Carcinoma epatocellulare: come la chirurgia può fare la differenza
Il carcinoma epatocellulare (HCC) è il tumore maligno più comune del fegato e rappresenta una delle principali cause di morte per cancro a livello globale, con una crescente incidenza anche in Italia. Spesso associato a malattie epatiche croniche come la cirrosi o l’infezione da virus dell’epatite B e C, il carcinoma epatocellulare può beneficiare di diverse opzioni di trattamento, tra cui la chirurgia, considerata la soluzione più efficace nei casi selezionati
Il ruolo della chirurgia nel carcinoma epatocellulare
La chirurgia rappresenta una delle principali strategie terapeutiche per il trattamento del carcinoma epatocellulare. Le due opzioni chirurgiche più comuni sono la resezione epatica e il trapianto di fegato.
Resezione epatica: indicazioni e vantaggi
La resezione epatica consiste nella rimozione della parte del fegato colpita dal tumore. Questa procedura è indicata nei pazienti con un fegato sano o con una funzionalità epatica ben preservata (generalmente senza cirrosi avanzata).
- Vantaggi: La resezione epatica offre risultati eccellenti nei pazienti idonei, con sopravvivenze a lungo termine che possono superare il 50% a 5 anni.
- Limiti: Questa tecnica non è adatta a pazienti con grave compromissione della funzione epatica, poiché potrebbe peggiorare la condizione generale del fegato.
Trapianto di fegato: una seconda chance di vita
Il trapianto di fegato è indicato nei pazienti con carcinoma epatocellulare che soddisfano i criteri di Milano (singolo tumore ≤ 5 cm o fino a 3 tumori ≤ 3 cm ciascuno) e che presentano una malattia epatica avanzata come la cirrosi.
- Vantaggi: Non solo rimuove il tumore, ma tratta anche la malattia epatica sottostante, riducendo il rischio di recidiva.
- Sfide: La carenza di donatori di organi è un limite significativo. In Italia, i tempi di attesa per il trapianto possono essere lunghi.
Quando la chirurgia è la scelta migliore
La scelta della chirurgia dipende da diversi fattori, tra cui:
- La dimensione, il numero e la localizzazione dei tumori.
- La presenza di malattie epatiche concomitanti.
- Lo stato di salute generale del paziente.
Una valutazione multidisciplinare, che coinvolga chirurghi, oncologi, epatologi e radiologi, è essenziale per determinare il miglior approccio terapeutico.
Alternative alla chirurgia
Per i pazienti non candidabili alla chirurgia, esistono altre opzioni terapeutiche, come la ablazione con radiofrequenza (RFA) o la chemoembolizzazione transarteriosa (TACE). Tuttavia, questi trattamenti sono generalmente considerati palliativi e non curativi.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE IL SEGUENTE ARTICOLO: Il trattamento endoscopico delle complicanze del reflusso gastroesofageo
L'importanza del follow-up
Dopo la chirurgia, il follow-up regolare è fondamentale per monitorare il recupero e rilevare eventuali recidive. Gli esami periodici, come la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RM), insieme ai test dei marker tumorali (come l’AFP), sono indispensabili per garantire il successo a lungo termine.