che conosciamo in corsi di infezione.
Nonostante tutti questi meccanismi protettivi esistono dei germi particolarmente virulenti, in grado di superare le barriere e formare dei reservoir quiescienti e persistenti, non raggiungibili dagli antibiotici e responsabili delle infezioni recidive.
Quali sono i principali sintomi?
Dolore alla minzione, bruciore, sensazione di peso pelvico, pollachiuria (bisogno di urinare tante volte) tenesmo vescicale (stimolo ad urinare anche in assenza di urine) urgenza minzionale, nel MASCHIO in più si può aggiungere il dolore perineale, ai testicoli o il bruciore in corso di eiaculazione e le secrezioni uretrali.
Si può avere anche sangue nelle urine?
Voglio spendere una parola per questo importantissimo sintomo che spesso si può associare ad una cistite ma che è anche l’unico sintomo che può dare qualcosa di ben più pericoloso all’interno dell’apparato urinario. Quindi MAI sottovalutare la presenza di sangue nelle urine soprattutto se si verifica in ASSENZA di altri disturbi!!!!! Spesso l’ematuria, spesso confusa per cistite, viene erroneamente trattata con gli antibiotici rischiando di portare ad un ritardo diagnostico di neoplasia.
Quali accertamenti conviene fare?
Sicuramente esame urine ed urinocoltura con antibiogramma, se negativo dovrebbero essere ricercati anche germi meno comuni, nel maschio può essere utile la spermiocoltura o i tamponi uretrali data la frequente negatività dell’urinocoltura.
In caso di recidiva è sempre bene eseguire un esame di imaging di primo livello, un’ecografia dell’apparato urinario (reni e vescica) con valutazione del residuo postminzionale.
Un’uroflussimetria, esame tanto banale quanto fondamentale per diagnosticare problemi minzionali e accertare il corretto svuotamento della vescica.
Per passare poi ad esame di secondo livello, più complessi ed invasivi come la cistoscopia flessibile o l’esame urodinamico invasivo.
È sempre necessario prendere antibiotici?
Sarebbe sempre bene prenderne meno antibiotici possibile, perché nonostante siano in grado di “guarire” l’infezione, d’altra parte possono causare un dismicrobismo intestinale che può essere alla base delle reinfezioni e soprattutto un antibiotico resistenza che sempre più frequentemente rende al medico difficile affrontare l’infezione.
Da sempre le urine sono state considerate sterili, un dogma messo in discussione da sempre più numerosi studi scientifici che dimostrano come anche a livello urinario esista un microbiota, come quello intestinale, composto da germi saprofiti, non patogeni ma che convivono in equilibrio con le nostre cellule e le cui alterazioni potrebbero essere alla base di molte più patologie di quanto sappiamo ad oggi.
Come si fa a curare le infezioni del basso tratto urinario maschile e femminile?
Sicuramente l’acqua, di qualsiasi tipo, è in grado di fare moltissimo nella cura delle cistiti. Dire di soffrire di cistite e “non essere abituati a bere” è un grosso controsenso ed il primo errore da correggere se ne vuole uscire.
Bere aiuta la fisiologica eliminazione della carica batterica con le urine oltre ad aiutare la regolarizzazione dell’alvo.
Esistono numerose sostanze naturali (come il mirtillo rosso, il D Mannosio, l’uva ursina, curcuma quercetina) che è stato scientificamente provato siano in grado di ridurre l’adesione cellulare alla parete vescicale o ridurre la sintomatologia fastidiosa, oppure l’acido ialuronico e i glicosamminoglicani, che hanno dimostrato risultati favorevoli nel trattamento della cistite interstiziale, della cistite da radioterapia, della cistite causata dal trattamento con BCG (una particolare terapia contro il tumore della vescica) e della sindrome del dolore vescicale.
I microrganismi probiotici ostacolano la proliferazione dei ceppi batterici patogeni, competendo con il loro nutrimento, occupando i possibili siti di adesione alle pareti intestinali e producendo sostanze antibiotiche attive che ne inibiscono la replicazione. Ciò nonostante, se la dieta non è bilanciata e troppo a favore dei grassi e delle proteine (quindi carente in fibre e carboidrati), la condizione del lume intestinale può volgere a favore dei patogeni o anche semplicemente dei putrefattivi. Per questo è estremamente utile nell’approccio terapeutico fornire indicazioni nutrizionistiche perché sarebbe poco utile fare ricorso ad una terapia di fermenti lattici probiotici senza prima aver corretto simili abitudini.
La riabilitazione dei muscoli del pavimento pelvico con elettrostimolazione e biofeedback e fisiochinesiterapia può far tornare fisiologica una minzione e defecazione patologica, dissiergica alla base delle infezioni ricorrenti. Il meccanismo è sconosciuto, ma può essere dovuto all'incompleto rilasciamento dello sfintere urinario. L'elevata pressione urinaria che ne risulta può provocare anche nel maschio, un reflusso urinario nella prostata (che innesca una reazione infiammatoria) o determinare una maggiore attività autonomica pelvica che porta a dolore cronico senza infiammazione.
A volte gli estrogeni per via locale nelle donne in menopausa possono aiutare, come i lubrificanti in corso di rapporti, naturalmente attenzione ai rapporti anali non protetti, sempre controllare che il partner non sia portatore asintomatico dello stesso germe.
Indumenti intimi, utilizzare solo cotone bianco o seta non trattata che possa ridurre la reattività cellulare a livello dermatologico.
A volte un intervento chirurgico disostruttivo nel maschio adulto può risolvere una volta per tutte il problema, se le infezioni recidivanti sono associate ad ostruzione cervico-uretrale. Stesso discorso vale per le donne affette da prolasso degli organi pelvici.
Nei paziente con catetere vescicale le urine non saranno mai sterili, non serve assumere antibiotici ogni cambio catetere perché non faranno altro che aumentare la resistenza, conviene piuttosto tenere sotto controllo la sensibilità antibiotica con urinocolture e antibiogramma seriate solo per essere pronti ad agire con farmaci giusti in caso di sintomi tipo febbre.