Aritmie: come riconoscerle e curarle

Aritmie: come riconoscerle e curarle

Editato da: Marta Buonomano il 07/05/2021

Il nostro esperto in Cardiologia a Milano, il Dott. Riccardo Cappato, ci spiega in quali casi bisogna rivolgersi ad uno specialista quando il cuore batte ad un ritmo più rapido del normale

Aritmie: quando il cuore batte forte

Uomo che si tocca il pettoÈ innanzitutto necessario sottolineare che “quando il cuore batte forte” si è in presenza di una tachiaritmia, ossia un battito cardiaco più accelerato del normale.

Una tachiaritmia è una condizione che si verifica quando il regolare e fisiologico battito cardiaco è interrotto o sostituito, transitoriamente o persistentemente, da attività elettrica rapida anomala.

Tale attività elettrica anomala può originare tanto dagli atri – ossia le camere superiori del cuore - che dai ventricoli, vale a dire le camere deputate alla funzione di pompa del cuore.

In linea generale le tachiaritmie sopraventricolari sono aritmie benigne, nel senso che non sono solitamente pericolose per la vita.

Le tachiaritmie ventricolari, sebbene possano anche insorgere in cuori morfologicamente sani, sono abitualmente l’espressione elettrica di una patologia cardiaca sottostante.

È una condizione molto comune?

Si può senz’altro affermare che le aritmie stiano divenendo di sempre più frequente riscontro nella pratica clinica: ciò può essere dovuto tanto all’aumentata speranza di vita così come al miglioramento delle tecniche utilizzate per diagnosticarle.

Questo non significa che le aritmie siano una problematica riguardante esclusivamente il Paziente anziano: continuano ad essere numerosi i casi di Pazienti al di sotto della quarta-quinta decade che manifestano episodi tachiaritmici legati tanto a patologie cardiache genetiche/congenite o acquisite.

Quali sono i principali tipi di aritmia?

Il termine tachicardia è applicato per indicare una tachiaritmia ripetitiva, ossia una sequenza più o meno lunga di battiti accelerati anomali.

Può avere sia meccanismo focale, ossia un piccolo gruppo di cellule muscolari cardiache che scarica in maniera autonoma ed inappropriatamente rapida, che da rientro: quest’ultimo è un fenomeno che si verifica nel caso in cui abbia luogo un “cortocircuito” che l’impulso elettrico percorre di continuo.

Si definiscono invece extrasistoli dei battiti - abitualmente singoli -che si alternano al normale ritmo cardiaco.

La fibrillazione è invece un’attività elettrica estremamente rapida e disorganizzata, tanto da inibire l’attività di pompa della camera cardiaca da essa interessata.

La fibrillazione atriale è causata da scariche elettriche ad alta frequenza provenienti dalle vene polmonari ed attivanti le camere atriali, può essere la evoluzione di un’altra tachicardia oppure può essere dovuta a cardiopatia strutturale.

Non è di per sé pericolosa per la vita ma, tenendo a provocare la formazione di trombi intracardiaci che possono esitare in tromboembolia cerebrale, deve essere tempestivamente diagnosticata al fine di impostare una adeguata terapia anticoagulante.

La fibrillazione ventricolare è invece la più pericolosa delle aritmie, poiché inibendo l’attività contrattile delle camere ventricolari causa arresto cardiocircolatorio.

È di più frequente riscontro nel contesto di un infarto miocardico acuto, ma ha luogo anche in presenza di significativa disfunzione del ventricolo sinistro, di marcati disordini biochimici e nelle patologie aritmiche su base genetica (quali la sindrome di Brugada, le sindromi del QT lungo/QT corto, cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro).

Il sintomo più tipico delle tachiaritmie è costituito dalle palpitazioni, ma non devono essere sottovalutate la dispnea (mancanza di fiato) né tantomeno la sincope (svenimento).

frequenza cardiacaAritmie: quando bisogna contattare uno specialista?

In presenza dei suddetti sintomi, specie se frequenti e disturbanti, è opportuno procedere ad un adeguato inquadramento diagnostico coordinato dallo specialista aritmologo, tanto in caso di prima esperienza che nel Paziente cardiopatico noto.

Come si formula la diagnosi e quali sono le possibili terapie per curare le aritmie?

La tecnica cardine è l’elettrocardiogramma.

Qualora invece non si riesca a giungere a diagnosi con il solo ECG, è indispensabile procedere a tecniche di monitoraggio prolungato quali l’ECG dinamico sec. Holter, un event recorder esterno oppure un loop-recorder impiantabile.

Nel caso in cui i sintomi abbiano luogo durante sforzo o si renda necessario verificare il comportamento sotto stress fisico di aritmie già diagnosticate, il test al cicloergometro è l’esame più indicato.

Per ottenere un quadro più completo possibile è d’obbligo eseguire sempre una valutazione morfologica del cuore con ecocardiogramma e, nel caso quest’ultimo non sia dirimente, con risonanza magnetica cardiaca.

Come viene scelto il trattamento più adatto ad ogni paziente?

Il trattamento delle tachiaritmie può essere farmacologico e/o interventistico (ablazione/impianto di defibrillatore).

L’iter terapeutico più adeguato al singolo Paziente deve essere scelto in maniera conforme alle Linee Guida esistenti per le specifiche aritmie, illustrando dettagliatamente al Paziente stesso le opzioni disponibili con i benefici ed i rischi a ciascuna di esse correlati.

Cardiologia a Sesto San Giovanni