Aritmia: di cosa si tratta?

Autore: Prof. Antonio Rapacciuolo
Pubblicato:
Editor: Martina Gorla

Per aritmia si intende un’alterazione del ritmo cardiaco. Tale alterazione può manifestarsi con un ritmo irregolare, con tachicardia (frequenza cardiaca elevata) o con bradicardia (frequenza cardiaca bassa). Le tre alterazioni possono presentarsi anche nello stesso paziente in momenti differenti

Quali sono i sintomi?

I sintomi sono variabili. Alcuni pazienti presentano palpitazioni, soprattutto in caso di tachicardia o ritmo irregolare. Altri pazienti, soprattutto nei casi di bradicardia, possono presentare astenia (debolezza) fino ad arrivare anche alla sincope (perdita di coscienza).

Alcune aritmie possono essere misconosciute perché completamente asintomatiche. La durata è estremamente variabile: da pochi secondi fino ad arrivare a situazioni stabilizzate non più reversibili come ad esempio nella fibrillazione atriale che può diventare permanente.

Quando intervenire?

Conviene rivolgersi a uno specialista e intervenire tempestivamente nei seguenti casi:

  • Quando i sintomi diventano poco sopportabili;
  • Quando i sintomi sono obiettivamente gravi perché si associano a manifestazioni serie come ad esempio sincope o dispnea;
  • Quando i sintomi compaiono in un paziente già affetto da una cardiopatia.

A cosa è dovuta l’aritmia cardiaca?

Le cause delle aritmie sono estremamente variabili:

  • Possono essere manifestazioni isolate in un paziente con cuore strutturalmente sano. Tra i pazienti con cuore strutturalmente sano ve ne sono alcuni con patologie ereditarie in rado di causare solo manifestazioni aritmiche come ad esempio la sindrome di Brugada e altre malattie dei canali ionici;
  • Possono essere conseguenza di cardiopatie valvolari;
  • Possono essere conseguenza di cardiopatia ischemica;
  • Possono essere conseguenza di scompenso cardiaco.

Quali tipologie di aritmia esistono?

Le aritmie sono molto variabili. Si distinguono innanzitutto quelle sopraventricolari e quelle ventricolari e in genere quelle ventricolari sono più pericolose, ma comunque l’inquadramento diagnostico deve essere omnicomprensivo.

La stessa aritmia può richiedere terapie differenti a seconda delle caratteristiche del paziente. Anche le aritmie ventricolari possono essere a basso rischio.

Cure e trattamenti

La cura delle aritmie può includere diverse strategie, a volte anche combinate:

  • Farmacologica, includendo sia i farmaci direttamente ad azione antiartimica, sia i farmaci che migliorano le condizioni del sistema cardiovascolare;
  • Mediante l’uso di dispositivi elettronici che siano in grado di stimolare il cuore nelle bradicardie (pacemaker) o di interrompere una tachicardia ventricolare potenzialmente fatale (defibrillatori);
  • Strategia ablativa: in molti casi si possono identificare le anomalie elettriche alla base delle aritmie e si possono eliminare con ablazione (eliminazione) dei circuiti elettrici anomali mediante l’uso di cateteri dedicati, collegati a fonti di energia come la radiofrequenza o la crioablazione (ablazione mediante raffreddamento estremo).

Prof. Antonio Rapacciuolo
Cardiologia

Vedi il profilo

Valutazione generale del paziente


Nutrizione
Sedazione e anestesia generale
Endoprotesi (Stent)
Aritmia
Ipertensione
Pericardite
Soffio al cuore
Ecocardiogramma
Elettrocardiogramma
Prova sotto sforzo
Questo sito web utilizza cookie propri e di terze parti per raccogliere informazioni al fine di migliorare i nostri servizi, per mostrarle la pubblicità relativa alle sue preferenze, nonché analizzare le sue abitudini di navigazione. L'utente ha la possibilità di configurare le proprie preferenze QUI.