Vulvovaginite da Candida: dai sintomi ai trattamenti

Vulvovaginite da Candida: dai sintomi ai trattamenti

Editato da: Serena Silvia Ponso il 02/05/2023

La vulvovaginite da Candida è un’infiammazione localizzata a livello vaginale e/o vulvare ad opera di un lievito saprofita: la Candida. Colpisce tipicamente le donne in età fertile, mentre si riscontra più raramente in menopausa. Ce ne parla il Dott. Lorenzo Agoni, Ginecologo a Brescia

Quali sono i sintomi della vulvovaginite da Candida?

Principalmente il prurito, che può essere anche molto intenso. Talvolta si associa ad arrossamento cutaneo e ad una sensazione di bruciore, che può sfociare anche in vero e proprio dolore, soprattutto al tatto.

Quali sono le cause dell’infezione?

La Candida si può trasmettere con i rapporti sessuali, il contatto intimo o il contatto con oggetti contaminati, come gli asciugamani.

La Candida è un lievito saprofita, il che vuol dire che spesso vive dentro di noi, in diversi distretti (come cavo orale, intestino e vagina) senza crearci troppo disturbo. Quando invece prolifera troppo velocemente può portare ai sintomi che abbiamo citato.

Alcuni soggetti, come le donne diabetiche o che utilizzano spesso antibiotici, sono più predisposte. Proprio perché è un lievito ben adattato all’organismo umano e di facile trasmissione, a volte si ripresenta a breve distanza dopo la terapia. Si parla, infatti, di “Vulvovaginite Ricorrente da Candida” in quei soggetti che hanno più di 3-4 episodi all’anno.

 

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Esiste un solo tipo di Candida?

In realtà esistono svariate specie di Candida. Il tipo più comune, e anche il più aggressivo, è la Candida albicans. Un’altra specie piuttosto diffusa è la Candida glabrata. Specie meno comuni comprendono: C. parapsilosis, C. krusei, C. tropicalis. La Candida “non-albicans” tende ad essere meno sensibile ai trattamenti antimicotici ma anche meno problematica dal punto di vista della sintomatologia.

Come avviene la diagnosi della vulvovaginite da Candida?

La diagnosi dovrebbe avvenire tramite analisi al microscopio o “a fresco”, cioè durante la visita, o inviando il campione al laboratorio. Troppo spesso invece ci si basa sui sintomi, prevalentemente prurito o bruciore, e sul riscontro clinico di perdite vaginali biancastre. È assodato che non tutti i sintomi vulvo-vaginali o le perdite genitali biancastre siano da riferire alla presenza di Candida. Pertanto, è di fondamentale importanza attuare le corrette procedure diagnostiche per procedere con le misure terapeutiche più adeguate.

Quali sono i possibili trattamenti per la vulvovaginite da Candida?

Tipicamente, la Candida si tratta con farmaci antimicotici. Questi farmaci possono essere somministrati per via orale oppure localmente, in ovuli o crema. Esistono diverse categorie di antimicotici che possono essere utilizzate.

Inoltre, alcuni utilizzano disinfettanti locali, in ovuli o lavande, per coadiuvare l’antimicotico nella sua azione.

Un approccio complementare prevede l’utilizzo di probiotici, per via orale o applicati localmente, per antagonizzare la presenza della Candida e ripristinare la normale flora batterica vaginale, soprattutto nei casi in cui questa sia sbilanciata.

 

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Ginecologia e Ostetricia a Brescia