Chi ha armato la mano del femminicida?

Chi ha armato la mano del femminicida?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 29/11/2023

Maschilismo? Sopraffazione del maschio sulla femmina, quest’ultima vista come un oggetto di proprietà? Pregiudizi? Paure e sentimenti di vergogna? Il nostro esperto in Psichiatria a Milano, ci spiega cosa spinge un uomo ad uccidere la donna a cui è stato legato

Cosa spinge un uomo a commettere un femminicidio?

Il gesto omicida parte da molto lontano: da generazioni precedenti; da antichi abbandoni da parte di madri negligenti e indisponibili; da incurie e solitudini inconsolabili.

Il femminicida, talvolta anche suicida, sembra vittima di uno stato insopportabile, un dolore con una precisa attribuzione causale: la donna che abbandona, che si allontana e che interrompe una relazione. È lei la causa di tutto, che ha reso insopportabile la vita. Così si costruisce la tragica e scellerata equazione “se lei esiste, esiste il mio dolore; se lei non esiste più, non esiste più il mio dolore.”

Occorre spingersi lontano, oltre i pregiudizi, per comprendere questo ossessivo calcolo. Tutti gli ingredienti del crimine esistono prima della messa in atto dell’omicidio stesso, esistono prima della crisi della coppia, esistono addirittura prima dell'incontro da cui nascerà la relazione destinata a finire in un crimine. Si deve, infatti, partire dall'ipotesi che il femminicida rechi in sé una ferita abbandonica intrisa di odio e che, nella donna che pensa di amare, ricerchi il rimedio a quella ferita. Occorre subito precisare che questa ipotesi non è un tentativo di giustificare, ma un tentativo di spiegare ed approfondire.

Cosa significa “ferita abbandonica intrisa di odio”?

È un sentimento cronico latente, ma prontissimo ad emergere quando incontra lo stimolo giusto. Si costituisce per un’identificazione profonda con l'oggetto abbandonico, rappresentato come sadico aggressore. 

"Non mi hai amato, mi hai odiato e dunque ti odio. E odio tutte quelle che si comportano come te verso di me."

Questo pensiero altamente pericoloso implica il fallimento dell’attività vicariante da parte di altre figure supportive, della ricerca di altre figure supportive, della fiducia in altre figure supportive, requisiti che fanno parte del complesso della resilienza di un individuo.

Sono tratti riscontrabili nell’uomo che pretende che la donna rimanga nonostante questa desideri chiudere la relazione. Questa incapacità di rassegnarsi ci parla dell’assenza di fiducia nella possibilità d’incontrare una nuova relazione che consoli dalla solitudine attuale. Ci parla del fatto che al dolore e alla frustrazione attuale dovuta al nuovo abbandono si somma la riattualizzazione di un dolore antico, mai consolato, che nella sua cronicità ha fatto crescere il germoglio dell'odio.

Un bambino abbandonato dalla madre, oggetto di incuria, subisce un trauma che può profondamente alterare il suo sviluppo costituendo uno stile di attaccamento caotico, fondamento di una personalità profondamente disturbata. Si tratta di bambini che vivono le assenze delle figure d’attaccamento alternando proteste e richieste d'affetto con attacchi aggressivi, un copione che poi si può ritrovare nella vita adulta in relazioni caotiche nelle quali le richieste d’amore si alternano ad insopportabili scoppi di rabbia, fino a portare all’esasperazione il coniuge che, per tali motivi, chiede di porre fine alla relazione.

A quel punto tutti i sospetti, i presentimenti di essere abbandonato o tradito e le insicurezze acquistano una forma precisa: colei che era destinata a curare l'antica ferita è diventata quella che la fa rivivere. Ora, però, non c'è più un bambino inerme, ma un uomo carico di tutta la forza che la rabbia alimenta, desideroso di vendetta per tutto ciò che ha subito.

Psicologia a Milano