La manometria esofagea è una procedura utilizzata per valutare diverse patologie, tra cui il reflusso gastroesofageo. Scopriamo insieme al nostro esperto in Chirurgia Generale ad Avellino, il Dott. Luca Covotta, in cosa consiste!
Manometria esofagea ad alta risoluzione: di cosa si tratta?
La manometria esofagea è un esame che valuta la motilità dell’esofago ed il tono dei suoi sfinteri attraverso un sondino nasale in grado di misurare le variazioni di pressione che si verificano nel lume dell’organo. La Manometria ad Alta Risoluzione (High-Resolution Manometry) consiste in un ulteriore sviluppo tecnologico ottenuto attraverso l'uso di sondini dotati di un elevato numero di sensori e del relativo software di analisi. Questa nuova tecnologia, oltre a velocizzare l'esecuzione dell'esame, ne migliora sensibilmente la capacità di discriminazione delle varie alterazioni motorie. Per semplificare, la differenza tra la vecchia e la nuova manometria è come vedere la luna con il cannocchiale o con il telescopio! Ovviamente questa estrema accuratezza diagnostica ne ha enormemente aumentato il suo utilizzo nella pratica clinica.
In quali casi è indicata?
- Disfagia e disturbi della deglutizione;
- Dolore toracico non di natura cardiaca;
- Malattia da reflusso gastroesofageo - È fondamentale sapere:
- Come si muove l’esofago: la forza della peristalsi esofagea è il nostro fattore protettivo più importante, infatti la presenza di succo gastrico induce una aumento della motilità esofagea che permette all’esofago di liberarsi dal contenuto gastrico.
- La conformazione dell’apparato cardiale: la capacità pressoria, quanto è lungo (almeno 5 cm), quanto si trova in addome (almeno 2 cm), se c’è ernia iatale.
- Valutazione pre e post-operatoria per chirurgia dell’esofago e del giunto esofago-gastrico.
Come prepararsi all’esame?
Per eseguire l’esame il paziente deve essere a digiuno dalla sera precedente e deve aver interrotto da almeno una settimana l’assunzione di medicinali che influiscono sulla motilità esofagea (procinetici). Per quanto riguarda gli altri farmaci, sarà inoltre possibile continuare ad assumerli regolarmente (in caso di dubbio consultare il medico).
Come si svolge?
L’esame standard dura circa 20 minuti e viene svolto solitamente in modalità ambulatoriale con il paziente cosciente, non è infatti possibile eseguire sedazione perché, oltre ad essere necessaria la collaborazione del paziente durante tutto l'esame, l'effetto miorilassante della sedazione interferirebbe con la motilità esofagea che è l'oggetto di studio. Viene effettuato con l’introduzione, a paziente seduto sul lettino, premedicato con un anestetico locale spruzzato in gola e nel naso, di un sondino di pochi millimetri di diametro attraverso una narice, lubrificato con gel e fatto progredire dal medico fino in cavità gastrica. In seguito, il paziente si potrà distendere sul lettino e verranno eseguite le registrazioni pressorie in circa 5-10 minuti. Al paziente verrà solo chiesto di deglutire ripetutamente (10 volte) dei piccoli sorsi d’acqua. Non è necessaria la somministrazione di alcun anestetico né di ipnotici e dopo la procedura il paziente è libero d’allontanarsi dall’ambulatorio. In genere questo esame è ben tollerato dai paziente, ma talvolta è possibile che si manifestino vomito, lipotimia e broncospasmo.