Acidità e bruciore di stomaco: i sintomi del Reflusso Gastroesofageo

Acidità e bruciore di stomaco: i sintomi del Reflusso Gastroesofageo

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: Sharon Campolongo il 18/04/2023

Negli ultimi tempi è aumentata la diffusione di malattie dell’apparato digerente. Tra queste una delle più diffuse è il reflusso gastroesofageo, ossia quel fastidioso bruciore che colpisce l'esofago. Ma di che cosa si tratta esattamente? Scopriamolo insieme con questo breve articolo

Che cos'è il reflusso gastroesofageo e perché si presenta?

La malattia da reflusso gastroesofageo si manifesta con la tipica sensazione di bruciore localizzato dietro allo sterno e rigurgito di cibo. Grazie a questi due sintomi è possibile fare una diagnosi senza ricorrere a referti diagnostici.

Si tratta di una patologia abbastanza frequente che colpisce una persona su tre. Nella zona occidentale il 10-40% di tutta la popolazione soffre almeno episodicamente di questa malattia. Generalmente le donne, con l'aumentare dell'età, sono quelle più colpite. In particolare, è più frequente nelle donne in gravidanza a causa della compressione esercitata sullo stomaco dal feto in accrescimento.

Il reflusso viene provocato dal malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore, ossia la valvola presente tra l'esofago e lo stomaco. Infatti, tale valvola tende ad aprirsi anche quando non viene assunto del cibo. Ciò permette il ritorno dei residui alimentari e dei succhi gastrici dallo stomaco verso l'esofago.

La maggior parte di coloro che soffrono di reflusso gastroesofageo presenta un'ernia iatale, cioè una porzione dello stomaco passa all'interno del torace attraverso il diaframma. Tuttavia, questa non è solo la causa del reflusso, poiché anche alcuni farmaci possono provocare questa patologia come i seguenti:

  • Teofillinici,
  • Anticolinergici,
  • CaIcioantagonisti,
  • Bennzodiazepine.

ragazzo con dolore allo stomaco

Cosa succede al nostro organismo con il reflusso gastroesofageo e quali sono i sintomi?

Il reflusso gastroesofageo consiste nella risalita del materiale acido che proviene dallo stomaco ed irrita la mucosa dell'esofago, che non presenta la predisposizione, come quella gastrica, a resistere all'ambiente acido. Ciò provoca un'infiammazione, che il paziente avverte come un bruciore, oltre al rigurgito di cibo, che tende a salire fino in bocca a distanza dal pasto.

Esistono anche altri sintomi considerati atipici:

  • Irritazioni della gola,
  • Cambiamento della voce o mal di gola,
  • Tosse secca,
  • Attacchi di asma,
  • Dolori toracici.

In casi molto rari, il materiale che refluisce può essere alcalino oppure acido ed acido dovuto alla presenza di bile. Ciò può avvenire dopo l'intervento di colecistectomia o in presenza di calcoli renali.

Purtroppo, nel corso del tempo, il reflusso gastroesofageo può sfociare in due complicanze:

  • L'esofago di Berrett: la mucosa dell'esofago può trasformarsi e diventare simile alla mucosa intestinale;
  • Il restringimento o stenosi della parte finale dell'esofago: ciò è dovuto all'infiammazione cronica.

Come curare o prevenire il reflusso gastroesofageo?

Quando un paziente soffre di reflusso gastroesofageo ed ha più di 40 anni e presenta familiarità per tumori dello stomaco o dell'esofago, si consiglia di realizzare uno studio della mucosa esofagea tramite un'esofagogastroduodeniscipia, ossia la cosiddetta gastroscopia. Grazie a questo esame si può vedere la presenza di possibili danni nella mucosa come le erosioni, le ulcere, l'esofago di Barrett oppure le stenosi. Se si considera che ci sia la complicanza dell'esofago di Barrett, verrà eseguita una biopsia per confermare od escludere la diagnosi.

stetoscopio e frutta

Altro tipo di esame è la pH-metria esofagea che si svolge in ambulatorio, poiché viene introdotta una sonda nel naso che sarà collegata ad un registratore, con lo scopo di misurare l'acidità presente nello stomaco e nell'esofago durante 24 ore. Inoltre, al paziente viene chiesto di svolgere la giornata il più normale possibile e di segnare gli orari dei pasti e dei disturbi che si manifestano. Questo studio si realizza solo nei seguenti casi:

  • Quando nell'endoscopia non risultano erosioni ed ulcere;
  • Quando la terapia non funziona e perdurano i sintomi;
  • Quando sono presenti i sintomi atipici.

Ovviamente, in caso di sintomatologia da reflusso gastroesofageo esistono norme dietetico-comportamentali che il paziente deve adottare. Innanzitutto, bisogna evitare cibi fritti, grassi ed acido come:

  • Cioccolato,
  • Menta,
  • Aglio,
  • Cipolla,
  • Agrumi.

Inoltre, si raccomanda di non andare a letto prima di 2-3 ore dalla fine del pasto, rimanendo in piedi o seduti. Si sconsiglia anche di fare sforzi fisici o chinarsi dopo aver mangiato. Altro consiglio che si può dare a un paziente affetto da reflusso è quello di rialzare la testiera del letto di 10-15 cm per elevare solo la testa.

Esistono anche farmaci utilizzati per combattere tale patologia. Esistono due tipologie di farmaci che si basano su due meccanismi diversi:

  • I farmaci che rendono il materiale che rifluisce nell'esofago non acido come gli antiacidi, gli H2-antagonisti, i gel protettivi e gli inibitori di pompa protonica;
  • I farmaci che favoriscono lo svuotamento gastrico come i procinetici.

Se la terapia funziona, si consiglia al paziente di assumere una dose minima di farmaci, affinché si controllino i sintomi e si prevengano le complicanze. Invece, se la terapia non ha avuto esito positivo oppure si sono presentate delle complicanze, allora si consiglia di realizzare la fundoplicatio, ossia una chirurgia per ricostruire la valvola esistente tra esofago e stomaco, che si esegue per via laparoscopica.

Per concludere, se un paziente presenta alcuni sintomi precedentemente descritti, non li deve trascurare e deve rivolgersi al suo medico di famiglia o ad un medico specialista in Gastroenterologia, con lo scopo di risolvere i disturbi che presenta.

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