Sindrome Vertiginosa Periferica: scopri di più!
La sindrome vertiginosa consiste nella percezione sensoriale alterata della persona che causa una perdita di equilibrio da parte del soggetto, il quale sperimenta episodi di vertigine. Approfondiamo questo argomento con il Dott. Fulvio Mammarella, specialista in Audiologia e Foniatria
Che cosa si intende per Sindrome Vertiginosa Periferica?
Il termine sindrome vertiginosa periferica indica un gruppo di patologie con caratteristiche cliniche estremamente eterogenee tra loro accomunate da un’eziologia comune: la presenza di un deficit/disturbo transitorio o permanente del labirinto, la porzione posteriore dell’orecchio interno.
La sindrome vertiginosa periferica è la causa più comune di vari disturbi comunemente chiamati vertigine. In questo gruppo sono inclusi:
- la canalolitiasi (colloquialmente chiamata dai pazienti la malattia dei sassolini)
- la neuronite
- la sindrome di Ménière
- la vestibolopatia emicranica
Da che cosa è provocata?
Ogni singola patologia vertiginosa periferica ha un’eziologia peculiare da indagare con attenzione.
La canalolitiasi è spesso secondaria a sinistri stradali, traumi sportivi, posizioni coatte post-intervento, deficit di vitamine, patologie autoimmuni, ecc.; le neuroniti sono secondarie a riattivazione virale erpetica o deficit del microcircolo e così via.
Pertanto, ogni singola patologia necessita di un inquadramento dedicato ed individuale.
Come si manifesta?
L’eterogeneità delle manifestazioni cliniche è forse l’aspetto più affascinante delle sindromi vertiginose periferiche.
I disturbi possono presentarsi nelle situazioni più differenti:
- movimenti del capo
- passaggio in posizione seduta
- alzandosi dalla sedia
- durante la marcia
- mentre si fa sport o a riposo
Comune denominatore è la presenza di una vertigine di entità e durata variabili.
Come si diagnostica?
Per un corretto inquadramento è necessaria l’associazione di più elementi clinico - strumentali. Va raccolta un’anamnesi dettagliata sulla durata, caratteristiche, modalità di presentazione, ricorrenza del disturbo; un’anamnesi personale centrata sulle condizioni mediche e farmacologiche generali; un esame obiettivo che valuti il distretto testa-collo in toto; un esame vestibolare con bed side examination completa.
Quali terapie vengono impiegate?
La scelta delle terapie è secondaria al processo di inquadramento diagnostico, all’entità del disturbo e alle condizioni cliniche del paziente.
Ogni singolo caso deve essere trattato in maniera scientifica, ma personalizzata sulle base del disturbo.