Bypass aorto-coronarico: tutto quello che bisogna sapere

Bypass aorto-coronarico: tutto quello che bisogna sapere

Editato da: Marta Buonomano il 06/10/2023

Il nostro esperto in Cardiochirurgia ci spiega in cosa consiste l’intervento di bypass aorto-coronarico, utile per trattare diverse patologie cardiache

Quando è indicato l’intervento di bypass?

Le indicazioni all’intervento di bypass si basano su criteri clinici e anatomici.

Criteri clinici:

  1. uomo che si tocca il pettoA. pectoris che non risponde alla terapia medica
  2. Scompenso cardiaco in presenza di coronaropatia

Criteri anatomici:

  1. Patologia del tronco comune della coronaria sinistra
  2. Malattia di tre vasi coronarici
  3. Patologia del ramo interventricolare anteriore della coronaria sinistra e di un altro vaso coronarico

Il tipo di intervento da eseguire deve essere scelto da un cardiologo e un cardiochirurgo valutando le condizioni del paziente nella loro totalità e quest’ultimo deve essere informato sulle possibili opzioni e sui risultati che può ottenere con ogni tipo di chirurgia.

Intervento di bypass: tecnica tradizionale

L’intervento tradizionale prevede l’apertura dello sterno del paziente (sternotomia mediana) in modo da permettere il completo accesso al cuore per prelevare le arterie mammarie. Tra i possibili condotti (arterie mammarie, vena safena ed arteria radiale) che si possono utilizzare per portare il sangue a valle della stenosi, le arterie mammarie rappresentano la migliore opzione in quanto consentono di effettuare anche bypass multipli. Le coronarie sono molto sottili e durante l’intervento il chirurgo utilizza dei particolari occhiali in grado di aumentare la sua visione di 4/5 volte. Durante l’operazione, il cuore viene arrestato e viene eseguita la circolazione extracorporea, le coronarie vengono collegate chirurgicamente ai condotti e, dopo aver effettuato le anastomosi, il cuore si fa ripartire e lo sterno viene chiuso.

Bypass: quali sono le nuove tecniche?

  • Bypass off pump (OPCAB) – Con questa tecnica è possibile effettuare un bypass senza la circolazione extracorporea, servendosi di un dispositivo in grado di bloccare una piccola parte del cuore situata vicino al punto in cui si vuole eseguire il bypass. È una procedura più delicata di quella tradizionale e richiede un chirurgo ed un equipe medica esperti. È adatto in particolare nel trattamento di pazienti anziani, fragili o con patologie associate alla cardiopatia.
  • Bypass in minitoracotomia sinistra (MIDCAB) – Questa procedura mininvasiva prevede un’incisione nel torace sinistro per isolare l’arteria mammaria che verrà in seguito collegata al ramo intraventricolare anteriore della coronaria sinistra. Anche questa chirurgia è delicata in quanto non è possibile monitorare direttamente il cuore. Viene eseguita soprattutto nei casi in cui è controindicata la sternotomia.
  • Rivascolarizzazione ibrida – Questa tecnica combina lo stent ed il bypass, riducendo lo stress di un intervento e accelerando il recupero postoperatorio.

Rischi e complicazioni del bypass

In tutti gli interventi chirurgici vi sono rischi di cui il paziente deve essere informato e la loro gravità può variare in base alle condizioni di ogni soggetto (età, patologie associate, ecc.). Le complicazioni che possono presentarsi a seguito di un intervento di bypass sono:

  • dottoreEmorragia
  • Ictus
  • Infezione
  • Insufficienza renale
  • Infarto cardiaco

D’altra parte, è importante che il paziente venga informato che una coronaropatia severa, non correttamente trattata, può avere conseguenze molto più gravi.

Esistono tecniche alternative?

L’angioplastica coronarica è una tecnica ideata circa 30 anni fa che consente di trattare l’angina pectoris senza bisogno di effettuare un bypass. Nella pratica, questa tecnica prevede l’introduzione di un palloncino all’interno della coronaria per dilatarla ed il successivo posizionamento di uno stent coperto in farmaci per impedire o ritardare l’ostruzione. Grazie ai nuovi materiali la tecnica è stata perfezionata col passare del tempo, tanto che al giorno d’oggi è possibile evitare l’intervento di bypass. D’altra parte, il bypass garantisce una migliore qualità di vita evitando i continui controlli cardiologici, l’assunzione di medicine potenzialmente pericolose e riducendo le possibilità di recidiva di angina pectoris.

Quali risultati offre l’intervento di bypass?

I risultati di un intervento di bypass aorto-coronarico, soprattutto quelli a lunga distanza, sono eccellenti. Si possono riscontrare la scomparsa dei sintomi ed un completo recupero funzionale, nonché l’aumento della capacità di lavoro ed il miglioramento della qualità della vita. Non bisogna dimenticare però che le il bypass è un intervento di “idraulica” emodinamica e che quindi, col passare del tempo, il paziente può andare incontro a malattia aterosclerotica. Generalmente le arterie mammarie non sono soggette a deterioramento, anzi, aumentano il loro calibro di portata con il passare del tempo; d’altra parte le vene hanno una durata limitata. Per questo motivo il paziente dovrà attuare la cosiddetta “prevenzione secondaria” che consiste nell’eliminare i principali fattori di rischio di aterosclerosi: tenere sotto controllo la pressione arteriosa, i grassi nel sangue, il diabete, l’alimentazione, il peso corporeo e smettere di fumare.

Cardiochirurgia a Genova