Intossicazione da metalli pesanti: come intervenire?

Intossicazione da metalli pesanti: come intervenire?

Editato da: Jennifer Verta il 11/02/2023

L’intossicazione da metalli pesanti può verificarsi con una serie di sintomi inizialmente poco chiari, ma che possono degenerare fino a produrre anche danni cerebrali importanti. Parliamo della sua diagnosi e cura con il Prof. Luca Valenti, esperto in Medicina Interna a Milano

Che cos’è un’intossicazione da metalli pesanti?

I metalli pesanti sono elementi chimici che hanno un peso specifico almeno cinque volte superiore a quello dell'acqua. Quelli più spesso implicati in un'intossicazione sono: piombo, mercurio, arsenico, cadmio. Seppure possano venire assorbiti attraverso cibo, acqua, aria, e attraverso la pelle, grazie alle normative di sicurezza introdotte negli ultimi anni (es. divieto di utilizzo di termometri contenenti mercurio, utilizzo di benzina senza piombo) l’intossicazione è fortunatamente un evento ora molto raro in chi non è esposto per ragioni professionali a situazioni di rischio.

Quali sono i sintomi di un’intossicazione da metalli pesanti?

I sintomi sono aspecifici e possono variare a seconda della quantità e del tipo di metallo ingerito. Possono includere insorgenza di nausea, vomito, diarrea, mal di stomaco, mal di testa e sapore metallico in bocca. A seconda del metallo, possono comparire delle linee blu-nero nei tessuti gengivali. Nei casi più gravi di intossicazione da metalli pesanti i pazienti possono presentare compromissioni: cognitive, motorie, linguistiche dovute a danno cerebrale. Possono anche verificarsi tossicità a livello del sangue e degli organi interni.

Come si diagnostica un avvelenamento da metalli pesanti?

Un'intossicazione da metalli pesanti può essere diagnosticata tramite una serie di esami quali: esami del sangue, esami delle urine, esame dei capelli, analisi dei tessuti e radiografie.

In cosa consiste il trattamento per un’intossicazione da metalli pesanti?

Il trattamento per intossicazione da metalli è la terapia di chelazione. Con questa metodica un agente chelante viene somministrato per via orale, sottocutanea o endovenosa. L'agente chelante circonda e si lega al metallo nei tessuti del corpo formando un complesso che viene filtrato dal sangue e dai reni e, successivamente, viene escreto nelle urine. Comuni agenti chelanti sono la desferoxamina, il calcio disodio edetato e la penicillamina.

Medicina Interna a Milano