Come affrontare la cirrosi epatica: trattamenti per preservare la salute epatica

Pubblicato il: 16/01/2025 Editato da: Vittoria Marcucci il 16/01/2025

La cirrosi epatica è una patologia cronica e progressiva del fegato, caratterizzata dalla sostituzione del normale tessuto epatico con cicatrici fibrose. Questo processo compromette la funzione epatica, con conseguenze significative sulla salute generale. Sebbene la cirrosi non sia reversibile, esistono trattamenti in grado di rallentarne la progressione, alleviare i sintomi e migliorare la qualità di vita dei pazienti

Gestire la causa alla base della cirrosi

Il primo passo nel trattamento della cirrosi consiste nell’individuare e gestire la causa scatenante:

  • Alcolismo: Smettere di bere è cruciale nei casi di cirrosi alcolica. Il supporto psicologico e la partecipazione a programmi di riabilitazione possono essere fondamentali.
  • Epatite virale: Le epatiti B e C possono essere trattate con antivirali efficaci, riducendo il danno al fegato.
  • Steatosi epatica non alcolica (NAFLD): Un’alimentazione bilanciata e l’esercizio fisico sono essenziali per controllare questa condizione legata al sovrappeso e alla sindrome metabolica.
  • Malattie autoimmuni o genetiche: Terapie specifiche, come corticosteroidi o farmaci immunosoppressori, possono essere indicate. Sono spesso piu difficili da diagnosticare e richiedono più frequentemente esami invasivi quali la biopsia epatica.

Terapie per rallentare la progressione della cirrosi

Nonostante non sia possibile riparare il danno già subito dal fegato, alcune misure terapeutiche possono rallentare l’avanzamento della malattia:

  • Farmaci epatoprotettori: Sebbene il loro uso sia controverso, in alcuni casi possono essere prescritti per sostenere la funzionalità epatica residua.
  • Gestione della pressione portale: Farmaci come i beta-bloccanti aiutano a ridurre la pressione nelle vene del fegato, prevenendo complicazioni come le varici esofagee.
  • Sospendere l’abuso di FANS (farmaci anti infiammatori non steroidei ) e di alcool che hanno una azione tossica sul fegato.
  • Per la cirrosi causata da malttie autoimmuni, sono in corso nuove sperimentazioni su farmaci che bloccano la progressione del danno epatico (acido obeticolico ecc..)

Prevenire e trattare le complicanze

Le complicanze della cirrosi possono essere gravi, ma una gestione tempestiva è cruciale:

  • Ascite: L’accumulo di liquidi nell’addome viene trattato con diuretici e una dieta a basso contenuto di sodio. Nei casi più avanzati, si ricorre alla paracentesi o al posizionamento di uno shunt (TIPS).
  • Encefalopatia epatica: Causata dall’accumulo di tossine nel sangue, viene trattata con farmaci come lattulosio o antibiotici specifici per ridurre i livelli di ammoniaca.
  • Infezioni: La cirrosi aumenta il rischio di infezioni. È importante identificare e trattare prontamente eventuali episodi infettivi con antibiotici.
  • Emorragie digestive da rottura di varici esofagee. Questa complicanza rispetto alle precedenti , è gravata da elevata mortalita’. In questi casi va eseguita la gastroscopia che permette di evidenziare le varici esofagee ed eventualmente trattarle con procedure terapeutiche quali la legatura endoscopica , riducendo il rischio di rottura.

Trapianto di fegato: l’ultima risorsa

Nei casi più gravi, quando il fegato non è più in grado di svolgere le sue funzioni, il trapianto rappresenta l’unica opzione terapeutica. I candidati vengono valutati attentamente in base alla gravità della malattia e alle condizioni generali di salute.


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Stile di vita e prevenzione

Uno stile di vita sano è fondamentale per supportare il fegato e prevenire ulteriori danni:

  • Alimentazione equilibrata: Evitare cibi ricchi di grassi, zuccheri raffinati e sodio.
  • Vaccinazioni: Proteggersi da epatite A e B, oltre che da infezioni comuni come l’influenza.
  • Evitare farmaci tossici per il fegato: Alcuni farmaci, compresi quelli da banco, possono aggravare la condizione.

Un approccio integrato e personalizzato può aiutare i pazienti a convivere meglio con la cirrosi e a ridurre il rischio di complicanze.

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