ADHD nei bambini e negli adulti: come riconoscerlo e trattarlo

Pubblicato il: 18/02/2025 Editato da: Vittoria Marcucci il 22/04/2025

L'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è una condizione neurobiologica che influisce sull’attenzione, sull’autocontrollo e sulla gestione dell’impulsività. Non si tratta di semplice irrequietezza o distrazione, ma di un disturbo che può incidere in modo significativo sulla vita quotidiana, dalle performance scolastiche alle relazioni sociali.


Individuare precocemente i sintomi e intervenire con strategie mirate è fondamentale per migliorare la qualità della vita di chi ne soffre. Un percorso psicologico adeguato può aiutare bambini, adolescenti e adulti con ADHD a sviluppare strumenti per gestire le difficoltà e valorizzare le proprie risorse

ADHD: molto più di una semplice distrazione

L'ADHD non è semplicemente "essere distratti" o "avere troppa energia". È un disturbo complesso che coinvolge funzioni cognitive e comportamentali legate all’attenzione, alla regolazione emotiva e alla gestione degli impulsi. In Italia, la prevalenza dell'ADHD è stimata intorno al 2-4% della popolazione infantile, ma il disturbo può persistere anche in età adulta.

I segnali da non sottovalutare

I sintomi dell’ADHD variano da persona a persona, ma generalmente rientrano in tre grandi categorie:

  • Disattenzione: difficoltà nel mantenere la concentrazione, tendenza a dimenticare impegni o materiali scolastici, difficoltà nell’organizzazione.
  • Iperattività: movimento continuo, difficoltà a stare seduti, necessità di toccare tutto o muoversi in situazioni in cui non sarebbe appropriato.
  • Impulsività: difficoltà a controllare le proprie reazioni, interruzione delle conversazioni, incapacità di aspettare il proprio turno.

Questi sintomi possono emergere già nei primi anni di vita e diventare più evidenti con l’ingresso a scuola, dove la richiesta di attenzione e disciplina è maggiore.

La diagnosi: un percorso multidisciplinare

Diagnosticare l’ADHD richiede una valutazione approfondita, che coinvolge psicologi, neuropsichiatri infantili e insegnanti. Non esiste un test unico per identificare il disturbo, ma si utilizzano questionari, colloqui clinici e osservazioni dirette del comportamento. È fondamentale escludere altre condizioni, come disturbi dell’ansia o difficoltà di apprendimento, che possono presentare sintomi simili.

Trattamento psicologico: strategie efficaci per gestire l’ADHD

Non esiste una cura definitiva per l’ADHD, ma il supporto psicologico è essenziale per migliorare la qualità della vita di chi ne soffre. Tra gli approcci più efficaci troviamo:

  • Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): aiuta a sviluppare strategie di autoregolazione, migliorare la gestione del tempo e ridurre i comportamenti impulsivi.
  • Parent training: coinvolge i genitori nel processo terapeutico, insegnando loro tecniche per gestire le difficoltà quotidiane e favorire comportamenti positivi.
  • Psicoeducazione: aiuta bambini, adolescenti e adulti a comprendere il disturbo e ad adottare strategie per affrontare le difficoltà.
  • Mindfulness e tecniche di rilassamento: possono migliorare l’attenzione e ridurre lo stress legato alla gestione dei sintomi.

ADHD in età adulta: cosa cambia?

Sebbene l’ADHD venga spesso diagnosticato in età infantile, molti adulti continuano a sperimentarne i sintomi. Le difficoltà possono manifestarsi sul lavoro, nelle relazioni e nella gestione delle responsabilità quotidiane. Per questo motivo, è importante che anche gli adulti con ADHD ricevano il supporto adeguato attraverso psicoterapia, coaching e strategie di organizzazione personale.


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Conclusioni

L’ADHD non deve essere visto come un ostacolo insormontabile, ma come una condizione che, se ben gestita, permette di vivere una vita piena e soddisfacente. Il ruolo dello psicologo è fondamentale nel fornire strumenti e strategie per affrontare le sfide quotidiane, migliorando il benessere della persona.

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