Attività motoria e invecchiamento: qual è la relazione?
Autore:Sapevi che per invecchiare in salute è necessario svolgere attività fisica? Il Dott. Paolo Marchesano, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Napoli, ci spiega il perché
Invecchiamento e movimento
L’invecchiamento non è un fenomeno rigido ma un processo plastico ed orientabile in funzione di alcuni comportamenti. Il movimento, invece, è uno degli elementi più significativi per la determinazione dell’invecchiamento:
- Interviene come fattore di protezione della salute;
- Esercita un’importante influenza sulla biologia, sula fisiologia, e sulla patologia delle persone anziane.
Movimento: come influenza il processo di invecchiamento?
L’influenza che il movimento determina è sia psicologica, sia funzionale. Vi è un assunto ideologico positivo secondo cui “È possibile invecchiare bene; la vecchiaia può essere un momento positivo nella vita; il movimento ha un senso non come incremento di prestazione, ma come miglioramento globale del modo di vivere e di invecchiare”.
Da una certa età la salute non è più “regalata”, ma è sempre più una conquista sulla base delle scelte che si fanno. Un diagramma ci indica come l’invalidità (intesa come capacità generica della vita autonoma e di relazione) aumenti con l’età, con un vero e proprio salto tra 70 e 80 anni.
Riguardo al concetto di sedentarietà, in riferimento alle calorie spese nell’arco di una settimana, si mette in evidenza che, a differenza dei pazienti sedentari che consumano attivamente fino a 500 Kcal a settimana rispetto ad una media di 2000 Kcal settimanali, l’aspettativa di vita dei pazienti che praticano attività motoria dai 35 ai 41 anni aumenta di 33%, mentre è molto più significativa la differenza per i pazienti tra i 70 e 84 anni per i quali l’aspettativa di vita aumenta del 50%.
Aumentare la spesa energetica è importante
Studi recenti hanno ratificato l’effetto protettivo svolto dall’attività motoria in quanto determina:
- Minore incidenza delle malattie cardio-vascolari;
- Maggiore resistenza alle malattie infettive;
- Effetto benefico sull’ipertensione arteriosa;
- Minor suscettibilità allo sviluppo del diabete;
- Prevenzione e cura dell’obesità e malattie metaboliche;
- Effetti benefici sull’apparato osteoarticolare e sul trofismo dell’osso.
Per quest’ultime il movimento ha una doppia funzione protettiva, sia sui processi osteo e condro-degenerativi sia sulla qualità dell’osso e sulla prevenzione dell’osteoporosi.
Sistema nervoso: come influisce sull’attività motoria e l’invecchiamento?
Altro aspetto importante è il ruolo dell’attività motoria sul sistema nervoso centrale. L’invecchiamento è un processo che determina la perdita progressiva del numero e dell’efficienza dei neuroni. I neuroni decidono la qualità della vita delle persone anziane.
Ampie casistiche scientifiche hanno dimostrato nelle persone attive che esercitano attività motoria in modo adeguato, un prolungarsi delle funzioni ottimali sia motorie che cognitive rispetto a pazienti sedentari.
Obiettivi dell’ortopedico e del fisiatra
La riabilitazione è intesa come il ripristino delle capacità funzionali richieste dalle attività quotidiane, la possibilità di raggiungere prestazioni e risultati che possano permettere attività sportive adeguate all’età o anche attività di tempo libero che richiedono maggior impegno fisico.
Molto importante è il secondo obbiettivo che riguarda il ripristino di una ottimale condizione di equilibrio psico-fisico, in quanto soprattutto l’equilibrio psichico è una “conditio sine qua non” per poter programmare la terapia riabilitativa.
Altro importante aspetto è la valutazione del paziente da un punto di vista sociale, ambientale, in rapporto alle reali possibilità di incrementare la propria attività motoria. In questa valutazione gioca un ruolo importane l’inquadramento familiare del soggetto.
Qual è il compito del medico?
Compito dello specialista è:
- Raccogliere una attenta anamnesi fisiologica e patologica, analizzare le patologie pregresse, e quelle in atto con particolare riguardo alle patologie osteo-articolari;
- Visitare in modo adeguato il paziente, analizzare tutti i distretti anatomici, e più specificamente quelli in cui sia presente un processo patologico in atto.
L’obiettivo è quello di risolvere le patologie emerse dalle visita, sostenere il paziente con cicli di fisioterapia e successivamente attività motoria programmata, in modo da renderlo autonomo con schemi di esercizi domiciliari.
Infine iniziare il paziente, laddove sia possibile, ad attività extra-domiciliari e se possibile di gruppo.
Il fine ultimo è stimolare il paziente alla consapevolezza di se stesso e della possibilità di benessere fisico, al raggiungimento di una forma fisica ottimale sfruttando tutte le potenzialità.