Apnea notturna: chi ne soffre maggiormente?

Apnea notturna: chi ne soffre maggiormente?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 28/09/2023

Per apnea notturna si intende una riduzione del flusso aereo (ipopnea) dalle vie respiratorie con contemporaneo calo della saturazione di ossigeno nel sangue o un vero e proprio blocco della respirazione con assenza del flusso aereo (apnea) anche senza riduzione dell’ossimetria. Ne parla il Dott. Matteo Simone, esperto in Otorinolaringoiatria a Roma

Quali sono le patologie che provocano l’apnea notturna?

Esistono numerose patologie che provocano apnee durante il sonno, ma la più frequente in assoluto è la Sindrome delle ApneeDonna che dorme Ostruttive nel Sonno (OSAS – Obstructive Sleep Apnea Syndrome).

Chi sono i soggetti più colpiti?

Gli ultimi studi stimano la prevalenza della OSAS in circa il 20% degli uomini e nel 10% delle donne. In Italia si stimano pertanto vari milioni di persone affetti da questa patologia ed almeno 2 milioni di persone con patologia conclamata.

Qual è la causa dell’apnea?

La causa è rappresentata da un collasso delle strutture muscolari della faringe, in particolare del palato molle/pareti laterali dell’orofaringe e della base linguale, con restringimento o completa ostruzione dello spazio respiratorio. Tale evento porta il paziente ad effettuare sforzi respiratori per cercare di ripristinare il flusso aereo con aumento del lavoro dell’apparato cardiovascolare. Tali sforzi sono però di solito insufficienti ed il flusso si ripristina quando l’aumento della CO2 e la riduzione dell’O2 nel sangue generano un microrisveglio, quasi mai cosciente, con aumento del tono dei muscoli faringei e ripristino del corretto spazio respiratorio.

Quali sono i principali fattori di rischio?

Esistono diversi fattori di rischio che possiamo dividere in fattori anatomici e comportamentali. Tra i primi, importanti sono le alterazioni anatomo-funzionali delle prime vie aeree (es. deviazione del setto nasale, tonsille o adenoidi ipertrofiche, lingua grossa, palato molle ptosico, mandibola piccola, etc.) così come l’obesità.

Esistono poi fattori di rischio comportamentali quali l’abuso di sostanze alcoliche, in particolare prima di andare a dormire, così come l’utilizzo di farmaci neurolettici. Anche il fumo può influire negativamente in quanto l’infiammazione che comporta tende a generare edema delle mucose con restringimento dello spazio aereo. La prevenzione, pertanto, si basa soprattutto su una corretta attività fisica ed igiene alimentare, così come sull’astensione dalle abitudini voluttuarie (alcol e fumo). Per le alterazioni anatomo-funzionali delle prime vie aeree, al contrario, la prevenzione è più difficile e spesso è necessario il parere di uno o più specialisti per affrontare la problematica.

Quali sono i sintomi caratterizzanti?

I sintomi tipici di un paziente che soffre di OSAS sono l’eccessiva sonnolenza diurna (soprattutto durante attività monotone) spesso con colpi di sonno, la difficoltà di concentrazione o di memorizzazione, risvegli Donna al risveglioimprovvisi con sensazione di soffocamento, la nicturia (necessità di minzione notturna) e la cefalea mattutina. Bisogna inoltre pensare a questa patologia in occasione di pazienti con ipertensione arteriosa difficilmente trattabile.

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi viene effettuata con la polisonnografia. Tale esame monitora alcuni parametri vitali del paziente durante la notte, generando un tracciato che poi il medico può valutare. La polisonnografia può essere completa (monitoraggio dei parametri vitali + EEG ed a volte elettromiografia e registrazione video) e solitamente viene effettuate in ricovero e per casi specifici, ma più spesso può monitorare solo i parametri vitali del paziente e può essere effettuata comodamente a domicilio (in tal caso si parla di monitoraggio cardio-respiratorio notturno).

La cura della sindrome OSA si basa su tre cardini principali:

  • La cPAP che è un respiratore automatico applicato attraverso una maschera su bocca o naso del paziente e che invia allo stesso aria a pressione positiva (ossia maggiore di quella atmosferica) nelle vie respiratorie per impedirne il collasso;
  • La chirurgia volta a rimuovere le alterazioni anatomo-funzionali delle prime vie aeree;
  • I MAD (Mandibular Advancing Device) ossia dei dispositivi che avanzano la mandibola e, tramite questa, anche la base lingua ed il palato molle, impedendo o comunque riducendone il collasso.

Naturalmente a questi tre cardini terapeutici (che possono anche combinarsi fra loro) vanno aggiunti sempre una corretta igiene alimentare o, in pazienti obesi, dei franchi percorsi nutrizionali mirati alla perdita di peso corporeo. In alcuni casi si deve ricorrere anche a vera chirurgia bariatrica.

Otorinolaringoiatria a Roma