Colecistite acuta: cosa fare se il paziente è anziano o fragile?

Colecistite acuta: cosa fare se il paziente è anziano o fragile?

Editato da: Marta Buonomano il 03/06/2019

Il Dott. Andrea Anderloni, esperto in Gastroenterologia a Milano, ci parla dell’ecoendoscopia, una tecnica diagnostica ed operativa in grado di trattare la colecistite acuta anche in pazienti anziani e fragili che potrebbero non possono sottoporsi a chirurgia

Colecistectomia: perché cambia l’approccio in un paziente anziano o fragile?

L’intervento chirurgico utilizzato per asportare la colecisti (colecistectomia) è l’operazione più effettuata al mondo a livello addominale, anche se non sempre la sua esecuzione è facile, soprattutto quando viene eseguita in urgenza e in pazienti anziani. A causa dell’invecchiamento della società, infatti, molti anziani presentano fragilità dovute a:

  • Assunzione di uno o più farmaci
  • Diabete
  • Patologie cardiovascolari
  • Patologie neoplastiche
  • Immunodepressione

Tutte queste condizioni possono rendere più rischio e complicare la chirurgia.

Come si affronta un intervento d’urgenza in un paziente anziano o fragile?

L’approccio multidisciplinare è essenziale quando si trattano pazienti anziani con colecistite acuta. Sottoporre soggetti fragili come gli anziani ad interventi d’urgenza comporta decidere rapidamente il modo più corretto per intervenire e il giusto approccio per avere un quadro completo consiste anche nel collaborare con l’endoscopista e con altri specialisti.

È vero che il trattamento endoscopico può evitare l’intervento?

Presso il centro in cui lavoro abbiamo messo a punto un percorso innovativo di diagnosi e terapia multidisciplinare che, grazie ad un nuovo trattamento endoscopico, rende possibile operare i pazienti fragili che soffrono di colecistite acuta senza esporli ai rischi tipici della chirurgia.

Drenaggio ecoendoscopico della colecisti: una tecnica innovativa

Il drenaggio ecoendoscopico della colecisti rappresenta un innovativo approccio per trattare in maniera mininvasiva la colecistite acuta. In passato nei casi in cui vi fossero controindicazioni alla chirurgia l’unica alternativa era rappresentata dall’esecuzione di un drenaggio esterno effettuato sotto guida radiologica, ma questa tecnica presenta circa un 25% di probabilità di complicanze e comportava un disagio rilevante per il paziente, che era costretto a convivere con un piccolo tubo che fuoriusciva dall’addome. Oggigiorno, grazie ad una procedura chiamata “ecoendoscopia interventistica”, è possibile eseguire il drenaggio inserendo la protesi all’interno del corpo riducendo così l’impatto, anche estetico, sul paziente.

Curare la colecistite acuta con l’ecoendoscopia

La procedura consiste nel posizionare uno stent (protesi metallica) per via ecoendoscopica (ecografia applicata all’endoscopia) in modo da far comunicare il lume gastrico o intestinale con il lume della colecisti. Questa tecnica è molto utile in pazienti con comorbidità importanti come diabete o patologie polmonari, cardiovascolari, renali o neoplastiche, poco suscettibili alla chirurgia. Nel caso della colecistite, lo specialista individua e svuota la colecisti infiammata grazie ad uno stent autoespandibile e ricoperto.

Quali sono i vantaggi dell’ecoendoscopia?

L’ecoendoscopia è una tecnica mininvasiva, rapida e sicura che permette al paziente di tornare ad alimentarsi anche la sera stessa dell’intervento. Inoltre, non ha bisogno di drenaggi esterni, fattore che riduce la percentuale di complicanze e che garantisce una migliore qualità di vita ai nostri pazienti. Inoltre, si riscontra una riduzione della degenza ed un tempo di recupero più rapido.

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