Chirurgia del fegato: il trattamento del tumore di Klatskin

Chirurgia del fegato: il trattamento del tumore di Klatskin

Editato da: Antonietta Rizzotti il 27/01/2022

Il trattamento del tumore di Klatskin necessita di un approccio multidisciplinare, in cui collabora orano Chirurghi, Gastroenterologi, Radiologi, Oncologi e Radioterapisti. Ce ne parla il nostro esperto in Chirurgia Generale

Il tumore di Klatskin

Il tumore di Klatskin è caratterizzato da una discreta massa tumorale a livello del fegato. L’intervento di rimozione di tale volume dolore al fiancotumorale necessita spesse volte di eseguire un’anastomosi biliare, ovvero una connessione tra le vie biliari e lo stomaco, ragione per cui durante la fase postoperatoria si manifesta frequentemente il rischio di complicanze (40-50%).

Purtroppo, per la maggior parte dei pazienti a cui è stato diagnosticato un colangiocarcinoma la prognosi non sempre è favorevole. La malattia si presenta in stadio avanzato già al momento della diagnosi e solamente il 20-30% dei pazienti possono sottoporsi alla chirurgia, considerata l’unica maniera per trattare questa neoplasia. La percentuale di sopravvivenza per i colangiocarcinomi extraepatici si aggira intorno al 15-20% con una stima fino ai 5 anni, dato che può variare a seconda della localizzazione del tumore. Invece, i tumori metastatici la percentuale è dell’1% circa.

Tumore di Klatskin: come si cura?

La resezione chirurgica del carrefour biliare, ovvero del punto in cui congiungono entrambe le vie biliari, e la rimozione dell’area del fegato in cui è presente la patologia, rappresentano oggi l’unica soluzione per trattare questa tipologia di tumore.

Inoltre, è necessario anche praticare una linfadenectomia locoregionale, cioè asportare i linfonodi vicini alla sede del tumore, anche se questi non sono stati intaccati dalla malattia.

Nel caso in cui non ci siano le condizioni per procedere all’intervento chirurgico, al paziente verrà indicato un programma di chemioterapia e/o radioterapia per ridurre le dimensioni del tumore. Si valuterà poi se sarà possibile operare il paziente.

Il paziente con tumore di Klatskin viene gestito secondo un protocollo strutturato, che include:

  • Laparoscopia diagnostica, grazie alla quale è possibile evitare operazioni chirurgiche per quei pazienti su cui tuttavia non è possibile asportare la patologia;
  • Gestione dell’ittero e valutazione di inserire un drenaggio biliare attraverso la pelle per garantire un miglioramento della funzionalità del fegato, in vista di operazioni future;
  • Valutazione del volume di fegato residuo per poter garantire al paziente le funzioni vitali durante la fase postintervento. Il fegato è un organo che ha la capacità di rigenerarsi a seguito di un intervento di chirurgia, ma sono comunque necessari alcuni mesi. Al fine di evitare rischi di insufficienza epatica è necessario mantenere circa il 40% di fegato. Se questa condizione non dovesse sussistere è necessario valutare nuove procedure per aumentare la quantità di fegato residuo.

Prognosi e follow up

A seguito dell’intervento sarà necessario sottoporre il paziente a chemioterapia e radioterapia (previa valutazione delle caratteristiche della patologia e del soggetto) e a continue visite periodiche che possono verificarsi fino ai 5 anni successivi l’intervento. Questa fase viene chiamata follow up e serve per escludere i rischi di recidiva di malattia.

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