Malattia Emorroidaria: quando è necessaria la chirurgia?

Malattia Emorroidaria: quando è necessaria la chirurgia?

Editato da: Marta Buonomano il 23/08/2020

Il Dott. Luca Covotta, esperto in Chirurgia Generale ad Avellino, ci spiega in quali casi è necessario intervenire chirurgicamente per trattare le emorroidi e quali sono le possibili tecniche da eseguire

Tutti abbiamo le emorroidi!

Le emorroidi sono dei cuscinetti vascolari misti, sia arteriosi che venosi, presenti sia nella sottomucosa del canale anale (emorroidi interne) che nel derma ano-cutaneo (emorroidi esterne). Funzionalmente esse partecipano attivamente al meccanismo della continenza anale, pertanto le emorroidi sono formazioni anatomiche normali che vanno distinte dalla malattia emorroidaria.

Cosa determina la malattia emorroidaria?

Studi controllati hanno dimostrato che esiste un substrato predisponente (ereditario, familiare, costituzionale) sul quale vanno ad inserirsi fattori scatenanti, quali:

  • Donna triste sul wcTurbe dell’alvo (stitichezza o diarrea);
  • Momenti della vita genitale femminile (fase premestruale, gravidanza e parto);
  • Abitudini alimentari (alcol, spezie, caffè);
  • Abitudini di vita (sedentarietà o prolungata posizione seduta o in piedi per motivi di lavoro);
  • Alcuni tipi di sport (equitazione e motociclismo);
  • Contraccettivi orali;
  • Certe alterazioni metaboliche (ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, iperuricemia).

Come si manifesta la malattia emorroidaria?

  • Sanguinamento: si tratta di perdite di sangue rosso vivo, generalmente di media quantità, che si ripetono e che compaiono sovente al termine della defecazione;
  • Dolore: più o meno intenso, ma quasi sempre localizzato e contemporaneo alla defecazione. Estremamente invalidante nel caso della trombosi emorroidaria esterna, dove rappresenta sicuramente il sintomo dominante;
  • Tumefazione: percepita all’esterno dell’ano spesso riducibile spontaneamente o manualmente (elementi a favore delle emorroidi);
  • Secrezione e prurito: spesso si ha una secrezione di muco che si associa ad un fastidiosissimo prurito anale.

Come si cura?

Per quanto concerne la cura possiamo distinguere diversi approcci sia medici che chirurgici, ma sicuramente fondamentali sono delle buone regole igienico-sanitarie:

  • uomo che beve acquaSeguire un’alimentazione ricca in fibre con abbondante assunzione di acqua;
  • Ridurre il consumo di spezie, bevande alcoliche e cioccolata;
  • Combattere la stitichezza;
  • Migliorare l’igiene locale (spesso è conveniente nelle fasi acute evitare l’uso della carta igienica e utilizzare dei semicupi tiepidi con saponi specifici);
  • Favorire l’attività fisica evitando la vita sedentaria. Si devono sconsigliare durante le crisi certe attività come il ciclismo, il motociclismo e l’equitazione.

Inoltre, delle abitudini defecatorie incorrette possono essere allo stesso modo dannose, tra queste l’abitudine giornaliera di leggere giornali e riviste seduti sul water, che in 12 mesi può causare gli stessi effetti dannosi di 12 anni di regolari defecazioni.

In cosa consiste la terapia medica?

I Flavonoidi sono pigmenti presenti in fiori, frutti e foglie di numerose specie vegetali con una spiccata azione endotelio-protettore (ovvero rinforzano la struttura dei vasi sanguigni), riuscendo così a risolvere sia i sanguinamenti acuti che cronici. In commercio esistono numerosi prodotti farmacologici con alte concentrazioni di tale sostanza.

In natura la fonte principale di bioflavonoidi è caratterizzata dagli agrumi (arance limoni, mandarino), mirtilli, carote e pomodoro. Altri cibi ricchi di bioflavonoidi sono: albicocche, ciliegie, uva, papaya e melone.

Emorroidi: quando bisogna operarle?

Le indicazioni chirurgiche sono fondamentalmente legate alle dimensioni assunte da queste o dal numero di episodi di sanguinamento che esse provocano nel tempo. Le emorroidi vengono classificate in base alle dimensioni in quattro gradi:

  • 1° grado: emorroidi che aumentano di dimensioni solo durante la defecazione a causa della congestione. Sono esclusivamente interne ed individuabili solo con esplorazione rettale o mediante anoscopia;
  • 2° grado: progressiva distensione dei pacchetti venosi. I gavoccioli sporgono durante la defecazione, ma si riducono spontaneamente al suo termine;
  • 3° grado: la dimensione dei pacchetti emorroidari è sempre maggiore, i gavoccioli fuoriescono durante la defecazione ed è possibile riposizionarli in sede solamente in maniera manuale;
  • 4° grado: i gavoccioli assumono dimensioni sempre maggiori con conseguente prolasso esterno permanente.

Solitamente la terapia chirurgica è riservata al terzo e quarto stadio.

Quali sono le possibili tecniche chirurgiche?

  • Emorroidectomia secondo Milligan e Morgan: nel 1937 i due chirurghi inglesi misero a punto una tecnica di legatura bassa del gavocciolo emorroidario. Questo intervento rappresenta probabilmente la procedura ancora oggi più utilizzata a livello mondiale per il trattamento radicale delle emorroidi e prevede l’asportazione (legatura e sezione) di tre pacchetti emorroidari interni a ore 5, 7, 11;
  • Il metodo THD (Transanal Hemorrhoidal Dearterialization): questo approccio mininvasivo prevede l’identificazione dei rami dell’arteria emorroidaria superiore attraverso una guida doppler. Questi verranno in seguito legati per ridurre l’iperafflusso arterioso ai cuscinetti emorroidari.
Chirurgia Generale a Mirabella Eclano