Le terapie neoadiuvanti per il tumore al polmone

Le terapie neoadiuvanti per il tumore al polmone

Editato da: Giulia Boccoli il 29/04/2020

Sebbene la chirurgia sia il trattamento di scelta per il tumore al polmone, non tutti i pazienti sono candidabili all’intervento. Il Dott. Edoardo Mercadante, esperto in Chirurgia Toracica a Roma, spiega cosa sono le terapie neoadiuvanti e in quali casi è necessario sottoporvisi 

Cosa succede se il paziente non è candidabile all’intervento chirurgico?

In base alla gravità e all’avanzamento della patologia è possibile che un paziente affetto da tumore al polmone non sia inizialmente candidabile all’intervento chirurgico. In tal caso, si possono avviare altri trattamenti come la chemioterapia, la radioterapia e la terapia immuno-biologica.  La ricerca ha permesso di scoprire che il DNA delle cellule tumorali esprime delle alterazioni che si possono correggere con appositi farmaci. Questa è essenzialmente la differenza tra chemioterapia e la più innovativa terapia biologica: mentre il farmaco chemioterapico tradizionale agisce sulla caratteristica comune a tutte le cellule tumorali, ovvero quello di generare cellule figlie, quelli biologici agiscono solo sulle cellule caratterizzate da una specifica mutazione del DNA. Sebbene tale trattamento, a differenza della chemioterapia, sia selettivo e non presenti effetti collaterali, è tuttavia da sottolineare che nel corso della terapia immuno-biologica il tumore può cambiare le mutazioni e può diventare resistente al farmaco, il che suppone cambiare quest’ultimo in modo da garantire sempre la sua efficacia contro la malattia.

In quali casi si intraprende la radioterapia?

La radioterapia mostra un’efficacia diversa rispetto alla chemioterapia o ai farmaci biologici: come un chirurgo agisce in un solo punto ed è quindi indicata per i tumori localizzati mentre la chemioterapia viene utilizzata per i tumori più estesi. Inoltre, la radioterapia viene utilizzata quando la neoplasia polmonare porta ad esempio alla compressione di una struttura vascolare o all’infiltrazione nei bronchi. In questi casi la chirurgia non sarebbe radicale perché non si riuscirebbe a togliere interamente il tumore e la radioterapia diventa la soluzione per eliminare quegli effetti collaterali che il tumore ha avuto sugli organi e sulle strutture circostanti.

Il ruolo dei trattamenti palliativi

La termoablazione, la radiochirurgia e la terapia laser sono alcuni dei trattamenti conosciuti come palliativi, ovvero quelle terapie che permettono al paziente di convivere il più a lungo possibile con la malattia. Anche grazie alla scoperta dei farmaci biologici, infatti, si è diffusa sempre più l’idea di convertire il cancro in una malattia cronica: se da un lato si sono sempre ricercate cure per debellare definitivamente i tumori, dall’altro è cresciuta la consapevolezza che se non si può curare definitivamente il paziente oncologico, è necessario utilizzare gli strumenti attualmente a disposizione per offrirgli una vita più lunga e dignitosa, imparando a convivere con la malattia così come succede per altre patologie croniche come l’ipertensione o il diabete. Ecco due esempi concreti nel caso di tumore al polmone:

  • Terapia laser: se un paziente presenta un’infiltrazione della trachea da parte del tumore, si può migliorare la sua condizione con una disostruzione endoscopica via laser;
  • Radiofrequenza, termoablazione o crioablazione: se il paziente presenta un’insufficienza respiratoria tale per cui non è possibile effettuare una resezione polmonare, questi trattamenti eseguiti da radiologi interventisti possono ristabilire le condizioni che gli permetterebbero di sottoporsi all’intervento chirurgico. 

Quanto è importante affidarsi ad un team multidisciplinare?

Per il trattamento del tumore al polmone, così come per molte altre neoplasie, è di vitale importanza affidarsi ad un team esperto e multidisciplinare. I cosiddetti trattamenti neoadiuvanti (chemioterapia, radioterapia, farmaci biologici…), ovvero quelle terapie che si effettuano prima di sottoporre il paziente alla chirurgia, possono cambiare il percorso di guarigione e sono più efficaci se è un team multidisciplinare ad occuparsene. La stretta collaborazione tra chirurgo toracico, oncologo, pneumologo, radioterapista, radiologo e immunologo ha permesso di allungare la lista dei pazienti che possono essere guariti e curati dal tumore al polmone

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