Protesi di caviglia: in che cosa consiste?
L’artrosi avanzata che colpisce la caviglia influisce negativamente sulla qualità della vita. Pertanto, per trattare questa patologia si può ricorrere all’artrodesi o alla protesi di caviglia. Vediamo in che cosa consiste la protesi di caviglia insieme al Dott. Gianluca Falcone, specialista in Ortopedia e Traumatologia
Quando avviene un impianto della protesi di caviglia?
L’indicazione ad effettuare una protesi di caviglia avviene quando l’articolazione tra la tibia e lo snodo del piede chiamato astragalo va incontro a un processo artrosico di grado elevato. Con questo s’intende una progressiva distruzione della cartilagine articolare che causa dolore persistente e impotenza funzionale di grado severo.
Come avviene l’impianto di una protesi di caviglia?
La protesi di caviglia viene effettuata sostituendo la superficie cartilaginea della tibia e dell’astragalo con un impianto artificiale in titanio che crea una nuova articolazione.
Oggi questo procedimento è possibile grazie alle metodiche 3D, che permettono di ottenere delle misurazioni accurate della protesi in modo tale che si adegui in maniera più affidabile possibile ai tagli ossei eseguiti e alla misura delle superfici ossee da sostituire.
Dopo questo tipo di intervento chirurgico, è possibile camminare senza zoppicare?
Il recupero della mobilità articolare è molto buono ed è possibile ritornare ad avere una caviglia senza dolore, tenendo conto che i pazienti che si sottopongono a tale intervento sono coloro che soffrono danni di dolori atroci e che zoppicano vistosamente con un’importante compromissione della qualità della vita quotidiana.
Quali sono gli effetti di questa operazione sul resto dell’apparato muscoloscheletrico?
A differenza dell’artrodesi che consiste nel blocco dell’articolazione, la protesi di caviglia riduce il sovraccarico delle articolazioni circostanti in particolare del ginocchio.
Tuttavia, va ricordato che anche la fusione articolare è un intervento con ottimi risultati clinici e non è un’alternativa alla protesi, bensì si tratta di una scelta soprattutto in caso di:
- Grandi deformità
- Pazienti a rischio di infezione
- Pazienti di giovane età
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