Chirurgia epatobiliare: l’approccio multidisciplinare è fondamentale!

Chirurgia epatobiliare: l’approccio multidisciplinare è fondamentale!

Editato da: Marta Buonomano il 02/07/2021

Il nostro esperto in Chirurgia Generale a Milano, il Dott. Carlo Sposito, ci spiega a cosa serve la chirurgia epatobiliare

Che cosa s’intende per chirurgia epatobiliare?

chirurgo durante un'operazioneLa chirurgia epatobiliare è quella chirurgia che si occupa di malattie del fegato, delle vie biliari e della colecisti. Il fegato è un organo fondamentale poiché si occupa di depurare il sangue da sostanze tossiche, di difendere l'organismo da diverse malattie e di produrre proteine fondamentali per la nostra sopravvivenza. Le vie biliari sono dei canalicoli che dal fegato confluiscono in un unico dotto che porta poi la bile all’intestino permettendo la digestione dei cibi; la colecisti è una piccola sacca che raccoglie la bile e la secerne al momento della digestione.

In quali casi è indicata?

La chirurgia epatobiliare può quindi essere indicata in diverse condizioni di malattia, tumorale (oncologica) o benigna. Le patologie tumorali possono nascere primitivamente nel fegato, come l’epatocarcinoma o il colangiocarcinoma mass forming; possono avere origine nei dotti biliari, come il colangiocarcinoma periilare o tumore di Klatskin; possono infine provenire da altri organi e formare metastasi nel fegato, come le metastasi da tumore del colon-retto o da tumore neuroendocrino. Presso l’Istituto Tumori di Milano si curano tutte queste malattie nei loro diversi stadi, e da sempre si fa ricerca di rilievo internazionale. Le malattie benigne del fegato e delle vie biliari che più frequentemente possono richiedere l’intervento della chirurgia epatobiliare sono i calcoli della colecisti e delle vie biliari, i tumori benigni del fegato come gli adenomi e le cisti del fegato.

In cosa consiste un intervento di chirurgia epatobiliare?

Un intervento di chirurgia epatobiliare per malattia tumorale consiste in genere nell’asportazione di una o più parti del fegato. A seconda dell’estensione della malattia tumorale e della sua localizzazione l’intervento può essere più o meno complesso e rischioso: la durata media di un intervento può quindi ampiamente variare da 2 fino a 10 ore. Gli interventi di chirurgia epatobiliare presso l’Istituto Tumori di Milano sempre più frequentemente vengono eseguiti in modalità detta mini-invasiva (laparoscopica o robotica) attraverso 4 o più incisioni da circa 1 cm, con l’utilizzo di una videocamera e di strumenti specifici: grazie alla mini-invasività il dolore dopo l’intervento è molto tollerabile, la degenza in ospedale è relativamente breve (4-5 giorni) e la ripresa della normale vita e delle attività lavorative è piuttosto rapida. Interventi particolarmente complessi ed estesi vengono eseguiti in genere per via tradizionale aperta, attraverso un’incisione detta “sottocostale”: in questi casi il dolore post-operatorio viene controllato con l’uso di farmaci analgesici, e la degenza in ospedale è un po’ più lunga (in media circa 7-8 giorni).

Esistono controindicazioni?

Equipe chirurgica del Dott. SpositoLe controindicazioni a un intervento di questo tipo dipendono da molti e complessi fattori, sia per quanto riguarda la diffusione della malattia che per quanto riguarda la funzione del fegato. Spesso infatti le malattie tumorali del fegato nascono su un organo già di per se ammalato (cirrosi o steatosi del fegato, o danni in seguito a chemioterapie prolungate), che può quindi più difficilmente tollerare un intervento chirurgico. Inoltre, nonostante il fegato sia un organo che “si rigenera”, esiste un limite di volume che può essere asportato nel corso di un intervento (in genere al massimo il 70% nel fegato sano): esistono diverse tecniche per stimolare la rigenerazione del fegato e permettere interventi molto estesi, quali l’embolizzazione portale e la cosiddetta ALPPS (Associating Liver Partition and Portal vein ligation for Staged hepatectomy), ma non sempre è possibile applicarle.

Malattie del fegato: perché è importante l’approccio multidisciplinare?

Come dicevamo, le malattie tumorali del fegato possono avere diverse origini, possono insediarsi nel contesto di un organo già ammalato, e possono necessitare di diverse specialità mediche per essere curate al meglio. Le competenze del chirurgo quindi devono sempre integrarsi e mettersi a confronto con le competenze di Oncologo, Radiologo, Epatologo, Radioterapista e spesso anche di altre specialità chirurgiche. Per questo è sempre fondamentale un approccio multidisciplinare, in cui il paziente e la sua condizione di malattia sono messi al centro, e tutte le competenze mediche necessarie sono messe a disposizione e si confrontano.

Chirurgia Generale a Milano