Chirurgia della valvola mitrale: come si esegue e perché?

Chirurgia della valvola mitrale: come si esegue e perché?

Editato da: Gloria Conalbi il 06/05/2020

Quando l’apparato valvolare non funziona correttamente si rende necessario un intervento chirurgico. Il Prof. Giuseppe Speziale, esperto in Cardiochirurgia a Bari, ci spiega di più

Quali sono gli interventi di chirurgia della valvola mitrale? Quali patologie possono essere trattate?

Gli interventi della chirurgia alla valvola mitrale sono di due tipologie: riparativi e sostituivi. Oggi sono diventate più frequenti le riparazioni che consentono al paziente di mantenere la propria valvola natia. Per la sostituzione invece si usano protesi che possono essere meccaniche nei soggetti giovani o biologiche in quelli più anziani. Le patologie che si incontrano sono legate alla degenerazione del tessuto della valvola stessa, che si allenta, si allunga e si deteriora e comporta insufficienza mitralica. Esistono anche predisposizioni genetiche, come le alterazioni del collagene, che lo rendono suscettibile di insufficienza mitralica. Vi sono inoltre altre forme di tipo infettivo che possono colpire pazienti di ogni età.

Quali sono i risultati ottenibili con la chirurgia della valvola mitrale?

Una buona riparazione può durare tutta la vita, la sostituzione dipende dalla performance della valvola che è strettamente legata alla età. La valvola biologica ha una resa migliore nell’anziano, ma una durata limitata. La valvola meccanica ha una buona performance, più duratura, ma il paziente è soggetto a terapie anticoaugulanti. Dopo un intervento, il cuore riprende la propria funzionalità in autonomia ma le condizioni migliorano con il tempo. La fase di recupero è costituita da controlli periodici e da un cambiamento dello stile di vita per migliorare lo stato di salute generale.

Quando è necessario sottoporsi a un intervento di chirurgia della valvola mitrale?

E’ necessario sottoporsi ad un intervento di chirurgia della valvola mitrale quando l’insufficienza è severa e non necessariamente in presenza di sintomi. Spesso infatti l’insufficienza mitralica è una patologia silente e anche se non ci sono sintomi è possibile che la insufficienza mitralica sia severa e debba essere trattata in modo precoce.

Quali sono i rischi connessi a questo tipo di interventi? Quali i tempi di recupero?

Il rischio di questo tipo di interventi è molto basso, al di sotto dell’1%. In un centro ad alto volume di procedure, il rischio è più vicino allo zero.

I tempi di recupero dipendono dall’età: i pazienti nella fascia di età compresa fra i 60 – 70 anni dopo una settimana già possono riprendere una normale attività a domicilio, in quelli più giovani i tempi di recupero possono essere ancora più brevi.

Cardiochirurgia a Bari