Crioablazione della fibrillazione atriale

Creato: 13/04/2024

Che cos’è la crioablazione della fibrillazione atriale?

Si tratta di una variante della normale ablazione cardiaca della fibrillazione atriale in cui, per eseguire le “bruciature” all’interno dell’atrio sinistro, invece di utilizzare un catetere ablatore a radiofrequenza si utilizza un crio-pallone. Il crio-pallone non è altro che un catetere che viene fatto avanzare dentro il cuore e la cui porzione distale è simile ad un sacchetto che può essere riempito di azoto liquido, gonfiandolo come un palloncino. Una volta posizionato questo catetere nel punto desiderato (normalmente la giunzione tra atrio sinistro e vena polmonare), si gonfia il crio-pallone riempiendolo di azoto liquido (il crio-pallone è connesso esternamente ad un reservoir di azoto liquido) e il suo contatto prolungato con la parete cardiaca, essendo questo pallone a questo punto estremamente freddo (oltre -50°C), causa una lesione ipotermica permanente del tessuto cardiaco.

Perché si esegue?

Le indicazioni alla crio-ablazione della fibrillazione atriale sono le medesime dell'ablazione cardiaca della fibrillazione atriale. In particolare, l’indicazione all’ablazione si basa su tipo di fibrillazione atriale, durata dell'aritmia, sintomatologia del paziente, presenza o meno di significative alterazioni strutturali cardiache e preferenza del paziente.

In generale possiamo affermare che più l’aritmia ha breve durata, più il paziente è “sano” (ovvero non ha alterazioni cardiache strutturali significative) e più è sintomatico, più vi è indicazione e beneficio ad effettuare l’ablazione cardiaca (o crio-ablazione) della fibrillazione atriale. Poichè l’ablazione cardiaca a radiofrequenza o la crio-ablazione per la fibrillazione atriale hanno simile efficacia e rischi, la scelta tra una e l’altra si basa principalmente sulle preferenze personali del paziente e del medico elettrofisiologo che esegue la procedura.

In cosa consiste?

La procedura consiste nel posizionamento, sempre per via percutanea e in anestesia locale, di un crio-pallone a doppia camera all'interno dell'atrio sinistro, all’ imbocco delle quattro vene polmonari. Scelto il punto esatto di ablazione, il crio-pallone viene riempito di protossido di azoto che andrà a congelare il tessuto cardiaco a livello della superficie di contatto, causando una lesione da freddo. Ciò impedirà il passaggio di impulsi elettrici anormali dalle vene polmonari all'atrio sinistro. A differenza del calore della radiofrequenza, la lesione da freddo non causa dolore, per cui è richiesta una minor sedazione durante la procedura.

Preparazione per la crioablazione della fibrillazione atriale

La preparazione è analoga a quella della ablazione cardiaca della fibrillazione atriale e richiede l’esecuzione dei comuni esami ematochimici di routine (inclusi dello studio della coagulazione) e dell'ecocardiogramma transesofageo, al fine di escludere la presenza di coaguli in atrio e auricola sinistra.

Recupero postintervento

Al termine della procedura vengono rimossi i cateteri e gli introduttori venosi e posizionato un bendaggio compressivo femorale, da mantenere fino al giorno successivo (è buona abitudine che il paziente rimanga a letto, senza camminare, fino al giorno successivo). Qualche ora dopo il termine della procedura si effettua inoltre un ecocardiogramma transtoracico per escludere la presenza di versamento pericardico. Il giorno dopo la procedura, dopo verifica della completa guarigione delle sedi di puntura vascolare e in assenza di altre problematiche (estremamente rare oggi), il paziente viene dimesso al domicilio.

Dopo l’ablazione di fibrillazione atriale, il paziente, indipendentemente dal suo rischio embolico, dovrà continuare per almeno 3 mesi ad assumere la terapia anticoagulante. Successivamente, la decisione se interromperla o meno, avverrà dopo attenta discussione con l’aritmologo curante.

Trattamenti alternativi

Il trattamento alternativo alla crio-ablazione della fibrillazione atriale è costituito dall’ablazione della fibrillazione atriale con altre forme di energia (radiofrequenza, laser o elettroporazione). Avendo queste metodiche efficacia e rischi analoghi, la scelta, come visto in precedenza, si basa sulle preferenze del paziente e dell’operatore.

Realizzato dal Dott. Alfredo Giuseppe Cerillo, aggiornato dal Dott. Alessandro Blandino.