Chirurgia Epatobiliare: l’approccio laparoscopico
Il Prof. Luca Aldrighetti, esperto in Chirurgia Generale a Milano, ci spiega in che modo le tecniche mininvasive possono essere utilizzate per le patologie più gravi
Che cos'è la chirurgia epatobiliare?
La chirurgia epatobiliare è una branca della chirurgia addominale che si occupa delle patologie a carico di fegato, colecisti e vie biliari, di natura tumorale e non. Tra le più frequenti vi sono i tumori maligni primitivi del fegato, della colecisti e delle vie biliari e le metastasi al fegato. Le patologie benigne, invece, comprendono cisti e neoplasie benigne del fegato, calcolosi della colecisti e delle vie biliari, complicanze della cirrosi epatica.
La laparoscopia è la più comune tra le tecniche mininvasive. Queste prevedono l’esecuzione di interventi mediante piccoli fori nell’addome, attraverso i quali gli strumenti sono veicolati all’interno della cavità addominale. L’équipe chirurgica che manovra gli strumenti visualizza il campo operatorio grazie ad una piccola videocamera che proietta immagini su uno schermo. Si possono eseguire, quindi, interventi di diversa complessità, come resezioni epatiche e colecistectomie.
Questo approccio risulta più rispettoso nei confronti del corpo rispetto alla tradizionale tecnica a cielo aperto, sia dal punto di vista estetico, sia dal punto di vista dell’abilità funzionale del paziente: conservare l’integrità della parete addominale consente di ridurre lo stress che la chirurgia produce sull’organismo. Gli effetti ottenuti sono un ridotto bisogno di farmaci e terapie endovenose dopo l’intervento, la capacità di rialimentarsi normalmente e il ritorno ad una funzione intestinale abituale. Inoltre, la laparoscopia riduce il rischio di infezioni, in quanto non produce un calo drastico delle difese immunitarie. Il paziente ha un recupero funzionale più rapido e può tornare alle proprie attività quotidiane in poco tempo. In caso di tumore, il paziente torna rapidamente ad avere accesso ai trattamenti chemioterapici di cui necessita.