Bambini e apparecchio ortodontico: quando, come, perché

Bambini e apparecchio ortodontico: quando, come, perché

Editato da: Antonietta Rizzotti il 26/07/2023

La Dott.ssa Giulia Bernkopf, esperta in Odontoiatria, ci spiega come prevenire e curare le malocclusioni nei bambini

A che età i bambini devono eseguire per la prima volta una visita ortodontica? 

Indipendentemente dal tipo di dentatura, da latte o mista, una malocclusione rappresenta un segno di disarmonia dento-scheletrica. La crescita lenta o irregolare delle basi ossee, se indentificata precocemente, può essere trattata e corretta in maniera efficace: per questo motivo si consiglia di eseguire la prima visita ortodontica specialistica tra i 5 ed i 6 anni d’età. 

Cosa sono le malocclusioni e come si riconoscono?

Il termine malocclusione sta ad indicare l’insieme delle alterazioni scheletriche, dentarie e muscolari che ostacolano la funzionalità dell’apparato stomatognatico. 
La dentatura permanente si completa solitamente attorno ai 12-13 anni d’età e gli ultimi molari fuoriescono dopo i 18 anni: se le arcate hanno a disposizione uno spazio sufficiente, i denti si allineano correttamente. 
Il sorriso è potenzialmente armonico e regolare ma possono esistere posizioni dentarie non corrette dovute spesso alla mancanza di spazio. Purtroppo i denti permanenti, a causa della loro forma e delle loro dimensioni, non sempre riescono ad allinearsi lungo le arcate dentarie e questo provoca un’occlusione irregolare: siamo quindi in presenza di una malocclusione di I classe. Esistono anche altre classi:

  • Nelle malocclusioni di II classe (profilo convesso), le due arcate non sono congruenti: quella superiore risulta più avanzata e gli incisivi superiori non contattano con quelli inferiori. Il bambino avrà il tipico aspetto da "coniglietto", il che porterà i genitori a venire a trovarci nel nostro studio.
  • Nelle maloccusioni di III classe (profilo concavo), è l’arcata inferiore ad risultare avanzata rispetto a quella superiore. 

Come conseguenza del manifestarsi delle tre classi scheletriche di cui vi ho appena parlato, è possibile che si sviluppino le seguenti situazioni:

  • Morso aperto: i molari chiudono fra loro, ma i denti anteriori non si toccano
  • Morso incrociato: i molari chiudono, ma alcuni denti superiori chiudono internamente a quelli inferiori
  • Morso profondo: i molari chiudono tra loro, ma i denti anteriori superiori coprono troppo quelli inferiori
  • Affollamento: alcuni denti sono sovrapposti perché troppo larghi o perché l'osso di supporto è piccolo

Si tratta di casi il più delle volte curabili con la sola ortodonzia.

Da cosa sono causate le malocclusioni? È possibile prevenirle?

La direzione in cui crescono le ossa mascellari, sia superiori che inferiori, dipende dalle caratteristiche genetiche (familiari) ed etniche. Non sempre però è possibile rispettare i rapporti ideali e a volte la crescita non è omogenea. Una terapia eseguita precocemente, tra i 5 e gli 8 anni d’età, offre molte opportunità:

  • È possibile controllare la crescita delle ossa mascellari soprattutto in caso di malocclusione di III classe (profilo concavo)
  • Si può ampliare il palato in caso di morso crociato anteriore (mono o bilaterale)
  • È possibile correggere la protusione eccessiva degli incisivi superiori riducendo il rischio di trauma in quanto i denti verranno protetti anche dal labbro superiore
  • Eliminare i problemi legati a cattive abitudini (interposizione labiale della lingua, succhiamento del dito, respirazione orale o mista, fonazione non corretta, ecc.) favorendo in questo modo la fuoriuscita corretta dei denti permanenti.

Come vengono trattate le malocclusioni? È sempre necessario l’apparecchio?

L’ortopedia dento-facciale utilizza apparecchi mobili o fissi che, se utilizzati durante la fase di picco della crescita, sono in grado di modulare la crescita ossea offrendo ottimi risultati terapeutici. Le apparecchiature più comuni sono le trazioni extraorali, gli espansori palatali fissi o rimovibili, i morfocorrettori e gli attivatori.
Gli apparecchi, però, non sono l’unico trattamento per le malocclusioni e, a volte, si rende necessario un intervento chirurgico, ma solo nei casi più gravi.

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