Nuove tecniche per curare i tumori cerebrali pediatrici
Quanto sono importanti le novità nelle tecnologie e negli interventi per il trattamento dei tumori celebrali nei bambini? Negli ultimi anni i progressi radiologici, genetici, oncologici e neurochirurgici hanno permesso di avanzare notevolmente nel trattamento di questo tipo tumori maligni. Parliamo di tutte le novità con il Dott. Massimi, specialista in Neurochirurgia
I tumori cerebrali pediatrici sono ancora una sfida per la medicina moderna?
I tumori cerebrali pediatrici continuano a rappresentare una sfida importante per pazienti e medici. In primo luogo perché la loro incidenza è relativamente alta, ovvero circa 450 casi l’anno in Italia e seconda solo a quella delle leucemie, visto che in alcune Nazioni i due tipi di tumori si equivalgono per frequenza. In secondo luogo perché il 30-40% di essi ha un’espressione maligna (medulloblastoma, ependimoma anaplastico, tumore teratoide rabdoide atipico ecc.) mentre alcuni dei rimanenti tumori benigni, come ad esempio astrocitoma pilocitico o craniofaringioma, possono essere localizzati in aree molto delicate o vitali del cervello, quali vie ottiche, ipotalamo o tronco dell’encefalo, che ne rendono il trattamento molto complesso.
Quali sono le principali “novità” per la loro cura?
Fortunatamente, le armi a disposizione contro questi tumori sono in miglioramento sia in termini di numero che di efficacia.
Ci sono stati dei progressi in ambito:
- Radiologico;
- Genetico o oncologico;
- Neurochirurgico.
Basti pensare ai progressi in campo radiologico, dove la risonanza magnetica (RM) assicura diagnosi sempre più specifiche e affidabili. La RM consente inoltre di effettuare studi funzionali per mappare le aree cerebrali del linguaggio o del movimento, ad esempio, o per rendere l’intervento neurochirurgico più sicuro. Permette, inoltre, di eseguire controlli intraoperatori per ridurre il rischio di asportazione incompleta del tumore e prevenire complicanze.
Un altro progresso molto importante riguarda l’ambito genetico e oncologico: la diagnosi integrata tra istologica e genetica, infatti, permette di scoprire sempre più varianti tumorali cui applicare chemioterapie specifiche (“target therapy” o terapia bersaglio) che rendono il trattamento più efficace e meno pericoloso in quanto il bersaglio è rappresentato dalle cellule tumorali (e non dalle cellule sane).
Nel campo neurochirurgico, le novità sono sia di tipo tecnico che tecnologico. Le più importanti sono:
1) Laser-terapia interstiziale termica. Questa tecnica consiste nell’introduzione, nel tumore cerebrale, di un catetere che emette energia laser in grado di danneggiare le cellule tumorali. Il catetere è inserito in sala operatoria con una procedura robotic,a mentre il trattamento laser viene successivamente effettuato in risonanza magnetica per generare l’energia termica necessaria e controllare in tempo reale la procedura. Questa metodica permette di ridurre l’invasività chirurgica e di raggiungere anche tumori in regioni cerebrali critiche. I gliomi (tumori cerebrali più frequenti sia nei bambini che negli adulti) sono i bersagli principali sebbene questa terapia stia trovando impego anche nella cura di metastasi, epilessia e dolore cronico;
2) Awake surgery (chirurgia da sveglio). Eseguire un intervento neurochirurgico da svegli non è una novità (il web è ricco di video che riprendono pazienti operati al cervello senza anestesia mentre suonano strumenti musicali o svolgono i compiti più disparati): l’obiettivo è quello di controllare in tempo reale alcune specifiche funzioni cerebrali al fine di non intaccarle ed evitare danni al paziente. La novità, invece, riguarda l’ambito pediatrico. In effetti, operare un bambino senza sedazione profonda potrebbe sembrare un miraggio; tuttavia, i progressi in ambito anestesiologico, psicologico e neurochirurgico stanno permettendo di introdurre questa tecnica anche tra i bambini (attualmente anche di 10-12 anni) consentendo, così, anche ai piccoli pazienti di beneficiare dei suoi vantaggi. Da segnalare che soltanto alcune parti dell’intervento sono realizzate “da svegli” e non l’intera procedura;
3) Potenziamento degli strumenti di visione. Il microscopio e l’endoscopio sono gli strumenti operatori di base in neurochirurgia. Il continuo miglioramento della tecnologia 3D e l’introduzione dell’alta e altissima definizione (4k, 5k) stanno rivoluzionando la neurochirurgia moderna grazie ad una visione intraoperatoria sempre più particolareggiata. Il beneficio su patologie molto complesse, quali i tumori cerebrali pediatrici, è notevole sia in termini di radicalità chirurgica (asportazione completa del tumore) che di precisione nelle biopsie che di riduzione dei rischi operatori.
Questi aggiornamenti terapeutici sono appannaggio dei maggiori Centri nazionali, come il policlinico Agostino Gemelli (insignito del titolo World Best Hospital 2021 per l’Italia e recentemente accreditato a livello internazionale) e quindi fruibili da parte di tutti i piccoli pazienti che ne avessero necessità.