Adenomi ipofisari: un approccio neurochirurgico alla diagnosi e al trattamento

Pubblicato il: 08/05/2024 Editato da: Vittoria Marcucci il 15/01/2025

L’adenoma ipofisario è un tumore benigno dell’ipofisi, una ghiandola endocrina situata nel cranio. Questo tipo di tumore rappresenta circa il 10-15% di tutte le neoplasie intracraniche e spesso viene identificato incidentalmente in pazienti che si sottopongono a esami radiologici non correlati a sospetti problemi ipofisari


Gli adenomi ipofisari sono tumori benigni che originano dalla ghiandola ipofisaria, situata alla base del cranio, e possono rappresentare una sfida diagnostica e terapeutica significativa. Sebbene siano generalmente benigni, la loro posizione e il potenziale di compressione delle strutture circostanti, come il nervo ottico e il chiasma ottico, possono causare sintomi neurologici e endocrini complessi. Come neurochirurghi, è cruciale comprendere le opzioni terapeutiche, le indicazioni chirurgiche e le tecniche utilizzate per trattare questa condizione

Anatomia e impatti clinici

L'ipofisi si trova nella sella turcica, una cavità alla base del cranio. Gli adenomi ipofisari possono crescere in diverse direzioni, con un impatto diretto sulle strutture circostanti, come il nervo ottico. Questo è particolarmente rilevante nei casi di adenomi macroadenomi (di dimensioni superiori ai 10 mm), che possono causare deficit del campo visivo (perdita della visione laterale) o oftalmoplegia (paralisi dei muscoli oculari).

I sintomi neurologici più comuni includono:

  • Cefalee dovute alla pressione all'interno della cavità cranica.
  • Disturbi visivi, tra cui la perdita del campo visivo (soprattutto se il tumore comprime il chiasma ottico).
  • In alcuni casi, emorragia nell'adenoma (apoplessia ipofisaria), una condizione grave che richiede intervento

Interventi chirurgici per gli adenomi ipofisari

Nel trattamento degli adenomi ipofisari, la chirurgia gioca un ruolo cruciale, specialmente nei casi di adenomi macroadenomi o tumori che non rispondono al trattamento farmacologico. L'intervento chirurgico è indicato principalmente quando il tumore causa compressione delle strutture cerebrali vicine o quando il trattamento farmacologico non è efficace.

Chirurgia transsfenoidale

La chirurgia transsfenoidale è il trattamento di scelta per la maggior parte degli adenomi ipofisari, poiché offre un approccio minimamente invasivo. Questa procedura prevede l'accesso alla ghiandola ipofisaria tramite il naso o la cavità orale, passando attraverso il seno sfenoidale. Questo approccio consente ai neurochirurghi di rimuovere il tumore senza necessità di incisioni craniche, riducendo i rischi di complicazioni e il tempo di recupero per il paziente.


Il tasso di successo della resezione chirurgica dipende dalla dimensione e dalla localizzazione dell'adenoma. Gli adenomi non secernenti sono spesso trattati con successo tramite questo approccio, mentre i tumori secernenti (come quelli che producono prolattina o ormone della crescita) richiedono una gestione più complessa, con potenziali trattamenti farmacologici aggiuntivi.

Chirurgia endoscopica

Negli ultimi anni, la chirurgia endoscopica transsfenoidale ha guadagnato popolarità, in quanto migliora la visibilità durante l'intervento e riduce ulteriormente i rischi rispetto alla chirurgia tradizionale. L'uso dell'endoscopio consente di visualizzare in modo più dettagliato l'area del tumore e le strutture circostanti, come il chiasma ottico, riducendo i rischi di danneggiarle. Questo approccio ha migliorato la precisione chirurgica e ridotto il tempo di degenza ospedaliera.

Gestione della complicanza: apoplessia ipofisaria

Un'importante complicanza legata agli adenomi ipofisari è l'apoplessia ipofisaria, che si verifica quando un adenoma subisce un’emorragia interna, spesso improvvisa, causando una rapida alterazione neurologica. I pazienti con apoplessia ipofisaria possono sviluppare sintomi come cefalee acute, perdita della vista o paralisi dei muscoli oculari. In questi casi, l'intervento chirurgico è fondamentale per alleviare la compressione sul cervello e ridurre i danni permanenti​.

Trattamento post-operatorio e follow-up

Dopo l'intervento chirurgico, i pazienti necessitano di un follow-up regolare per monitorare eventuali recidive dell'adenoma e gestire i livelli ormonali. I controlli post-operatori includono:

  • Risonanza magnetica (RMN) periodica per valutare la resezione completa del tumore.
  • Monitoraggio endocrinologico per verificare il recupero della funzione ipofisaria e il ritorno ai livelli ormonali normali.
  • Valutazioni neurologiche per monitorare eventuali complicazioni come deficit visivi o neurosintomi post-operatori.
  • Inoltre, la radioterapia può essere utilizzata nei casi in cui l'adenoma non sia stato completamente rimosso o in quelli con tumori recidivanti. La radioterapia stereotassica, come il Gamma Knife, rappresenta una valida opzione per i casi di adenomi residui o inoperabili, mirata a ridurre la massa tumorale senza danneggiare i tessuti sani circostanti.


POTREBBE INTERESSARTI ANCHE IL SEGUENTE ARTICOLO: Terapia personalizzata dell'ipotiroidismo: piccola guida per i pazienti

Un approccio integrato per la gestione degli adenomi ipofisari

Gli adenomi ipofisari sono una patologia complessa che richiede un approccio multidisciplinare, coinvolgendo non solo i neurochirurghi, ma anche endocrinologi, radiologi e oftalmologi. Il trattamento chirurgico, in particolare l'approccio transsfenoidale, rimane il pilastro della terapia, con tassi di successo elevati nei casi selezionati. Un follow-up attento e personalizzato è essenziale per monitorare i pazienti a lungo termine e prevenire complicanze post-operatorie.

Neurochirurgia a Bologna

Questo sito web utilizza cookie propri e di terze parti per raccogliere informazioni al fine di migliorare i nostri servizi, mostrarti pubblicità in linea con le tue preferenze e analizzare le tue abitudini di navigazione. L'utente ha la possibilità di configurare le proprie preferenze. QUI.