Chirurgia del fegato: il colangiocarcinoma

Autore: Prof. Luca Aldrighetti
Pubblicato: | Aggiornato: 09/02/2022
Editor: Marta Buonomano

In Europa, il colangiocarcinoma rappresenta il 20% circa di tutti i tumori epatici primitivi. Il nostro esperto in Chirurgia Generale ci spiega le caratteristiche di questa neoplasia

Cos’è colangiocarcinoma?

Il colangiocarcinoma si origina dalla trasformazione maligna delle cellule delle vie biliari, ossia quei canali che trasportano la bile dal fegato all’intestino. I più colpiti sono gli uomini intorno ai 70 anni di età.

Il tumore può originare all’interno del fegato (intraepatico), dalle vie biliari extraepatiche (tumore di Klatskin) o dalla porzione finale della via biliare (distale).

Colangiocarcinoma: quali sono le cause?

Le cause del colangiocarcinoma non sono ancora del tutto definite, anche se è possibile identificare l’infiammazione cronica delle strutture biliari come principale fattore di rischio. La presenza di questa condizione si riscontra in caso di:

  • ragazza che si tocca la panciaColangite sclerosante primitiva;
  • Malformazioni cistiche delle vie biliari (malattia di Caroli, cisti coledociche);
  • Infestazioni parassitarie (Clonorchis sinensis);
  • Cirrosi epatica, legata all’abuso di alcol o all’infezione dei virus dell’epatite B e C;
  • Esposizione ad agenti fisici e chimici (ad esempio, radon, asbesto, thorotrast, nitrosammine e diossina).

Tumore di Klatskin: quali sono i sintomi?

La crescita del colangiocarcinoma extraepatico, o tumore di Klatskin, causa l’ostruzione delle vie biliari. I sintomi tipici sono:

  • Ittero, cioè la colorazione giallastra della pelle e delle sclere (i “bianchi dell’occhio”);
  • Dolore;
  • Feci dal colore chiaro;
  • Urine di colore scuro;
  • Prurito;
  • Aumento del volume del fegato;
  • Perdita di peso;
  • Febbre.

Tumore di Klatskin: come si effettua la diagnosi?

Purtroppo, la diagnosi del tumore di Klatskin non risulta sempre semplice, soprattutto quando non si manifestano i sintomi sopra descritti.

Quando si sospetta una neoplasia delle vie biliari, si deve necessariamente ricorrere ad alcuni esami clinici, di laboratorio e strumentali:

  • Dosaggio della bilirubina, della fosfatasi alcalina e della glutamiltrasferasi;
  • Marcatori tumorali CEA e CA 19.9;
  • Ecografia dell’addome, che aiuta a valutare la dilatazione delle vie biliari;
  • TC dell’addome;
  • Risonanza Magnetica (RM) e colangio-RM. Quest’ultima permette di visualizzare interamente le vie biliari e l’ostacolo che ostruisce il flusso della bile;
  • Ecoendoscopia e colangiografia retrograda (ERCP, Endoscopic Retrograde CholangioPancreatography), esami invasivi che consentono di visualizzare la via biliare principale e di eseguire manovre operative;
  • Colangiografia percutanea (PTC, Percutaneous Transhepatic Cholangiography). Un catetere viene inserito nelle vie biliari passando dalla parete addominale per visualizzare le strutture biliare e il drenaggio della bile.
  • Laparoscopia diagnostica, un vero e proprio intervento chirurgico in anestesia generale che consente di esplorare gli organi interni per escludere la presenza di metastasi.

Prof. Luca Aldrighetti
Chirurgia Generale

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