Rivascolarizzazione coronarica

Creato: 13/04/2024

Cos'è la rivascolarizzazione coronarica?

La rivascolarizzazione coronarica è un intervento chirurgico in cui viene effettuato un bypass con graft di arteria mammaria interna o vena safena in modo che sangue e ossigeno possano raggiungere correttamente il cuore aldilà dell’ostruzione coronarica.

A seconda della situazione del paziente e della gravità della patologia, lo specialista cardiologo e cardiochirurgo decidono insieme (Heart Team) procedere con questa o altre procedure o combinazione di più procedure (rivascolarizzazione ibrida).

Perché si esegue?

La rivascolarizzazione coronarica viene eseguita se un paziente presenta un’ostruzione di in una o più arterie coronarie, che sono i vasi sanguigni incaricati ti portare il sangue al cuore. In presenza di questa ostruzione, il cuore non riceve abbastanza ossigeno, dando origine ad una condizione nota come cardiopatia ischemica o malattia coronarica.

Questo intervento chirurgico può migliorare la circolazione al cuore e riduce il rischio di infarti successivi migliorando la prognosi e l’aspettativa di vita del paziente.. Lo specialista effettuerà la diagnosi del paziente e deciderà insieme a lui quale sia la procedura migliore per affrontare la sua patologia e migliorare la sua qualità di vita.

In cosa consiste?

L'intervento viene eseguito con un taglio di circa 25 centimetri nel torace, in seguito viene separato lo sterno per creare un'apertura e quindi consentire al chirurgo di vedere accuratamente il cuore e l'aorta. Questo intervento può essere eseguito a “cuore battente” oppure ci si avvale di un metodo di circolazione extracorporea, in cui una macchina svolge il compito del cuore e dei polmoni (temporaneamente fermi). L’intervento può richiedere tra le 4 e le 6 ore e alla fine il paziente verrà trasferito in un'unità di terapia intensiva.

Preparazione per la rivascolarizzazione coronarica

Prima di sottoporsi all'intervento, il paziente deve informare il proprio specialista circa i quei farmaci che sta assumendo, poiché questi possono interferire con la corretta esecuzione dell’operazione (soprattutto farmaci anti aggreganti piastrinici o anticogulanti orali). Inoltre, deve essere necessario:

  • Interrompere l'assunzione di alcuni farmaci che possono ostacolare la coagulazione del sangue;
  • Smettere di fumare anche dopo l’intervento;
  • Mantenere regole di vita sana con alimentazione adeguata (povera di grassi e sale) e attività fisica regolare almeno 30’ minuti al giorno di camminata a passo moderato.

Recupero a seguito della procedura

La prima notte sarà trascorsa nell'unità di terapia intensiva e il trasferimento in stanza avverrà dopo 24 o 48 ore. Il paziente, a seguito dell’intervento, dovrà rimanere in convalescenza per 5-7 giorni e poi avviato a centro riabilitativo per la riabilitazione post-intevento.

Durante questi giorni il paziente avrà due o tre drenaggi nel torace per drenare il fluido dall'area del cuore, che verranno rimosse dopo 3 giorni. Inoltre, potrebbe essere necessario l’utilizzo di un catetere per drenare l’urina e l’uso di flebo per somministrare liquidi. Infine, si verrà collegati ad un macchinario per monitorare il polso, la temperatura e la respirazione. Auspicabile che già in prima giornata post-operatoria se non presenti complicanze sarà possibile riprendere gradualmente le attività ed iniziare la riabilitazione cardiaca.

Trattamenti alternativi

La rivascolarizzazione coronarica chirurgica è solo una delle molte procedure che possono essere utilizzate per migliorare il flusso sanguigno in caso di ostruzioni. Un’alternativa a questo trattamento è rappresentata, ad esempio dall’angioplastica coronarica.