Laparocele: tutto quello che devi sapere!

Laparocele: tutto quello che devi sapere!

Editato da: Antonietta Rizzotti il 03/03/2020

Il laparocele o ernia incisionale è una condizione patologica che si verifica a distanza variabile di tempo da un intervento chirurgico in addome. La sutura eseguita al tempo dell’intervento per vari motivi può cedere portando alla formazione di una o più brecce attraverso cui fuoriesce contenuto addominale. Ne parla il Dott. Salvatore Motta, esperto in Chirurgia Generale a Catania

Che cos’è il laparocele?

Si tratta dunque di vere proprie ernie post-operatorie. I visceri possono rientrare spontaneamente in addome quando si Addome donnaassume una posizione di riposo quale quella supina oppure rientrare sotto spinta manuale dall’esterno. Talora però i visceri si “incarcerano” attraverso la breccia (porta erniaria) e non rientrano più con due rischi, l’occlusione intestinale o lo strozzamento (in cui la sofferenza vascolare delle anse intestinali può portare alla necrosi). Si tratta di complicanze serie che richiedono un trattamento chirurgico d’urgenza con la necessità talora di eseguire resezioni intestinali.

Quali possono essere le conseguenze di un’ernia incisionale?

I disturbi più comuni legati al laparocele sono rappresentati dalla comparsa di una o più tumefazioni della parete addominale, talora accompagnate da dolore e/o disturbi dell’alvo. Va inoltre considerato che col passare del tempo si assiste ad una progressiva atrofia dei muscoli che delimitano la porta erniaria con la conseguenza di un possibile aumento di dimensioni del laparocele fino ad arrivare a laparoceli giganti con ripercussioni anche sulla dinamica respiratoria. Ecco perché è bene trattare questa patologia il prima possibile.

Quali sono i trattamenti maggiormente utilizzati?

Il trattamento è chirurgico (plastica della parete addominale) non potendo certo l’utilizzo di fasce contenitive risolvere il problema. Ai fini di un intervento chirurgico nel caso di grandi laparoceli si devono porre nella bilancia rischi/benefici le condizioni generali del paziente, in particolare quelle cardio-respiratorie, non solo per via della anestesia generale ma anche e soprattutto per le variazioni della dinamica respiratoria che possono instaurarsi allorché in un grande laparocele si debbano riportare in addome molti visceri che avevano perso il cosiddetto “diritto di domicilio”.

Dal momento che alla base del laparocele è un indebolimento dei tessuti la possibilità di una recidiva non si può però escludere. Fino agli anni 60 l’unica possibilità di trattamento era la plastica per sutura diretta ottenuta per semplice accostamento con percentuali di recidive riportate dal fino al 45-50% anche a 8-10 anni dall’intervento. L’utilizzo di materiale biocompatibile sempre più sofisticato, le cosiddette protesi o reti, ha consentito di abbattere la percentuale di insuccessi di oltre un terzo, motivo per cui il trattamento protesico è quello oggi utilizzato. La chirurgia può esser eseguita sia attraverso accesso tradizionale (open) che con modalità laparoscopica. Nel primo caso la protesi può esser posizionata in diversi modi (Prefasciale, Intraparietale, Endoperitoneale), nel secondo caso è endoperitoneale, cioè a diretto contatto coi visceri Donna sdraiata con mano sull'addomeaddominali. Pur eseguendo la tecnica laparoscopica, che riservo soprattutto ai difetti minori, la mia personale preferenza per i grandi laparoceli va alla tecnica con impianto intraparietale retromuscolare, che ritengo la più fisiologica, in grado di realizzare il recupero della normale funzione della parete addominale ristabilendo il fulcro funzionale sulla linea mediana che va perduto nel laparocele, oltre che il suo consolidamento. La pressione endoaddominale spinge la protesi contro i muscoli, in altre parole le stesse forze che hanno creato l’ernia vengono ora utilizzate per prevenirla. In particolari laparoceli giganti utilizziamo un’estensione di tale tecnica denominata “Posterior Component Separation”, certamente impegnativa ma che dà ottimi risultati. In preparazione all’intervento, oltre ai comuni esami preoperatori va eseguita una TC della parete addominale per definire l’esatto grado della diastasi dei muscoli addominali e l’esatto numero delle porte erniarie e nei pazienti obesi e nei grandi laparoceli anche un esame della funzionalità respiratoria. Va da sé che durante il primo mese postoperatorio il paziente pur potendo svolgere la normale vita di relazione deve esser cauto nell’esporsi a eccessive contrazioni addominali nel caso di chirurgia open.

Chirurgia Generale a Catania