Apnea notturna: un disturbo da non sottovalutare

Apnea notturna: un disturbo da non sottovalutare

Editato da: Marta Buonomano il 12/05/2020

La Dott.ssa Manuela Sacchi, esperta in Otorinolaringoiatria a Torino, ci parla dei vari tipi di apnee notturne e ci spiega quali sono i sintomi a cui dobbiamo prestare attenzione

Che cos’è un’apnea notturna?

L’apnea notturna consiste nella interruzione della respirazione durante il sonno di almeno 10 secondi. I soggetti più colpiti sono maschi (4%), mentre le donne risultano interessate nel 2% dei casi. Questa percentuale sale (20%) in persone con stile di vita sedentaria, in particolare gli autotrasportatori.

Quali sono le tipologie di apnea notturna?

Vi sono apnee centrali, dovute a patologie cardiologiche e neurologiche, e apnee ostruttive, che si manifestano quando il rilassamento muscolare, fisiologico durante il sonno, è tale da bloccare il flusso dell’aria nelle prima vie aeree.

Da cosa sono causate?

Le cause sono da ricercare nelle caratteristiche anatomiche delle prime vie aeree. Una ostruzione nasale comporta la necessità di respirare a bocca aperta, in particolare nel sonno. Questo determina la caduta della mandibola e della lingua ed un rilassamento dei muscoli faringei con riduzione dello spazio respiratorio deputato al passaggio aereo. La prima conseguenza è il russamento che determina sfiancamento della muscolatura faringea riducendo ulteriormente il passaggio dell’aria: compaiono le ipopnee e poi le apnee. Si assiste pertanto ad una evoluzione della malattia dal russamento, che è solo un disturbo sociale e non comporta rischi di salute, alla malattia delle apnee del sonno (OSAS) lieve, media ed infine severa. Il sovrappeso e particolari aspetti anatomici della mandibola o del palato sono fattori favorenti.

Come si manifesta?

Il primo sintomo è la sonnolenza durante il giorno, la facilità ad addormentarsi in situazione di rilassamento (al cinema, leggendo, in macchina da passeggero o alla guida): si calcola che il 40% degli incidenti mortali sulla strada siano dovuti a colpi di sonno per OSAS. Altri sintomi sono l’ipertensione difficilmente controllata con i farmaci, i disturbi del ritmo cardiaco come la fibrillazione atriale, disturbi della concentrazione e a lungo termine infarto, ictus, diabete, obesità, depressione.

Diagnosi e cura dell’OSAS

Come si evince, l’OSAS deve essere diagnosticata e curata.

L’esame diagnostico è la poligrafia notturna, che registra durante il sonno i movimenti respiratori, la saturazione in ossigeno nel sangue, la presenza di russamento ed apnee nelle diverse posizioni che vengono assunte durante la notte.

La cPAP rappresenta il primo presidio terapeutico, ma solo il 50% dei pazienti riesce ad abituarsi a dormire con una maschera sul viso ed attaccato ad una macchina; gli avanzatori mandibolari sono la seconda chance e stanno prendendo sempre più piede essendo ben tollerati. A tutti quei pazienti che hanno apnee solo in posizione supina, invece, si applica la terapia posizionale. Infine vi è una serie di interventi chirurgici volti a modificare le sedi ostruttive ed i difetti anatomici delle prime vie che determinano le apnee.

Otorinolaringoiatria a Torino