La chirurgia del pene: quanto contano le dimensioni?

La chirurgia del pene: quanto contano le dimensioni?

Editato da: il 09/03/2023

Il pene può essere affetto da patologie o malformazioni congenite (pene piccolo, ipospadia, fimosi, incurvamenti) che ostacolano o impediscono una corretta penetrazione sessuale. La chirurgia del pene, come ci spiega il Dott. Diego Pozza, esperto in Andrologia a Roma, è una valida opzione

Una serie di patologie possono manifestarsi nel corso della vita alterando la conformazione e la funzionalità del pene quali infezioni con fimosi, placche da Induratio Penis Plastica con incurvamenti e restringimenti dell’asta, esiti di infiammazioni o di traumatismi con fibrosi del tessuto erettile cavernoso o esiti di interventi prostatici e del pene.

 

La chirurgia del pene

Molti maschi dalla adolescenza all’età matura possono avere problemi con la difficoltà della pelle del prepuzio a scorrere tanto da scoprire il glande (fimosi). Una certa brevità del frenulo prepuziale (frenulo corto), la plica di tessuto che fissa il prepuzio al glande, potrebbe essere causa di eiaculazione precoce e difficoltà penetrative. La soluzione chirurgica di tali problemi è estremamente semplice, ambulatoriale, in anestesia locale. 

 

Dimensioni del pene

Un problema frequente è legato alle dimensioni del pene. Molti sono i maschi che gradirebbero avere un pene più lungo o più grosso. Questo problema è sempre esistito e descritto in varie culture e miti (priapo), attribuendo alle dimensioni del pene un caratteristica di autostima, conquista e piacere. Un certo allungamento del pene potrebbe essere ottenuto con gli estensori meccanici che, sfruttando un meccanismo ancestrale utilizzato in Birmania per allungare il collo delle donne, si prefiggono di allungare i corpi cavernosi del pene dopo un lunga applicazione (vari mesi) di meccanismi a molla. In effetti modesti allungamenti possono essere ottenuti. Il tentativo di allungare il pene mediante un intervento chirurgico di sezione dei legamenti sospensori viene applicato con effetti più di tipo estetico che funzionale. L’introduzione di tessuto grasso, o di tessuti eterologhi attorno al pene potrebbe aumentarne il calibro a prezzo di alterazioni sensitive.

 

Protesi peniana

Una delle prime soluzioni chirurgiche del Deficit Erettile (DE) è rappresentata dagli Impianti Endocavernosi (Protesi) proposti nel 1972 per consentire a maschi affetti da DE di avere una capacità penetrativa. Le protesi possono essere costantemente rigide anche se facilmente occultabili dai normali indumenti (protesi malleabili) e oppure gonfiabili (protesi idrauliche) che non richiedono un occultamento e sono rese rigide solo in occasione di un rapporto sessuale. L’introduzione delle protesi richiede un intervento chirurgico delicato ma non molto invasivo con risultati estremamente validi in termini di spontaneità e funzione. Quasi tutti i maschi operati, a distanza di alcuni mesi riferiscono di non accorgersi più della presenza degli impianti protesici. Le partners sono sostanzialmente soddisfatte. Spesso alcune donne non si accorgono della presenza di tali strutture nel contesto del pene del maschio.

 

Editor: Valerio Bellio

Andrologia a Roma